Il paesaggio è un educatore, come lo sono gli elementi e la luce. Un educatore lento, profondo, efficace. Un educatore esigente ma non pedante, tanto meno libresco.
A volte troviamo più nei boschi che nei libri, perché gli alberi ci insegnano cose che nessun maestro ci potrà dire. La funzione del paesaggio nella storia del nostro pensiero e della nostra educazione sentimentale è innegabile. Perché nutre la nostra anima di immagini.
Il suolo in cui siamo nati è il luogo primigenio di formazione, è come una pelle imprescindibile che precede gli apprendimenti. Un universo unico e variegato di situazioni, persone, cose, piante, animali, immagini, profumi, suoni, sentimenti, cielo…
Per noi il paesaggio natio è chiaramente il Ticino, la dolcezza dei colori e dei profumi dei suoi laghi prealpini fino alle zone montane e al profumo dei larici e delle pinete. Scoprire il nostro territorio in bicicletta, o a piedi, è qualcosa di particolare e rappresenta nel contempo una fortuna.
Questo semplicemente perché ci permette di entrare in questo paesaggio, di risvegliarne i sapori e i ricordi, di situarci nel presente, recuperando il nostro passato per guardare verso il futuro…