Cerca
Close this search box.

Immaginare il mondo dopo la fine del COVID-19

Non so se ha senso immaginare già adesso quello che sarà il dopo Covid-19. Ma io, approfittando anche di queste lunghe giornate di “isolamento forzato”, ci ho provato lo stesso. L’ho fatto appoggiandomi alle riflessioni di due grandi personaggi, quelli che nel mare magnum di considerazioni che hanno inondato la rete e i media in queste settimane mi hanno toccato maggiormente, perché attraverso le loro parole ci hanno già indicato uno scenario possibile, pieno di fiducia e speranza.

Si tratta del celebre scrittore israeliano David Grossman, autore di libri di grande successo, tra cui Qualcuno con cui correre e Ci sono bambini a zig zag, nonché di Bill Gates,  personaggio famosissimo in tutto il mondo, creatore di Microsoft e oggi grande filantropo impegnato a lottare per la protezione della salute nel mondo.

Dirò subito che entrambi vedono in questa tragica pandemia che sta interessando ormai tutti i paesi del globo una grossa opportunità per cambiare, ma in positivo. Le loro parole sono infatti piene di speranza e concordano su un fatto: il coronavirus ci insegnerà ad essere più umani. Una prospettiva affascinante e subito condivisa da molti, anche se forse non tutti saranno d’accordo…  

David Grossman

Lo scrittore israeliano ha espresso il suo pensiero in particolare in un articolo pubblicato su Repubblica lo scorso 19 marzo e intitolato “Dopo la peste torneremo ad essere più umani”. Le sue parole colpiscono già dalle prime righe: “Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente. Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso. Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge o al partner. Di mettere al mondo un figlio o di non volere figli. Di fare coming out. Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui”.

“La presa di coscienza della fragilità e della caducità della vita spronerà uomini e donne a fissare nuove priorità. A distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile. A capire che il tempo – e non il denaro – è la risorsa più preziosa”.

Prosegue Grossman: “La presa di coscienza della fragilità e della caducità della vita spronerà uomini e donne a fissare nuove priorità. A distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile. A capire che il tempo – e non il denaro – è la risorsa più preziosa. Ci sarà chi, per la prima volta, si interrogherà sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi. Sugli amori che non ha osato amare. Sulla vita che non ha osato vivere. Uomini e donne si chiederanno – per poco, probabilmente, ma ci faranno un pensierino – perché sprecano l’esistenza in relazioni che provocano loro amarezza”.

Concetti forti che lasciano il segno. Idee che possono emergere solo in certe situazioni, quando la vita si è fatta in qualche modo più sottile, le certezze si sono disintegrate e il tempo, soprattutto il tempo è diventato qualcosa di estremamente prezioso e che perciò non va sprecato, cercando di dare alle nostre vite quel significato e quel valore che in qualche modo ci permetta di dire che non sono state inutili, ma hanno prodotto qualcosa di positivo, hanno avuto un senso…

Bill Gates

Bill Gates, da parte sua non è da meno rispetto a Grossman. Del resto lui stesso l’aveva già previsto in qualche modo questo scenario, nel marzo del 2015 durante un famoso Ted Talk: “La prossima guerra che ci distruggerà non sarà fatta di armi ma di batteri. Spendiamo una fortuna in deterrenza nucleare, e così poco nella prevenzione contro una pandemia, eppure un virus oggi sconosciuto potrebbe uccidere nei prossimi anni milioni di persone e causare una perdita finanziaria di 3.000 miliardi in tutto il mondo”. Ascoltando l’intero messaggio, appena otto minuti, viene da pensare che l’uomo più ricco del mondo sia anche il più saggio, e persino il più chiaroveggente tra di noi.

Il filantropo americano, in una lettera pubblicata anch’essa di recente, ha indicato le 14 lezioni che dovremmo trarre da questa emergenza legata al coronavirus, specificando all’inizio le sue intenzioni e la sua volontà: “Voglio condividere con voi quello che sento che a parer mio ci ha insegnato veramente il Coronavirus”. Eccole.

Che cosa ci ha insegnato veramente il Coronavirus (COVID-19)?

-> “Ci sta ricordando che siamo tutti uguali davanti a una situazione di crisi, indipendentemente dalla nostra cultura, religione, occupazione, situazione finanziaria o dalla nostra fama. Questa malattia ci tratta tutti allo stesso modo, e forse dovremmo iniziare a farlo anche noi. Se non mi credete, chiedete a Tom Hanks.

-> Ci sta ricordando che in qualche modo siamo tutti collegati, e che se qualcosa colpisce noi avrà effetto anche su altre persone. Ci sta ricordando che i falsi confini che abbiamo creato hanno poco valore perché questo virus non ha bisogno di un passaporto. E mentre ci opprime per questo breve periodo di tempo, ci sta ricordando di coloro che hanno passato la loro intera vita a subire oppressioni.

-> Ci sta ricordando quanto sia preziosa la nostra salute anche quando non ce ne rediamo conto e la trascuriamo mangiando cibo povero di nutrienti e acqua potabile contaminata da sostanze chimiche. Se non ci prendiamo cura della nostra salute ci ammaleremo.

-> Ci sta ricordando che la vita è corta e che quindi dobbiamo fare ciò che è più importante, cioè aiutarci a vicenda, e specialmente aiutare coloro che sono anziani o malati. Il nostro scopo nella vita non è comprare rotoli di carta igienica.

