Incontro con l’autore: «L’avventura di due sposi», di Italo Calvino
«L’avventura di due sposi» è un racconto di Italo Calvino che fa parte della raccolta «Gli amori difficili» (1958). Il racconto ritrae un episodio semplice ma profondamente simbolico nella vita quotidiana di una coppia di sposi appartenenti alla classe operaia, esplorando temi come la distanza emotiva e la routine.
3 risposte
In questo piccolo opuscolo viene spiegato dalla A alla Z come “servirsi” in modo sistematico, corretto e produttivo, di una biblioteca.
Uno dei punti a parer mio più importanti (in quanto motiva la nostra scelta di fonti per un’eventuale ricerca) va a rispondere alla domanda che sorge spontanea, “ma al giorno d’oggi servono ancora le biblioteche?” spiegando bene il perché.
A mio parere le biblioteche di certo servono ancora moltissimo anche nell’era di internet e dell’intelligenza artificiale, che è arrivata nelle nostre vite bruscamente, con un impatto molto marcato.
Questo perché in biblioteca si trovano molte cose che si possono si trovare anche in rete, però spiegate con molta più cura e molto più dettagliatamente, questo perché ogni libro è il risultato di moltissime ore, giorni, mesi, addirittura anni di lavoro di più persone che viene racchiuso nel prodotto finale.
È quindi logico che la qualità delle informazioni è quasi sempre migliore, e queste ultime sono di certo più attendibile di quelle che si possono trovare online (un articolo in rete può essere scritto e pubblicato in 5 minuti da chiunque).
È però importante dire che in rete si può anche avere accesso a molto materiale valido scritto da persone molto competenti, occorre però essere molto cauti quando si scelgono le fonti delle informazioni (magari comparando anche più fonti), e ovviamente sapere dove e come cercare, proprio come in biblioteca.
Per concludere penso che le biblioteche ricoprano un ruolo ancora molto importante in qualsiasi ricerca che si voglia fare, sia a livello personale oppure a scopo lavorativo, sono quindi una risorsa da non dimenticare nemmeno avendo accesso a tutto il web.
Io penso sia una cosa importante saper fare ricerca nella vita, perché per a noi è richiesto di… fare ricerca tutti i giorni. Non ce ne accorgiamo, ma anche per una semplice azione siamo tenuti a ricercare delle informazioni ed a verificarle. Ad esempio, quando si deve prendere il treno bisogna andare a ricercare a che orario e dove parte, e lo si farà su un canale ufficiale dell’azienda dei trasporti se si vuole essere sicuri che le informazioni siano corrette.
Non sapere far ricerca ci porta a credere per corrette le prime indicazioni che ci vengono fornite e ciò ci porta a sbagliare o a non conoscere qualcosa fino in fondo e quindi restiamo approssimativi.
A livello formativo – e di carriera professionale – è impossibile pensare di poter procedere senza essere in grado di cercare delle informazioni, verificarle, porsi delle domande e giungere a delle conclusioni. Solo se siamo noi stessi ad interessarci della cosa possiamo essere veramente certi che ciò che sappiamo sia la verità.
L’opuscolo sottolinea l’importanza di integrare le fonti online con quelle cartacee, evidenziando che il libro offre un grado di attendibilità e approfondimento spesso superiore rispetto alle informazioni reperibili su internet. Questo messaggio risulta particolarmente rilevante nell’era digitale, in cui l’accesso a una vasta gamma di risorse online può portare a una sottovalutazione del valore dei testi fisici.
Inoltre, l’opuscolo fornisce indicazioni pratiche su come utilizzare efficacemente una biblioteca, illustrando il sistema di disposizione dei libri e offrendo consigli su come condurre ricerche bibliografiche sia attraverso l’accesso diretto agli scaffali sia tramite i cataloghi informatizzati.
Complessivamente, questo opuscolo si presenta come una risorsa utile e informativa per incoraggiare i giovani studenti e/o apprendisti a sfruttare appieno le potenzialità della biblioteca come luogo di conoscenza e ricerca.