
“Mit dem Fahrrad über die Schweizer Pässe”
MIT DEM FAHRRAD ÜBER DIE SCHWEIZER PÄSSE
“Radfahren auf den Schweizer Pässen ist mehr als eine sportliche Leistung. Es ist die Möglichkeit, sich in einer majestätischen, historisch reichhaltigen Umbegung, inmitten von Bergen und unverschmutzten Tälern auf die Probe zu stellen, die Lust die Essenz des Lebens zu entdecken, die unser normaler Alltag oft unterdrückt…”.
Das Buch beinhaltet eine Beschreibung von über 40 Fahrten über die wichtigsten Schweizer Pässe. Ein kompletter Reiseführer für alle, reich an Informationen und Ratschlägen.
Mit dem Fahrrad über die Schweizer Pässe
Photo: N. Pfund


“Il mio rapporto con lo sport”, oggi su “ExtraSette”
“Perché la magia sta proprio in questo: che dopo aver corso, pedalato o nuotato ci si sente sicuramente diversi da come si era prima di farlo. Ci si sente meglio rispetto a se stessi e agli altri, più positivi verso il proprio posto in questo mondo. E allora se prima si stava bene, dopo si starà ancora meglio e se invece c’era magari qualche problema, con una mente più libera sarà certo più facile trovarvi una soluzione.”
Oggi su “ExtraSette”, settimanale del venerdì allegato al “Corriere del Ticino” parlo del mio rapporto con lo sport. Di come si è evoluto nel tempo, passando dall’approccio competitivo a quello più legato al benessere, e di quelli che sono – davvero tanti! – gli aspetti positivi di una pratica sportiva non esasperata.
“L’attività fisica – dico a un certo punto, ed è assolutamente vero – mi ha garantito una qualità di vita che difficilmente avrei potuto raggiungere in altro modo.”
Buona lettura!
Leggi anche: Ricominciare con prudenza; Trovare tempo per se stessi; La corsa, che passione!; Turismo lento e sci di fondo; Dare sempre il meglio di sé; Se il corpo lo segnala è meglio rallentare; L’allenamento e i suoi principi; L’attività fisica aiuta lo studio; Correre da soli o in compagnia?; Il mio rapporto con lo sport; Quei chiletti di troppo… che ci rallentano nella corsa; I benefici del Nordic walking

La corsa a piedi, una vera fonte di vita e di gioia!
“Esattamente nel momento in cui le mie gambe cominciano a muoversi, i miei pensieri cominciano a volare.” – Henri David THOREAU
“Ci sono tante ragioni per correre. Una di queste – forse la più importante -, è che dopo aver corso ci si sente sicuramente diversi da come si era prima di correre. Ci si sente meglio rispetto a se stessi e agli altri, più positivi verso il proprio posto in questo mondo. Ci si sente più connessi con la natura e le cose essenziali della vita, più in salute, più spontanei, più ricchi di energia – in una parola, più vivi.”
MENTE SPENTA? FAI UN PO’ DI JOGGING!
5 novembre. Oggi la giornata è fredda, il cielo è coperto. C’è aria di neve. Forse ti senti un po’ giù e poco ispirato. La mente fatica a pensare cose belle e positive.
Corri e ti sentirai subito meglio. Ecco una cosa meravigliosa del jogging. In qualunque stato ti trovi, dopo aver corso il tuo livello di buonumore sarà salito. La corsa crea energia positiva. Se ti senti stanco, dopo un po’ di jogging sarai sprizzante d’energia. Se lo eri già prima, dopo lo sarai ancora di più.
Se sei pressato dalle incombenze della vita quotidiana, correre ti aiuta. Perché se la mente è libera, i ragionamenti sono più fluidi e i problemi trovano spesso più facilmente una soluzione. E di conseguenza rimane più tempo per se stessi e per coltivare i propri interessi. È un circolo positivo in cui vale la pena entrare.
Di più, correre può anche creare delle opportunità. Non è infatti vero che si pensa meglio e si è più creativi mentre si corre? Bene, allora la prossima volta che usciamo a correre pensiamo a qualcosa di creativo per realizzare, ad esempio, delle nuove opportunità lavorative.
Magari abbiamo un’ispirazione per inventare qualcosa di nuovo che ci permette di realizzare dei sogni, o magari di fare qualche nuovo progetto, oppure di concludere, per chi opera nel commercio, qualche… ottimo affare.
Lasciamo che il jogging crei energia per noi. E che questa energia ci serva per raggiungere delle alte mete nella nostra vita.
Fonte: La filosofia del Jogger
Photo: P. Grudan

