
Anche il tempo richiede qualità, oggi su “ExtraSette”
Oggi su “ExtraSette” affronto il tema dello sport da un’ottica particolare. Mi chiedo, cioè, come deve essere concepito affinché risulti veramente un veicolo di libertà e benessere. Me lo chiedo perché evidentemente penso che a volte non lo sia, ovvero non sia inteso con queste finalità: soprattutto quando si spinge troppo in certi ambiti, eccessiva competizione, esasperazione, che ne alterano il significato. Mi riferisco all’ambiente amatoriale, ovviamente. Insomma, un discorso forse un po’ “complicato” che però diventa chiarissimo se leggete il mio contributo su “ExtraSette”.
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I giovani e il valore del tempo
“La vita e il tempo sono i migliori insegnanti. La vita ci insegna a fare buon uso del tempo e il tempo ci insegna il valore della vita.”
Mi sarebbe piaciuto se a scuola ci fosse stata una materia in più, e che mi venisse insegnata con il massimo impegno: ma nei curricula scolastici di ieri e di oggi e di ogni paese, non se ne trova traccia. Mi riferisco al TEMPO, alla idea e alla dimensione e alla natura del tempo umano, del “tempo di vivere”, e non già del suo concetto astratto fisico-matematico.
Avrei voluto che qualcuno me lo avesse detto, subito e presto, da bambino e da adolescente, che il tempo vola. Che maestri e professori e familiari e amici più anziani, me lo avessero fatto capire quando ancora serviva a qualcosa, o avrebbe potuto servire, che i nostri giorni si consumano in fretta, sempre più in fretta.
Ma come pudicamente e ipocritamente la nostra società tace della morte, la cancella dal nostro orizzonte esistenziale, non fa nulla per sottolineare quanto sia prezioso, irrecuperabile e drammaticamente determinante ogni istante della nostra vita.
Ci lascia crescere nell’illusione dell’eternità, e inventa addirittura come immutabile la categoria dei giovani: che giovani restano in realtà per pochissimo tempo. E poi sono già uomini, adulti sul punto di invecchiare, anziani in attesa del nulla…
È alla luce di questa rimozione della brevità della vita, che al contrario si dovrebbe impostare – per rovesciarne i deprimenti effetti – ogni disciplina pedagogica. L’arte è lunga e la vita è breve, diceva un vecchio e inascoltato adagio. Ma è proprio così. E quando si parla di ricostruire valori che si sono fatti evanescenti, bisognerebbe proprio cominciare dal recupero del valore del tempo, che nessuno può mettere in discussione.
Tutti noi abbiamo poco tempo: per compiere un lavoro, per conseguire un risultato, portare a termine un progetto, godere di un amore o guarire le ferite di un dolore.
I giovani in particolare, a cui dedico questi miei pensieri di fine anno scolastico (e soprattutto a quelli delle ultime classi che lascio dopo alcuni anni di bella e arricchente esperienza in comune): hanno poco tempo per capire quali sono i loro interessi, quale la strada che veramente “sentono” di dover seguire e, in definitiva, anche per “essere giovani”, poiché la loro età vola via e si dissolve in un soffio…
A TUTTI i miei allievi degli ultimi anni un augurio sincero di un futuro radioso e ricco di soddisfazioni!