IL MIO DECALOGO PER UNA VITA SANA E FELICE

Raggiunta ormai una certa (e veneranda) età ho forse acquisito qualche spicchio di saggezza in più? Bella domanda! Forse si o forse no. In ogni caso l’esperienza di vita che ho alle spalle mi porta a dire che, a mio avviso, sono dieci gli elementi che devono essere curati per vivere meglio il momento presente, per progettare il futuro...

Ma anche per fare fronte alle difficoltà della vita che, ormai lo sappiamo, non mancano mai. In una parola queste qualità vanno a costituire le nostre ancore di salvataggio anche per i momenti difficili, alimentando la nostra capacità di resilienza. Insomma, date un’occhiata e semmai ditemi cosa ne pensate: ogni critica, ovviamente, è ben accetta!

ALIMENTAZIONE-MOVIMENTO-ETICA-RIPOSO-AMBIENTE-LAVORO-AMICIZIE-DIVERTIMENTO-CULTURA-RELAZIONI

ALIMENTAZIONE

“Siamo quello che mangiamo” ha sentenziato il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (1804-1872). Qualcuno nutre dubbi in tal senso? E malgrado ciò non abbiamo una vera cultura dell’alimentazione, del mangiare bene e sano. La scuola raramente se ne occupa, tante famiglie non se ne fanno un problema.

Così, spesso, ci nutriamo a casaccio e piuttosto male. I nostri organi più sensibili – fegato, pancreas, ecc. – allora gridano e ne soffrono e poi…, magari, si ammalano. Semplicemente per questo: perché non li abbiamo capiti e rispettati…

È importante curare sia la qualità (frutta, verdura ai primi posti), che la quantità (mantenere un bilancio calorico con quel che si consuma, per evitare di accumulare grassi) oltre alla assunzione: meglio cinque pasti al giorno che solo tre o, addirittura, due.

E infine non ci si scordi di questa semplice massima che ci viene da un detto popolare e che ci esorta, molto semplicemente, a fare “una colazione da re, un pranzo da principi e una cena da poveri”.

MOVIMENTO

Il concetto alla base è davvero semplice: siamo progettati per muoverci e non per restare fermi. Se stiamo fermi ci ammaliamo. È la nostra evoluzione di primati che ce lo dice, abituati fin dalla notte dei tempi a cacciare, saltare, rincorrere per sopravvivere.

Per vivere bene, gli esperti dicono che occorre fare movimento per almeno un’ora al giorno. Con un occhio di riguardo per quelle attività che sviluppano la resistenza aerobica, l’agilità e la forza. Quindi esercizi specifici e sport di resistenza, come escursionismo, corsa a piedi, bicicletta. Possibilmente senza esagerare, ma piuttosto a ritmo moderato.

L’attività sportiva praticata in contesti naturali ci permette anche di svolgere una sorta di meditazione in movimento, con grandi benefici per la psiche e la mente, staccandoci dai problemi della quotidianità per entrare in contatto con noi stessi.

ETICA

“Fai quello che devi, accadrà quello che può” ha detto il grande filosofo Immanuel Kant. A significare che è importante avere un comportamento etico corretto in ogni situazione – verso gli altri, il mondo, se stessi – a prescindere dal fatto che le nostre intenzioni abbiano poi un successo pratico o meno.

Lo sappiamo: si può avere ragione in molte situazioni, ma non sempre è il bene, il giusto o la verità a spuntarla. Possiamo anche subire dei forti e oggettivi torti, a volte quasi insopportabili. Situazioni difficili a cui saremmo tentati di reagire vendicandoci, distruggendo, facendo subire ad altri quello che è toccato a noi. Ma così facendo commetteremmo un grave errore: quello di portarci al livello dell’altro e del torto. È questo ciò che vogliamo?

La nostra forza d’animo sta proprio nel non rispondere per forza “a tono” commettendo lo stesso errore di colui che ha torto. Rispondere sì, se possibile, ma in modo da risolvere costruttivamente la questione, che a volte significa semplicemente non dire o fare proprio nulla. Mantenendo la nostra dignità di persone e portando le proprie cicatrici con dignità. Dimostrando che malgrado la sofferenza si è ancora capaci di sorridere, che malgrado si sia stati maltrattati si è rimasti gentili.

