CORONAVIRUS, LA MARATONA PIÙ DIFFICILE

L’espressione è del dir. Merlini dell’ospedale della Carità di Locarno in una recente dichiarazione al Quotidiano sulla RSI. Non sarà una lotta breve ma una lunga maratona che in quanto tale metterà a dura prova la resistenza di tutti, ma soprattutto del personale sanitario.

Oggi il tempo non è più nelle nostre mani. Perché non sappiamo quando finirà il tutto. Potranno essere due mesi o forse tre, ma anche di più.  Di certo non sarà una cosa immediata. Anche a questa nuova percezione del tempo non siamo immunizzati, esattamente come non lo siamo rispetto a questo virus.

Ma allora visto che certamente sarà una maratona, come gente abituata alle gare di resistenza non possiamo dare qualche suggerimento? Lo sport non può servire attraverso qualche piccolo spunto per aiutare tutti quanti a resistere meglio? Perché di resistenza qui si tratta e si tratterà sempre di più. Ma anche di gestione delle forze e di un atteggiamento mentale forte.

Qualità che dovrebbe avere, appunto, un sportivo in generale e soprattutto un maratoneta. Gestione delle energie, anzitutto. Significa non strafare, mai oltrepassare i propri limiti e le proprie capacità di resistenza. Avere una condotta attenta ma calibrata, mai oltre misura. Nella maratona si sa esattamente: che si va oltre una certa intensità dello sforzo quasi certamente “salterà” forse proprio al famigerato “muro” dei 30 km.

Significa dunque capire, per chi oggi opera in prima linea negli ospedali e nei servizi essenziali, ma anche per tutti quanti noi che siamo confrontati a una nuova situazione esistenziale, se in qualche modo si sta esagerando mettendo troppo sotto pressione il nostro fisico come la nostra mente. Il troppo nello sport, come in tutti i contesti della vita, può essere pericoloso. Il controllo dovrebbe essere fatto dalla persona stessa ma anche dai colleghi e dai responsabili.

È anche necessario recuperare gli sforzi. È inutile voler fare gli eroi. Si può resistere per un po’ ai livelli più stressanti ma poi si pagano quasi sempre le conseguenze. In maniera spesso pesante. È una legge fondamentale anche per chi fa sport e per ogni maratoneta.

Quindi il primo lavoro deve essere fatto su se stessi. Concedersi dei time out per capire qual è il proprio grado di affaticamento, la propria condizione psicofisica. L’organizzazione e la gestione delle incombenze sono anche fondamentali: non ci deve essere dispersione di energia. Come pure la motivazione: bisogna sostenersi l’uno con l’altro sapendo che in questo momento si sta facendo qualcosa di importante.

Poi è necessario avere un atteggiamento positivo: visualizzare il percorso di ogni giornata in maniera che se ne veda il progresso, il miglioramento. Da ultimo, immaginare le situazioni che possono creare difficoltà: una particolare procedura, un’incombenza, il rapporto con qualcuno. E cercare di risolverle al meglio.

LA PAROLA CHIAVE È DUNQUE “RESILIENZA”.

Quella forza interiore che si sviluppa praticando sport, quella capacità di superare i limiti della fatica, di tenere duro per arrivare al traguardo raggiungendo talvolta, contro ogni previsione, obiettivi insperati e risultati impensati.

Una forza che è tempo di applicarla ora a questa incredibile quotidianità che ci viene indicata, per superare i grandi sacrifici ai quali tutti siamo chiamati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ti può interessare anche

Chi è Alex Yee, il fenomeno che riesce a vincere le olimpiadi di triathlon e a correre la maratona in 2:06:38

Alex Yee è molto più di un campione olimpico. È il simbolo di una nuova generazione di atleti capaci di unire talento, intelligenza sportiva e profondità umana. Nato e cresciuto a Lewisham, nel sud-est di Londra, porta con sé una storia fatta di radici multiculturali, sacrificio e determinazione. Dalla corsa al triathlon, passando per momenti di grande difficoltà e rinascita, il suo percorso racconta non solo una carriera sportiva straordinaria, ma anche la costruzione di un’identità solida e consapevole.

leggi tutto »

Alex Yee protagonista a Valencia: il campione olimpico di triathlon vola e sfiora il record britannico in maratona

Alex Yee ormai non è più soltanto un fenomeno del triathlon: dopo l’ultima impresa alla Maratona di Valencia, può essere considerato a pieno titolo uno dei maratoneti più forti d’Europa. Il fuoriclasse britannico, oro olimpico nel triathlon un anno e mezzo fa a Parigi, ha confermato ancora una volta di avere un talento straordinario nella corsa, oltre che nel nuoto e nel ciclismo.

leggi tutto »

Università della Svizzera italiana: tra dimissioni, fondi pubblici e un progetto che si sta smarrendo

L’addio anticipato di Luisa Lambertini riporta in primo piano l’instabilità gestionale dell’USI. La mancanza di una guida stabile solleva interrogativi sulla capacità dell’ateneo di rispettare la propria missione originaria a favore dei giovani ticinesi. Il nuovo rettore ad interim, Gabriele Balbi, eredita un’istituzione percepita come sempre più distante dal territorio. Nonostante i consistenti finanziamenti pubblici, restano incerti i benefici reali per il Cantone. Le dimissioni rappresentano dunque un segnale critico che impone all’università di ridefinire obiettivi e responsabilità per non gravare sulle future generazioni.

leggi tutto »