Un’escursione molto bella e non troppo difficile che prende avvio da Muottas Muragl, raggiungibile con una comoda funicolare, e porta alla splendida Capanna Segantini a 2731 m di altitudine.
C’è un luogo, nella bella e luminosa Engadina, che soprattutto d’estate attira turisti provenienti da ogni parte del mondo. Gente comune ma più spesso escursionisti con qualche interesse per la cultura e in particolare il mondo dell’arte.
Quale luogo sarà mai è presto svelato, così come il perché del suo interesse culturale: si tratta semplicemente della Capanna Segantini (“Chamanna Segantini”, in romancio) che si trova ad un’altitudine di 2731 m, proprio sopra il bel villaggio di Pontresina.
Rifugio, come si evince dal nome, dedicato al famoso pittore Giovanni Segantini (1858-1899) che proprio qui nei primi giorni d’autunno del 1899 stava terminando il dipinto “La Natura” parte di un trittico di altre opere che avrebbe dovuto figurare all’Esposizione universale di Parigi del 1900, allo scopo anche di propagandare le bellezze paesaggistiche di una regione.
Un rifugio, come si evince dal nome, dedicato al famoso pittore Giovanni Segantini (1858-1899) che proprio qui nei primi giorni d’autunno del 1899 stava terminando il dipinto “La Natura” parte di un trittico di altre opere che avrebbe dovuto figurare all’Esposizione universale di Parigi del 1900
Opera che non fu conclusa poiché per un improvviso attacco di peritonite che lo colpì in modo fulminante e inatteso sul monte Schafberg, Segantini morì il 28 settembre 1899, rafforzando il mito di un artista il cui nome aleggia ancora oggi tra gli artisti che hanno lasciato un segno, così come negli amanti dell’arte e in chiunque abbia a cuore la magnifica Engadina.
Segantini e l’Engadina
Segantini era nato ad Arco, in Trentino, all’epoca sotto l’Impero Austriaco, e visse un’infanzia difficile segnata da ristrettezze economiche. Rimasto orfano dalla madre a soli sette anni venne portato dal padre a Milano dove, dopo alcuni anni vissuti da ragazzo orfano e indigente, pressoché analfabeta e oltretutto apolide, riuscì infine ad iscriversi all’Accademia di Brera.
Iniziò così il suo percorso e la sua ascesa artistica che lo portò in seguito a una grande notorietà; nel 1886 ripara in Svizzera con la famiglia approdando a Savognin dove nella luce cristallina del paesaggio trova un mondo che si addice alla sua natura.
Da lì seguirà il trasferimento in Engadina (1894), a Maloja con la compagna di vita Bice Bugatti e i suoi quattro figli. Proprio con uno di essi, Mario, intraprende la scalata al rifugio sul monte Schafberg dove l’artista intendeva prendere ispirazione per terminare la sua monumentale opera.
Era nel pieno della sua maturità artistica, ispirato e avvinto dalla imponente bellezza del paesaggio alpino, “al centro del Tutto” per usare le sue parole.
Nelle maestose cime dell’Engadina, la sua arte raggiunse via via livelli eccelsi, forte del legame mistico e viscerale con il territorio montano. “La Natura era divenuta per me come un istrumento che suonava accompagnando ciò che cantava il mio cuore. Ed esso cantava le armonie calme dei tramonti ed il senso intimo delle cose, nutrendo così il mio spirito d’una melanconia grande, che producevami nell’anima una dolcezza infinita”.
Da Muottas alla capanna Segantini
Alla capanna Segantini si può giungere percorrendo diversi itinerari tra cui il più impegnativo è quello che parte direttamente dal villaggio di Pontresina: quasi mille metri di dislivello per un impegno di circa 2 ore e trenta minuti.
Quello che proponiamo in questa descrizione è però più facile (dura circa un’ora di cammino con meno di 300 m di dislivello) e perciò quindi adatto a tutti quanti possono vantare un allenamento per lo meno discreto in alta quota (siamo quasi a 3 mila metri di altitudine).
Il percorso prende avvio dalla stazione di Muottas Muragl che si trova ad un’altitudine di 2456 m. Stazione raggiungibile con la funicolare che parte da Punt Muragl, dove c’è un ampio parcheggio, situato all’entrata di Pontresina e a circa 5 km da St. Moritz.
Alla capanna Segantini si può giungere percorrendo diversi itinerari tra cui il più impegnativo è quello che parte direttamente dal villaggio di Pontresina: quasi mille metri di dislivello per un impegno di circa 2 ore e trenta minuti
Il sentiero verso la capanna inizia in… discesa, per superare in seguito un piccolo ponte e da qui salire lungo un versante ricco di pietre dove è stata scavata una lunga scalinata. Arrivati in cima si svolta a sinistra per proseguire ancora una ventina di minuti prima di giungere alla capanna, da cui gode di una vista straordinaria in particolare verso il maestoso ghiacciaio del Morteratsch e quello, altrettanto bello, in fondo alla Val Roseg.
Una sosta alla capanna, che custodisce alcuni documenti storici inerenti il pittore, anche solo per un breve pasto, è quasi d’obbligo. Il luogo e il panorama ispirano pensieri profondi: così che scendendo, poco prima che il sentiero compie la sua svolta sulla destra, per un attimo forse indugiamo, con un pizzico di commozione, ripensando alle belle parole di Gabriele D’Annunzio dedicate proprio a Segantini: “Partita è sui venti ebra di libertà l’anima dolce e rude di colui che cercava una patria nelle altezze più nude sempre più solitaria”. Segantini è sepolto nel piccolo cimitero di Maloja che più tardi accoglierà anche la compagna Bice e tre dei loro quattro figli.
Il sentiero dei filosofi
Dalla stazione di Muottas Muragl, pure punto panoramico d’eccezione sui laghetti engadinesi, c’è la possibilità di svolgere (anche in inverno con le ciaspole) un’altra interessante escursione, quella lungo il “sentiero dei filosofi”.
Un tragitto di circa sette chilometri dove si incontrano 10 cippi su ognuno dei quali è riportato un aforisma di un celebre filosofo. A ricordarci come il paesaggio engadinese ha ispirato davvero molti personaggi che poi sono entrati nella storia grazie alle loro opere e ai loro pensieri.
Regione | Engadina, Canton Grigioni (CH) |
Partenza | Muottas Muragl, 2456 m |
Arrivo | Capanna Segantini, 2731 m |
Dislivello | 275 m |
Durata | 1 ora |
Grado difficoltà | T1 |
Photo: © Nicola Pfund
Info: Capanna Segantini