Avere un comportamento eticamente corretto è una delle soddisfazioni più grandi. Che richiedono una capacità e una forza d’animo non indifferente. Resistere alla tentazione di diventare il peggio, alimentando il male nella società, non è da tutti ma solo delle persone davvero forti e sagge.

RIPOSO

Il riposo è altrettanto importante dell’attività. Ma spesso ce ne dimentichiamo. “Chi dorme non piglia pesci” recita peraltro un vecchio adagio. Parole che vanno bene in questa società che viaggia a mille all’ora e che sembra non voler concedere pause a nessuno.

Così succede che per restare al passo con tutti gli impegni che ci vengono chiesti ci si obbliga ad entrare in un “circolo vizioso” che si trasforma in un vortice incessante di cose e attività da svolgere.

Risultato? Si è impegnati per gran parte del nostro tempo su questioni che magari non ci interessano neppure molto sacrificando il nostro tempo a disposizione, ma anche il tempo – importantissimo – che dovrebbe essere dedicato al riposo.

Dormire e dormire bene è infatti fondamentale per il nostro equilibrio psicofisico. Perché ci consente di “metabolizzare” le nostre esperienze quotidiane, recuperando la fatica e lo sforzo. Sul numero di ore ideali da dedicare al sonno vi sono diverse versioni e pareri, anche se in genere si è concordi nel ritenere che otto ore siano l’ideale.

AMBIENTE

In molti non ci fanno caso, ma l’ambiente in cui passiamo le nostre ore influenza il nostro stato d’animo. La nostra abitazione, il luogo di lavoro, il paese in cui abitiamo con le sue caratteristiche fisiche e architettoniche. Inconsciamente ne assorbiamo sia i pregi che i lati negativi.

Ora, se alcuni contesti sono indubbiamente sani e positivi, altri sono viceversa particolarmente “tossici”. Pericolosi per la salute e l’equilibrio, quindi fonte di stress piuttosto che di benessere.

Chiaro, a volte non possiamo scegliere. Siamo costretti a vivere in un certo posto, a lavorare in una certa struttura o edificio. Con, aggiungeremmo, certe persone. Che anche loro a volte possono essere fonte di negatività e di tossicità.

È importante sapere individuare queste situazioni per noi potenzialmente pericolose. E cercare di conseguenza delle soluzioni, ovvero degli ambienti possibilmente più sani. Che sovente sono lontani dai luoghi in cui si abita e si lavora. E che spesso li troviamo nella natura incontaminata e nel silenzio dei grandi spazi.

E poi, come detto, ci sono anche le persone. Quegli individui con cui si deve convivere per qualche ragione o motivo. Da loro è fondamentale proteggersi e non assorbirne l’energia negativa. Allontaniamoci dunque dalle persone che ci… buttano giù.

Allontaniamoci da quei litigi che non troveranno mai soluzione. Smettiamola di cercare di piacere a quelle persone che non riconosceranno mai il nostro valore. Più ci allontaniamo da ciò che avvelena la nostra anima, meglio staremo.

LAVORO

È una delle parti più importanti della nostra vita. Anzitutto in termini di tempo. Al lavoro dedichiamo mediamente otto ore al giorno e anche più, il tempo migliore della giornata, quello in cui siamo più freschi e produttivi.

Il lavoro ha una funzione fondamentale: noi siamo quello che facciamo. È quindi parte della nostra identità. Quando incontriamo una persona, tra le prime cose che chiediamo è proprio quale sia la sua attività lavorativa e per cosa abbia studiato.

Per queste ragioni bisognerebbe fare in modo che l’attività lavorativa sia di nostro gradimento e che ci permetta di realizzarci. Altrimenti diventa solo un obbligo che alla lunga può portare alla disaffezione e all’abbandono.

Il ruolo del lavoro è pregno di significato perché rappresenta il contributo concreto che noi diamo alla società. Infatti noi aiutiamo gli altri attraverso la nostra attività lavorativa e nel contempo ci rivolgiamo agli altri per quelle competenze di cui abbiamo bisogno, ma che da soli non sappiamo e possiamo realizzare.

Di più, guadagnando, il lavoro ci permette di vivere e di non pesare sugli altri. Un atteggiamento di sana responsabilità verso il prossimo. Dove ognuno, appunto, cerca di dare il proprio contributo e di fare la propria parte nella società in cui viviamo.