Un mondo a due ruote anche d’autunno? “Millevoci” 2.10.2017
Un mondo a due ruote anche d’autunno?
È questo il titolo che è stato dato alla puntata del 2 ottobre di “Millevoci”, puntata trasmessa da Rete Uno della nostra Radiotelevisione di lingua italiana. “Millevoci” è certamente una delle trasmissioni più seguite, forse la più seguita in assoluto vista la fascia oraria (dalle 11 a mezzogiorno) dell’emittente radiofonica svizzera italiana (seguita anche oltralpe e nel nord Italia) ed è quindi stato un onore, per me, avervi preso parte ed esservi stato invitato.
L’esperienza è stata oltremodo positiva sotto ogni punto di vista. Durante l’ora in diretta ho potuto parlare, credo con discreta disinvoltura grazie anche alla bravura di Nicola Colotti, il conduttore della trasmissione, di temi che mi stanno a cuore, in particolare legati al mondo della bicicletta e alla mobilità dolce.
Oltre a me ha partecipato alla trasmissione un membro del comitato di Provelo Ticino, il meteorologo Matteo Buzzi, che in collegamento telefonico ha proposto delle interessanti e pertinenti osservazioni.
La puntata può essere riascoltata facendo click sul seguente link:
Di seguito ecco le righe di presentazione alla puntata preparate dai responsabili del programma radiofonico.
“Un libro, una bicicletta e un appassionato sportivo. La passione è quella per il territorio della Svizzera italiana descritto attraverso 26 itinerari da percorrere in sella a un mezzo tra i più ecologici. “In bicicletta su e giù per il Ticino” di Nicola Pfund non fa che confermare, con il suo successo in libreria, una tendenza in atto ormai da qualche anno, quella di una regione che potrebbe diventare sempre più (ma a certe condizioni) terra di amanti della pedalata.
Non soltanto sentieri per camminare dunque, ma anche strade e percorsi ciclabili, meglio se fuori dai centri urbani congestionati dal traffico. E non soltanto d’estate. Da dove viene questa voglia di bicicletta che contagia sempre più persone di tutte le età? Quali prospettive apre, anche dal punto di vista turistico oltre che ecologico, ricordando che la bicicletta è un efficiente mezzo di trasporto?
Ospiti:
Nicola Pfund, docente alle Scuole professionali, atleta, scrittore
Matteo Buzzi, meteorologo, membro di comitato di Provelo Ticino”

“Mancano piste e buonsenso” l’opinione di Nicola Pfund
Su settimanale “Il Caffè” di domenica 15 ottobre 2017 è apparso un interessante contributo dedicato alla “mobilità dolce”. In particolare l’attenzione è stata rivolta all’uso della bicicletta e alle sue problematiche che si possono vedere in Ticino.
Da noi la sensibilità verso l’uso della bicicletta, soprattutto nei centri urbani come Lugano, ma non solo, non è molto sviluppata. Ne consegue che il ciclista si trova spesso in situazioni di oggettivo pericolo.
Una problematica che tocca soprattutto i “neociclisti” ovvero coloro che decidono di inforcare una bicicletta magari avendo già una certa età e dopo anni che non veniva utilizzata, in particolare attratti dalla praticità e comodità delle e-bike.
Insomma, sembra che di questi tempi non passa giorno senza che si parli di qualcosa che concerne la bicicletta e il suo utilizzo in Ticino. Penso che in parte sia anche da ascrivere, e lo dico senza falsa modestia, al successo del mio volume In bicicletta su e giù per il Ticino, ancora oggi, quindi ad Autunno inoltrato, tra i più venduti in Ticino ma anche nella vicina Italia.
Nell’articolo del “Caffè” sono stato intervistato anch’io e quindi potete trovate anche alcune mie impressioni sull’uso e le difficoltà che incontrano i ciclisti in particolare nelle zone cittadine. A questo proposito devo fare un plauso alla redattrice per la fedeltà con cui ha riportato le mie affermazioni date per telefono.
Unico aspetto da sottolineare… la foto che mi ritrae fedelmente sì, ma come ero qualche anno fa, sicuramente molto più giovane di come sono oggi… ma in fondo va bene così 🙂
Link al libro: http://nicolapfund.ch/portfolio/in-bicicletta-su-e-giu-per-il-ticino/

“In sella e in salita”, Nicola Pfund su Cooperazione
Questa settimana su Cooperazione un bel reportage su di me e il mio ultimo libro In bicicletta su e giù per il Ticino. Con la redattrice Raffaela Brignoni abbiamo percorso insieme un itinerario descritto nel volume, quello che da Biasca porta ad Aquila in Val di Blenio e ritorna di nuovo a Biasca.
Ne è uscito questo bel pezzo molto fedele all’esperienza vissuta tre settimane fa circa in Val di Blenio, in compagnia anche del bravo fotografo locarnese Massimo Pedrazzini che mi ha “immortalato” nelle immagini che potete vedere dell’articolo.
Buona lettura!
PS: Per leggere con calma fate click sull’immagine e poi ingrandite 🙂

