Separazioni e divorzi oggi sono all’ordine del giorno. In Svizzera due matrimoni su cinque si concludono con un divorzio. Inutile dire che questo tema è molto delicato: da esso derivano spesso molte sofferenze, disagi e problemi economici. La nostra società sembra non occuparsene molto, anche se rappresenta una ferita profonda per tante persone.
Ricordo il racconto che mi fece una ragazza incontrata sul treno un paio di anni fa in Francia, anche lei in viaggio in bicicletta. Grazie alla passione in comune entrammo subito in confidenza, parlando del più e del meno; fino a quando, ad un certo momento, mi raccontò questa sua storia che mi rimase molto impressa...
“Un giorno mi fecero una domanda a cui non seppi rispondere. Di cosa mi sentivo più orgogliosa. Io credo di non aver fatto del male a nessuno.
Lo sai, forse è perché un giorno quando ero piccola, caddi durante la lezione di danza classica. Diedi un colpo molto forte contro la sbarra, sai la sbarra per gli esercizi e mi misi a piangere come non avevo mai fatto.
Mi feci una piccola ferita che sanguinava. Mi spaventai perché era la prima volta che mi facevo male, perché pensavo a tutti i punti che mi avrebbero messo. Credevo di non poterlo sopportare.
Poi mia madre venne a prendermi e mi portò all’ospedale. I suoi occhi erano strani e io pensai che fosse per me e la mia ferita. Glielo domandai e lei mi disse che non era importante. Ma io insistetti. E le dissi: “Mamma mi fa male, mi fa tanto male”. E lei mi rispose che era un colpo, che al principio duole, ma che dopo passa.
Però continuava ad avere gli occhi strani. Non aveva lo sguardo di sempre. E quando arrivammo a casa dall’ospedale la trovai più vuota. Mancavano le pantofole per stare in casa di mio padre, il sacchetto del tabacco sulla credenza all’ingresso, la sua vestaglia, il suo rasoio elettrico…
E allora capii perché gli occhi di mia madre erano strani, perché non c’è niente che faccia più male, neanche la ferita di una bambina che perde l’equilibrio a una lezione di classica.”