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Yuri, ciclo-viaggiatore alla scoperta del mondo

Di lui ho sentito parlare per la prima volta di recente, grazie a una bella intervista pubblicata sul “Corriere del Ticino” e realizzata dalla giornalista Chiara Nacaroglu. Mi riferisco a Yuri Monaco, 27enne operatore sociale di Vaglio, che mi è subito parso un personaggio interessante, da conoscere. La ragione? Semplice, ha avuto il coraggio, alla fine del 2017, di abbandonare l’auto per muoversi esclusivamente in bicicletta! Tutti i giorni. Con qualsiasi tempo. Per andare al lavoro e a scuola. Quindi fino a Barbengo, nel primo caso, e addirittura a Mendrisio nel secondo. Insomma, non proprio fuori casa… e da gennaio ad oggi ha già macinato ben 1800 chilometri!

Sapendo della sua frequenza alla Scuola per operatori sociali di Mendrisio, poco lontana dalla mia sede di lavoro, ho voluto approfittarne per proporgli di incontrarci. Cosa che è avvenuta puntualmente, venerdì 2 marzo, tra l’altro in una giornata imbiancata da una copiosa nevicata… Ci si poteva quindi aspettare che a causa delle condizioni “estreme”, Yuri avesse per una volta rinunciato alla sua bicicletta per un altro mezzo di trasporto. E invece, eccolo giungere proprio in sella alla sua bici… sorridente e pieno di energia…

Malgrado la neve non hai dunque rinunciato a scendere in bicicletta…

“Perché avrei dovuto? Non vedo nessun problema nello spostarsi in bici anche quando nevica. Le sensazioni, anzi, sono ancora più belle, basta solo fare un po’ di attenzione al fondo stradale e attrezzarsi in modo conveniente. La neve per me non è quindi una questione invalidante. Credo comunque che sia soprattutto una questione “mentale”: accettare che d’inverno fa freddo e ci può essere la neve, fa parte del gioco e non vi vedo nulla di male. Piuttosto avrei difficoltà a spostarmi in auto, magari inserendo il riscaldamento che per me provoca un ambiente non ideale.”

Quali sono per te i vantaggi dello spostamento in bicicletta?

“Sono parecchi. Anzitutto mi permette di vivere più pienamente lo spostamento. Mi piace anche fare fatica, per percepirmi, per sentirmi vivo. Spesso quando pedalo vivo un momento di contemplazione tutto per me. Ho tempo di elaborare i miei pensieri e le esperienze avute durante la giornata. Una situazione molto diversa dallo spostarsi in auto. Quando lo facevo fino a qualche mese fa ero spesso molto nervoso. L’ambiente chiuso dell’abitacolo, il traffico, le colonne non fanno per me.”

Quando ti sei reso conto che la bicicletta poteva essere per te un ideale mezzo di spostamento?

“È successo un po’ per caso. Tre anni fa con una mia amica abbiamo deciso di recarci in Val Bregaglia in bicicletta. Ci abbiamo impiegato due giorni, portandoci i sacchi in spalla e dormendo in tenda. Devo dire che non essendo abituato a pedalare (in effetti non sono mai stato un grande sportivo…) ho impiegato qualche giorno per recuperare lo sforzo. Ma è stata un’esperienza incredibilmente bella. Una vera e propria scoperta. Un nuovo modo di viaggiare e di vivere il paesaggio. Da allora la bicicletta è diventata parte integrante della mia vita e con essa condivido molte ore delle mie giornate.”

Pensi che il tuo esempio sarà presto seguito da altre persone?

“Francamente non lo so. Di certo è una scelta abbastanza “estrema” e quindi non evidente per tutti. Certo, sarebbe molto bello se aumentasse il numero di coloro che si spostano sulle due ruote, perché più gente si muove in bicicletta, più benefici per la comunità ci sarebbero. La gente si mantiene in salute, l’ambiente ne beneficia. Ma da noi è forse e soprattutto una questione di infrastrutture. Dobbiamo mettere a disposizione della gente delle condizioni favorevoli per pedalare. Prendiamo l’esempio della nuova ciclabile di Tesserete. Se prima i ciclisti che si spostavano sulla cantonale erano pochi, oggi grazie alla nuova ciclabile la situazione è cambiata radicalmente e constato che sono davvero sempre più numerosi i ciclisti che la utilizzano…”

Il fatto di percorrere parecchi chilometri in bici prima di raggiungere, ad esempio, la scuola non risulta stancante e quindi controproducente?

“Assolutamente no. Anzi, è vero piuttosto il contrario. Da casa mia, a Vaglio in Capriasca, fino a Mendrisio impiego circa un’ora. Un’ora di assoluto benessere visto che quando inizio la scuola mi sento sveglio, ragiono meglio, concentrato e molto reattivo mentalmente. Devo anche dire che la mia bicicletta attuale, che ho assemblato sulle mie esigenze, è molto comoda, mi permette di pedalare con grande agio anche se non è leggerissima, pesando circa 14 kg. È quindi un’esperienza che andrebbe anzitutto provata, perché in effetti si potrebbe pensare al contrario, ovvero che si inizi la giornata stanchi e quindi non nelle condizioni ideali.”

Con la bicicletta hai anche affrontato dei lunghi viaggi…

“È vero. Sono già stato in Islanda, in Spagna e l’anno scorso, viaggiando attraverso i Balcani, fino a Salonicco, in Grecia. Quest’anno ho già in programma un nuovo viaggio, ancora più impegnativo. Andrò fino in Iran per un percorso di circa 8 mila chilometri che mi impegnerà circa cinque mesi. Partirò a fine agosto con l’obiettivo di rientrare a febbraio. Come sempre mi organizzerò cercando di adattarmi alle situazioni e di spendere il minimo. La bicicletta è tuttavia un mezzo di trasporto che favorisce il contatto con la gente e quindi il mio obiettivo sarà quello di approfittarne, come ho fatto anche nel corso degli altri viaggi, per ricavarne un’esperienza significativa e arricchente, anche dal profilo umano.”

Buone pedalate allora, caro Yuri, ciclo-viaggiatore alla scoperta del mondo!

IL VIAGGIO IN IRAN

“From Switzerland to Iran”, questa la frase-simbolo che accompagnerà Yuri nel suo viaggio in Iran previsto per fine agosto, frase che si trova già ben stampata sul telaio della sua nuova bicicletta. Un viaggio che si potrà seguire, per chi lo vorrà, in “diretta” attraverso la sua pagina Facebook  al seguente indirizzo:

Lento è bello – Cronache semiserie di viaggi in bicicletta

Foto di apertura: Yuri Monaco in occasione del suo ultimo viaggio in Grecia (pagina FB di Y. Monaco)

Qui sopra le due immagini scattate venerdì 2 marzo che ritraggono Yuri con la sua bici (a sinistra) in un contesto ambientale piuttosto freddo e “imbiancato” e con il sottoscritto, in occasione dell’intervista

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