Un libro dedicato a tutti i Breganzonesi.
Per ricordare il passato di questa dolce e amena collina sulla quale in molti, in questi anni, hanno deciso di prendervi dimora. Un passato, di gente e di cose, che affonda le radici in tempi remoti. Infatti, la collina breganzonese era abitata sin dall’alba della civiltà, ambita per la sua posizione e le caratteristiche del terreno.
Ecco allora che già nel 984 un documento cita il paese con il nome di Brianzona. Come la Pieve di Lugano, anche Breganzona fece parte a suo tempo dell’Impero Romano, del Regno Longobardo, dell’Impero Carolingio ed in seguito dei diversi ducati e delle signorie del Medioevo per entrare poi nel Baliaggio di Lugano (1512) ed infine nel Cantone Ticino dopo la parentesi della Repubblica Elvetica (1798-1803). Breganzona, anche per la sua posizione isolata, ha sempre vissuto piuttosto in disparte questi eventi, mantenendo le caratteristiche di comune autarchico e di tipo agro-pastorale, con la produzione agricola che veniva integrata da secoli dall’apporto economico delle maestranze edili migranti. Elementi, questi, di una civiltà contadina comune a tutte le zone collinari del Sottoceneri, il cui declino ha avuto inizio a partire dal secondo dopoguerra, con la grande trasformazione che ha investito il territorio e le usanze di vita. Questo volume ripercorre dunque, in forma narrativa, la storia di una comunità sul filo dei secoli, nelle sue vicende belle e tristi, nelle sue miserie e grandezze. Anzi, di due “comunità” visto che fino al 1925 Biogno era comune a sé, divenendo frazione di Breganzona solo in quell’anno, con la fusione. Per dare voce a una regione del Luganese che fino ad oggi raramente è stata “cantata” nei libri o altrove. A un anno dall’aggregazione (2004), ecco quindi che, con questi “echi”, anche la “collina di ponente”, oltre che potersi riflettere nello specchio del proprio passato, si presenta alla grande famiglia della Nuova Lugano.
Fontana Edizioni, 2005, p. 192
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