«Le pedalate, iniezioni di buonumore», con Nicola Pfund
Ripropongo di seguito una bella intervista che feci nel 2012 per il settimanale Cooperazione, in occasione dell’uscita del libro “Sui passi in bicicletta” (Fontana Edizioni). Lo faccio anche in ricordo di un bel pomeriggio passato insieme alla brava redattrice Raffaela Brignoni al “mitico” Tea Room Beffa di Airolo.
LE PEDALATE, INIEZIONI DI BUONUMORE
Nicola Pfund, è insegnante e ciclista appassionato. Ha scalato più volte i principali passi elvetici e recentemente ha pubblicato un libro.
Lo incontro nello storico tea-room Beffa di Airolo. Sta conversando con un anziano signore del paese, appassionato anche lui di bicicletta. «È lui che mi ha raccontato che ogni tornante della Tremola porta un nome» mi spiega Nicola Pfund, in maglietta e pantaloncini, sfoggiando una bella abbronzatura. Nicola è insegnante di cultura generale. Dopo qualche giorno in Costa Azzurra, è venuto a prendere dimora nella sua residenza estiva. «Ho fatto la mia “transumanza” annuale ieri, da Breganzona a Prato Leventina». Una sorta di rituale che svolge in bicicletta. «Mah, ci avrò messo un po’ meno di tre ore. Non ne tengo più conto, non è come le prime volte quando, da buon sportivo, ero più attento ai tempi di percorrenza. Vedi? Non porto nemmeno l’orologio!» dice sorridendo Nicola. Se lo prendi per un pazzo della bicicletta, lui ti fa sentire un pazzo di pigrizia: «È chiaro, ci vuole un po’ di preparazione, ma tutti ce la possono fare. Con la bicicletta è come con l’appetito. Vien mangiando». Te lo dice con una leggerezza tale da credere di poter affrontare anche tu la Tremola, chiamando ogni tornante con il proprio nome, dopo qualche settimana di allenamento. Nicola macina chilometri in sella alla sua bicicletta.
La Svizzera la percorre in lungo e in largo da oltre 20 anni, cimentandosi spesso anche sui passi, alcuni scalati anche più volte. Ma macina anche libri per documentarsi sulla storia dei luoghi che visita. «La Svizzera è una vera e propria goduria per chi ama pedalare. Le strade sono in buone condizioni, ci sono molti passi e, con il ritmo della pedalata, ti prendi anche il tempo di guardarti attorno e vedi un sacco di cose cui non fai caso quando viaggi in auto». E queste esperienze, Nicola le racconta nel libro che ha pubblicato in maggio. «Ci ho messo tre anni a scriverlo. Ho anche scattato quasi tutte le foto che vi sono all’interno, è un lavoro che prende tempo. Devi cercare la giornata giusta e trovarti nel punto migliore per scattare una bella foto», spiega sfogliando il libro che conosce a menadito, come le strade che ha percorso per scriverlo.
Nonostante l’indubbia onestà con cui Nicola parla del piacere che si prova a pedalare in salita per decine di chilometri («le pedalate sono iniezioni di buonumore e benessere»), non si può non chiedersi da dove gli sia venuta questa passione per la bicicletta. «Mio nonno, negli anni Venti, è stato buon dilettante, ha vinto numerose gare anche a livello nazionale. Mi ricordo che da piccolo aggiustavamo insieme le biciclette. Ma da giovane ero attirato più dallo sport praticato come gioco. Ho iniziato con il basket. Solo più tardi ho cominciato le attività di resistenza. Sono stato tra i primi a praticare il triathlon in Ticino e ho sempre fatto bicicletta. In estate pedalo quasi tutti i giorni, ma comunque continuo sia con la corsa sia con il nuoto. Non faccio sport spinto dalla voglia di superare dei record. Lo sport per me è la soddisfazione di arrivare in cima ad un passo, di aver acquisito la capacità – la resistenza e la forza fisica e mentale – per farlo. Andare in bicicletta è anche un mezzo per conoscermi meglio. Lontano dai piccoli problemi della vita quotidiana, mi ricentro su me stesso: è una forma di meditazione. Non ho bisogno di andare in Tibet per questo. E poi, percorrendo più volte i passi, inizi a conoscerli.
Ognuno ha una sua personalità e ogni volta che lo affronti, scopri cose nuove, e la tua conoscenza si fa più ricca di sfumature. Quando salgo il Gottardo e mi avvicino alla vetta, sento dei sibili, come dei sussurri. È il vento, ma per me è come se fossero le voci di tutti quelli che nel passato hanno attraversato questo passo, anche in condizioni avverse. È incredibile pensare a tutti i destini che sono passati di qui: imperatori, papi, re, eserciti, emigranti, gli operai stessi che hanno costruito la strada. Nella fretta di tutti i giorni ci dimentichiamo di queste cose».
Pesa bene le parole Nicola, lo si immagina concentrato e assorto nel paesaggio, attento all’eco del passato, ma è anche una persona estremamente socievole e il ciclismo non è forse uno sport per lupi solitari? «No, a furia di fare i passi poi conosci gente. Ci sono altri appassionati della bicicletta che ho conosciuto sulla strada, abbiamo mantenuto i contatti e succede che ci mettiamo d’accordo per fare un’escursione insieme. Una volta, salendo la Tremola, ho conosciuto un giovane cicloturista tedesco. Era andato fino a Roma e stava tornando a casa.
Pedalando abbiamo avuto una bellissima conversazione: quando pedali, i contatti che crei sono più sinceri, più autentici. Inoltre, la bicicletta è un eccellente passe-partout: ovunque tu ti presenti in bicicletta sei il benvenuto. Capita, girando nel nostro paese, che una contadina ti offra del latte appena munto, che la gente ti accolga a braccia aperte». Le parole di Nicola, suonano come un invito a inforcare la bici e fare un tour de Suisse, alla scoperta di paesaggi, di persone e della nostra storia. O di provarci almeno, senza timore di prestazioni o di risultati, ma giusto per lo sfizio di sapere fin dove ci possono portare le gambe, letteralmente, passo dopo passo, tappa dopo tappa.
Fonte: Cooperazione, N. 30 del 24 luglio 2012, pp. 78-79
Testo: Raffaela Brignoni
Foto: Massimo Pedrazzini