-> Ci sta ricordando quanto è diventata materialista la nostra società e come, in momenti di difficoltà, riscopriamo gli elementi essenziali di cui abbiamo veramente bisogno (cibo, acqua, medicine), in contrapposizione ai lussi a cui talvolta inutilmente diamo valore.

-> Ci sta ricordando quanto sia importante la nostra vita familiare e quanto invece la trascuriamo giorno dopo giorno. Ci sta costringendo a tornare nelle nostre case in modo da ricostruire i nostri rapporti e rafforzare il nostro nucleo familiare.

-> Ci sta ricordando che il nostro vero lavoro non è effettivamente il nostro lavoro, perché quello che facciamo non è ciò per cui siamo stati creati. Il nostro vero lavoro è prenderci cura gli uni degli altri, proteggerci a vicenda e giovarci a vicenda.

-> Ci sta ricordando di tenere sotto controllo il nostro ego, perché non importa quanto grandi pensiamo di essere o quanto grandi siano gli altri, un virus può fermare tutto il nostro mondo.

-> Ci sta ricordando che il potere di libero arbitrio è nelle nostre mani. Possiamo scegliere di cooperare e aiutarci a vicenda, condividere, dare, aiutare e sostenerci l’un l’altro, o possiamo scegliere di essere egoisti, accumulare, prenderci cura solo di noi stessi. È vero che sono le difficoltà a mettere in risalto i nostri veri valori.

-> Ci sta ricordando che possiamo essere pazienti o che invece possiamo farci prendere dal panico. Possiamo capire che questo tipo di situazione è già accaduta molte nella storia e che presto o tardi passerà, oppure possiamo andare nel panico e vedere questo momento come la fine del mondo e, di conseguenza, causarci più problemi che benefici.

-> Ci sta ricordando che questa sì può essere la fine, ma anche un nuovo inizio. Questo può essere un momento di riflessione e comprensione, in cui riusciamo a imparare dai nostri errori, oppure può essere l’inizio di una spirale che continuerà fino a quando finalmente impareremo la lezione a cui siamo destinati.

-> Ci sta ricordando che la nostra Terra è malata. Ci sta ricordando che dobbiamo analizzare il tasso di deforestazione con la stessa urgenza con cui sono spariti tutti i rotoli di carta igienica. Noi ci stiamo ammalando perché la nostra casa, la Terra, è ammalata.

-> Ci sta ricordando che dopo ogni salita, c’è sempre una discesa. La vita è un processo ciclico, e questa che stiamo vivendo è solo una fase di questo ciclo. Non abbiamo bisogno di andare nel panico, anche questo momento passerà.

-> Mentre in molti vedono il Coronavirus come un immenso disastro, io preferisco vederlo come un *momento di correzione*. È venuto per ricordarci delle lezioni importanti che sembravamo aver dimenticato, e ora spetta a noi impararle per il futuro”.

Queste le parole di due grandi protagonisti della nostra epoca. A ciascuno di noi la possibilità di riflettere su di esse ma soprattutto di trarne le giuste lezioni!

Vedi anche: Chi pensa che si potrà tornare a vivere come prima si sta illudendo; La pandemia potrebbe cambiare completamente il nostro modo di vivere; I giovani e il valore del tempo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ti può interessare anche

Pizzo Rossetto – Cima di Töira (2097 m) da Anvéuda, Valle di Blenio

Ecco un’escursione molto bella e adatta a tutti! Prende avvio da Anvéuda (1676 m) per salire al Pizzo Rossetto (2097 m) un punto panoramico d’eccezione sull’alta Valle di Blenio. Anvéuda è un gruppo di case molto caratteristico che si trova non molto distante dalla capanna Dötra. Può essere raggiunto anche in automobile (l’auto, per chi lo volesse, può essere lasciata anche a Marzanéi, 800 m prima) dal bivio che, tra Camperio e Campra, si stacca sulla destra…

leggi tutto »

Un’escursione a piedi sui Monti di Lego

Questa passeggiata facile e adatta a tutti ci porta ai Monti di Lego (1110 m), nel Locarnese, un terrazzo alquanto panoramico che si affaccia sul Lago Maggiore e dove troviamo alcune case sparse, un romantico edificio religioso, situato poco distante da un piccolo stagno, e la Capanna Grotto che offre piatti nostrani accompagnati da un ottimo Merlot.

leggi tutto »

Incontro con l’autore: «Sull’amore» di Hermann Hesse

«Sull’amore» di Hermann Hesse è una raccolta di riflessioni intense e poetiche che indagano il significato dell’amore nelle sue varie forme. In questa opera, Hesse esplora l’amore non solo come sentimento romantico, ma anche come esperienza spirituale e occasione di crescita personale. Il testo si distingue per la sua profondità psicologica e per la capacità di toccare il lettore su temi universali come il desiderio, la solitudine, la necessità di libertà e la ricerca di senso nella relazione con l’altro.

leggi tutto »

PARIGI, MON AMOUR: IL RACCONTO DI UNA BREVE VACANZA NELLA «VILLE LUMIÈRE»

Parigi incanta per la sua eleganza senza tempo, i romantici boulevard, e la maestosità dei suoi monumenti come la Torre Eiffel e il Louvre. La città fonde arte, storia e cultura in ogni angolo, con caffè vivaci, musei straordinari e un’atmosfera che ispira creatività. La sua luce, soprattutto al tramonto, la rende una vera “Ville Lumière”, un luogo dove ogni passeggiata regala meraviglie e bellezza.

leggi tutto »