AMICIZIE

“Chi trova un amico trova un tesoro”: quanta verità! Gli amici veri sono pochi. Sono quelli che frequentiamo nei momenti spensierati, certo, ma che si vedono anche nei momenti difficili.

Anzi, soprattutto e proprio in queste occasioni, quando in genere, proprio a causa delle nostre difficoltà, siamo spesso lasciati a noi stessi. Gli amici veri invece no, non ci lasciano soli e anzi sono sempre disponibili ad ascolarci quando abbiamo bisogno di qualcuno con cui parlare e confidarci.

Da quanto detto è facile capire che l’amicizia senza interesse è quindi qualcosa di estremamente prezioso e che va coltivata giorno dopo giorno. E se le amicizie finiscono? Beh, vuol dire una cosa molto semplice: che probabilmente non sono mai state sincere.

DIVERTIMENTO

applausi

Guardiamo l’origine del termine. Divertimento deriva dal latino de allontanamento e vertere volgere. Quindi volgere altrove, deviare. Le attività che ci permettono di divertirci sono quindi quelle che escono dalla routine della quotidianità.

Possono quindi essere molteplici: cucinare può essere divertente, come leggere, guardare un film, ascoltare musica, fare sport, correre. Anche se in genere associamo il termine a qualcosa che è legato al divertimento e a certe modalità di evasione anche sfrenate.

Tutto va bene: importante è avere delle attività che ci distolgono per un certo tempo dalle occupazioni ordinarie. Che ci facciano stare bene e se possibile ritrovare la serenità e il sorriso.

CULTURA

Molte persone sono abituate a pensare alla cultura come a qualcosa di pesante e di noioso. Retaggio forse di un certo tipo di esperienza scolastica? L’insegnamento nozionistico e ripetitivo, poco entusiasta ed empatico, può fare grossi danni, nel senso che può portare molte persone a sviluppare una disaffezione per tutto ciò che ha il sapore di “culturale”.

Perdendo con ciò moltissimo, perché la vera cultura è nutrimento dello spirito. Prendiamo l’arte e i grandi pittori del passato e del presente, la musica, la letteratura… Nei libri buoni, ad esempio, quelli in cui risconosciamo qualche vago alone di noi stessi, possiamo trovare quegli stimoli per intravvedere nuove vie e soluzioni… che ci permettono di vivere una vita più piena e consapevole.

RELAZIONI

È il mondo degli affetti, quello con le persone che sentiamo più vicine e che possono essere la famiglia o il partner. È importante, come per le amicizie, coltivare questi rapporti, cercare di tenerli vivi e sani il più possibile.

Avere una famiglia alle spalle che ci sostiene è una delle fortune più grandi così come il suo contrario può rappresentare una fonte di difficoltà, anche non indifferente, e gli esempi sono tanti. Molte cause di disagio sociale nascono proprio da una costellazione familiare problematica.

Lo stesso riguarda il discorso che si può fare con il partner, il coniuge, il convivente. Può essere fonte di sofferenza ma anche di grande gioia, sicuramente tra le più belle e intense. Tanto che questo sentimento è stato cantato in modo unico e straordinario dai maggiori poeti di sempre.

E a me, questo universo tutto speciale che è l’amore tra due persone, piace proprio vederlo così!

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Lo sport del futuro sarà forse a porte chiuse?

Viviamo momenti di grande incertezza anche riguardo al futuro. Come sarà? Nell’immediato lo sport con grandi assembramenti potrebbe forse essere “congelato” a seguito dei rischi di diffusione del virus. C’è però anche una buona notizia

In questo particolare momento ci si interroga di come potrà essere il futuro dopo il coronavirus. Per qualcuno non sarà più lo stesso. Cambieranno molte cose, giocoforza fintanto che vi potrà essere di nuovo il rischio di una diffusione del virus.

Su questo punto concordano anche gli scienziati, come ad esempio l’epidemiologo italiano Luigi Lopalco il quale, in una recente intervista, ha detto che “fino a che non avremo il vaccino in tasca, e questo potrebbe richiedere anche anni, le nostre vite non saranno più le stesse”.

Sulla medesima linea anche alcuni ricercatori dell’“Imperial College” di Londra i quali hanno dimostrato che per tenere sotto controllo l’espansione del Covid-19 nei prossimi mesi sarà necessario  imporre delle misure di ‘social distancing’, per ridurre significativamente i contatti sociali.