Bici in salita, bella fatica!
Bici in salita, bella fatica! Sul settimanale Extra (p. 10, con riferimento anche nella nota introduttiva) del “Corriere del Ticino” un’ottima recensione del mio libro In bicicletta su e giù per il Ticino che viene indicato come “un piccolo caso editoriale estivo, visto il successo che sta riscuotendo”.
Ecco la parte iniziale dell’articolo/intervista:
Un piccolo caso editoriale estivo
È un “gesto di riconoscenza verso le salite del Ticino, per tutto quello che mi hanno dato”: così Nicola Pfund, autore di In bicicletta su e giù per il Ticino, 26 salite imperdibili alla scoperta di una regione, il libro che si sta profilando come un piccolo caso editoriale estivo, visto il successo che sta riscuotendo.
[…]

La bicicletta, un fantastico strumento di conoscenza
Sul quotidiano LaRegione di lunedì 14 agosto un’intera pagina (p. 2) è dedicata al mio libro In bicicletta su e giù per il Ticino che in queste settimane è tra i più venduti nelle librerie ticinesi. Un contributo che ho trovato molto bello e valido (tra i migliori che mi sono stati “dedicati” in questi ultimi vent’anni), firmato da Marino Molinaro, caporedattore della cronaca e pure grande appassionato delle due ruote. Di seguito ecco la parte introduttiva in cui viene presentato l’argomento, la tematica del libro e… l’autore.
SALITE, STORIA E LEGGENDE
“Sta riscuotendo un successo che va oltre le previsioni l’ultima fatica editoriale di Nicola Pfund, “In biciletta su e giù per il Ticino”, che descrive “26 salite imperdibili alla scoperta di una regione”. Nelle 333 pagine (Fontana Edizioni) le immagini e le spiegazioni più tecniche su pendenze, distanze e altimetrie sono sapientemente arricchite da aneddoti e leggende che l’autore ha raccolto fermandosi nelle località toccate nel suo peregrinare. Un viaggio nella storia, oltre che nel territorio della Svizzera italiana (vi sono anche due mete moesane), in sella a quel fantastico strumento di conoscenza che è la bicicletta. Dato agli archivi l’approccio più agonistico che per diversi anni lo ha legato alle due ruote in qualità di triatleta di punta, il ‘filosofo del benessere’ luganese, autore di diverse pubblicazioni, invita il lettore ad alzare la testa dal manubrio per farsi permeare da ciò che si incontra lungo la strada”.

Cultura e salute fisica salgono in sella
Un’intera pagina, pubblicata il 4 agosto 2017 sul Giornale del Popolo (p. 4), dedicata al mio ultimo volume intitolato In bicicletta su e giù per il Ticino. Un contributo di valore con un titolo assolutamente azzeccato. Davvero un’ottima promozione della bicicletta come strumento privilegiato di scoperta e di conoscenza del territorio!