Nella “terra dei magnán” per una bella pedalata a due passi da Lugano che ci porta alla scoperta di una Valle splendida e ricca di fascino antico.
Tra i piaceri più grandi per molti, in queste belle giornate invernali con una natura ormai spoglia ma sempre ricca di fascino, è certamente quello di inforcare l’amata bicicletta per percorrere e scoprire una delle tante valli del Ticino.
Ogni valle del Ticino ha una propria “personalità” che la contraddistingue.
Valli che sul nostro piccolo fazzoletto di terra si contano davvero numerose e che hanno una particolarità: ciascuna di esse presenta qualcosa di unico e straordinario, un tratto di personalità che la contraddistingue da tutte le altre.
Uno di questi itinerari ci porta in Val Colla per un percorso molto bello e interessante a un passo da Lugano, un giro che una volta compiuto lascia al ciclista un’intima soddisfazione, per le bellezze del luogo ma anche per avere compiuto una piccola “performance” atletica.
Un percorso ad anello
La nostra gita prende avvio dalla zona di Cornaredo per dirigersi verso Pregassona e la “Terzerina” dove imbocchiamo la “Via del lago”: una realizzazione recente che ci permette, avanzando lungo la vecchia linea del tram, di giungere in tutta tranquillità fino alle porte di Dino.
Siamo ormai a una quota più elevata e proprio da qui le vedute verso il basso e la città ci regalano i primi grandi panorami. Vedute che cambiano una volta giunti a Sonvico dove invece l’occhio è subito attratto dalla curiosa maestosità delle forme dei Denti della Vecchia.
A questo punto mancano 7,5 km a Maglio di Colla, la strada è piacevole, larga e dal fondo perfetto con il traffico che è quasi nullo. A Madonna d’Arla siamo già oltre gli 800 m di altitudine in un contesto ricco di alberi di castagno.
Nella terra dei “magnán”
Da Madonna d’Arla la strada scende per un certo tratto. È una caratteristica di questo percorso dove ai tratti in salita (tra cui alcuni strappi abbastanza impegnativi come quelli che portano a Bogno e Colla) se ne alternano altri pianeggianti o in leggera discesa.
In questi momenti la mente ha il tempo di riflettere sul luogo e magari di sorprendersi nel vedere questi villaggi appollaiati sull’altro versante, dove le cime arrotondate delle montagne appaiono prive di alberi e incise da profondi solchi scavati dall’acqua. Un tempo qui la vita non doveva essere facile e infatti gli abitanti della valle erano costretti ad emigrare.
Gli emigranti valcollesi erano chiamati “magnán” e si occupavano soprattutto di riparare oggetti usati per cucinare.
I valcollesi sono emigrati in mezza Europa, parlando il loro dialetto, detto rügin, come artigiani ambulanti, in qualità di “magnán” o “stagnino”, occupandosi quindi principalmente di riparare oggetti che venivano usati per cucinare.
Tanti itinerari alternativi
Sono davvero numerosi gli itinerari che si staccano da questo percorso ad anello, soprattutto quelli escursionistici molto frequentati in tutte le stagioni dell’anno.
I principali, seguendo il nostro percorso, sono questi: anzitutto da Madonna d’Arla abbiamo l’itinerario principale che in circa 1h50’ ci porta alla Capanna Pairolo (1347 m).
Più avanti, da Bogno, possiamo andare alla Capanna San Lucio (1542 m) e da qui proseguire verso la cima Fojorina (1810 m). A Cozzo prende invece avvio la “direttissima” che sale fino al Gazzirola (2116 m) divenuto, con l’aggregazione il punto di confine più a nord di Lugano.
Proseguendo, giungiamo a Signôra o, meglio ancora, a Corticiasca: qui inizia il sentiero, molto panoramico e frequentatissimo, che ci conduce al Monte Bar. È tutto? No anche da Tesserete, andando verso Gola di Lago possiamo raggiungere Motto della Croce e l’Alpe Davrosio. Tutto questo a piedi: in bicicletta possiamo però arrivare, con una deviazione sempre nel capoluogo della Capriasca, fino al Convento di Bigorio, il più antico della Svizzera.
La parte conclusiva
Il rientro avviene da Tesserete percorrendo un’altra bella ciclabile, anche qui ricavata dal vecchio percorso ferroviario chiuso nel 1967 e che ci porta fino a Canobbio. A conferma del fatto che il giro della Val Colla non presenta più nelle parti iniziali, quelle trafficate alla periferia della Città, dei luoghi di rischio per il ciclista.
Il rientro avviene da Tesserete percorrendo un’altra bella ciclabile ricavata dalla vecchia linea della ferrovia.
Prima di involarci nell’ultima discesa che ci porta su Via Trevano, dopo avere pedalato fin qui per circa 35 km, ci voltiamo un’ultima volta ad ammirare da lontano le cime arrotondate della Val Colla che abbiamo appena percorso.
Così che, congedandoci dal luogo, ci vengono in mente le parole dello scrittore Aldo Petralli dedicate alla “sua” Valle: “Sono una piccola valle e mi stendo a pochi chilometri dalla ridente cittadina di Lugano, verso levante, nel tratto superiore del fiume Cassarate che si getta nel limpido Ceresio, dopo essere nato nel cuore delle mie montagne. Mi chiamo Valcolla e ho preso il nome dal paesino omonimo Colla, il capoluogo, situato al centro di una catena di colline. (…) Bianche strade carrozzabili si snodano e si alzano a serpentina dal fondo a toccare i miei villaggi sparsi; cupe pinete, frondose selve castanili e secolari faggeti si fondono; prati e pascoli, con i loro cascinali sperduti, s’abbracciano sui pendii dei miei monti e il profilo ineguale delle mie montagne curva e declina dolcemente verso la valle di Lugano che pian piano si allarga” (Una piccola valle racconta, 1962).
Regione | Luganese |
Luogo di partenza | Stadio Cornaredo, 299 m |
Dislivello | 720 m |
Lunghezza | 35 km |
Pendenza media | 3,2% |
Pendenza massima | 11-12% |