“In questo senso è difficile immaginare lo scenario post-epidemia. Di certo i grandi assembramenti di persone saranno “a rischio” almeno finché il virus non potrà essere gestito e si sarà trovato un vaccino che ne permetta di annientare gli effetti.”

In questo senso è dunque difficile immaginare lo scenario post-epidemia. Di certo i grandi assembramenti di persone saranno “a rischio” almeno finché il virus non potrà essere gestito e si sarà trovato un vaccino che ne permetta di annientare gli effetti.

Ma per questo potrebbero volerci mesi, se non addirittura degli anni; per il prof. Lopalco è meglio non farsi troppe illusioni: “Per poter tenere sotto controllo l’Hiv, il virus dell’Aids, ci sono voluti decenni di ricerca e comunque in questo caso relativo al Covid-19 serve un cocktail di farmaci per tenerlo a bada”.

Ovvio, in questo momento è giusto essere prudenti su tutto. Anche sulle previsioni. Però forse è anche il caso di interrogarsi su quello che potrà essere nell’immediato futuro, per non arrivare impreparati: insomma, tenere conto di tutte le possibili variabili.

Nel mondo dello sport ci si sta muovendo in questa direzione: dopo la Mini Panda Marathon, per alcuni un azzardo, disputata in Cina qualche giorno fa con misure precauzionali e in cui i partecipanti hanno gareggiato muniti di mascherina, la ministra dello sport francese Roxana Maracineanu ha ventilato la possibilità di disputare il Tour de France a… porte chiuse.

Sono i primi segnali che potrebbero lasciare intendere che forse nei prossimi mesi lo sport spettacolo sarà ripensato o addirittura “congelato”. Niente stadi straripanti di gente, niente assembramenti come maratone o altro, ma forse formule diverse, con partenze scaglionate come appunto è avvenuto in Cina.

Scenari che possono togliere il sonno a molti, soprattutto ai grandi tifosi così come agli organizzatori di eventi e ai dirigenti sportivi. Non dimentichiamo l’indotto economico dello sport che è tra i più importanti a livello mondiale e che muove miliardi di dollari.

“In tutta questa preoccupazione potrebbe però esserci una buona notizia. Ed è che lo sport individuale e praticato a piccoli gruppi potrebbe non solo sopravvivere, ma a questo punto essere potenziato. Insomma, forse nell’immediato si assisterà a una piccola rivoluzione nell’approccio allo sport da parte di molte persone.”

In tutta questa preoccupazione potrebbe però esserci una buona notizia. Ed è che lo sport individuale e praticato a piccoli gruppi potrebbe non solo sopravvivere, ma a questo punto essere potenziato. Insomma, forse nell’immediato si assisterà a una piccola rivoluzione nell’approccio allo sport da parte di molte persone.

Meglio: a una (sana) riconversione. Ovvero: da spettatori “passivi” a partecipanti “attivi”. E questo è senz’altro positivo, ritenuto anche che andremo incontro a periodi difficili in cui sarà necessario per tutti mantenere un buon equilibrio psicofisico che spesso lo si ottiene proprio dalla pratica dell’esercizio fisico.

Insomma, se da un lato ci sarà una contrazione negli assembramenti e nelle folle di spettatori di eventi sportivi dall’altro forse si verificherà quello che non possiamo che vedere come un positivo cambiamento con un aumento dei praticanti, soprattutto negli sport individuali e di resistenza e questo a tutto beneficio della qualità di vita della popolazione.

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Non ben-avere ma ben-essere, oggi su “ExtraSette”

“C’è un paradosso da sciogliere. È quello del benessere. La nostra è una società in cui ve ne sarebbe in abbondanza. Eppure la gente è spesso insoddisfatta”. Oggi su “ExtraSette”. Buona lettura!

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Anche il tempo richiede qualità, oggi su “ExtraSette”

Oggi su “ExtraSette” affronto il tema dello sport da un’ottica particolare. Mi chiedo, cioè, come deve essere concepito affinché risulti veramente un veicolo di libertà e benessere. Me lo chiedo perché evidentemente penso che a volte non lo sia, ovvero non sia inteso con queste finalità: soprattutto quando si spinge troppo in certi ambiti, eccessiva competizione, esasperazione, che ne alterano il significato. Mi riferisco all’ambiente amatoriale, ovviamente. Insomma, un discorso forse un po’ “complicato” che però diventa chiarissimo se leggete il mio contributo su “ExtraSette”.

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