“Nicola Pfund è stato definito il “filosofo del benessere” perché è riuscito a conciliare la passione per lo sport e il talento per la scrittura, la salute del corpo e quello della mente”.
Iniziava così un’intervista che mi fu fatta dal giornalista Roberto Roveda per la rubrica Vitae apparsa su “Ticinosette” del 31 ottobre 2014. Una definizione nella quale mi ritrovo pienamente e che posso confermare attraverso le mie pubblicazioni, tutte incentrate attorno a questa idea di fondo. Ecco, di seguito, l’intervista integrale come venne pubblicata sul settimanale in quell’occasione.
DUE GRANDI PASSIONI
“Un momento chiave nella mia vita è stato quando ho potuto unire le mie due grandi passioni, l’attività fisica e la scrittura, cominciando a scrivere storie che parlassero di sport. Ho trascorso una vita all’insegna dell’attività fisica e dei libri, della sapienza del corpo e di quella della mente. Penso che l’una si alimenti con l’altra. L’altro mio centro di interesse è l’insegnamento. Oggi che sono docente, giornalista e scrittore posso dire di aver fatto nella vita quello che ho voluto veramente e che era nella mia natura.
LO SPORT
Partiamo dallo sport. Questa passione è nata da bambino, quando la sera giocavo con gli amici per strada, nel quartiere. Si costruivano capanne, si giocava a calcio, si andava in bicicletta. Una vera scuola di vita, dove ci si organizzava da soli, tra ragazzi. In gioventù ho praticato diversi sport: judo, ginnastica, nuoto, pallacanestro e infine triathlon. C’è, o ci dovrebbe essere, una spinta interna che porta a un’evoluzione anche nello sport, verso una maggiore consapevolezza. Io l’ho trovata negli sport di resistenza, soprattutto nel triathlon, una disciplina che si suddivide tra nuoto, bicicletta e corsa. Se all’inizio lo sport per me era soprattutto gareggiare, con il tempo mi sono scrollato di dosso la competitività, per apprezzare altro: la soddisfazione di raggiungere un obiettivo e quel benessere indescrivibile che regala l’attività fisica. Lo sport mi ha dato tanto: soddisfazioni vere e sincere, essenzialità, un senso grande e profondo di libertà, ma soprattutto salute e benessere. E poi mi ha dato l’ispirazione per scrivere i miei libri.
LA SCRITTURA E LO STUDIO
Per quanto riguarda la scrittura e lo studio in generale, da ragazzo ho vissuto l’approccio alla cultura in maniera un po’ “meccanica”, più per dovere che per piacere. Dopo le scuole magistrali ho studiato Filosofia per diventare bibliotecario, ed è stato durante la preparazione del mio lavoro di diploma alla Biblioteca nazionale di Berna che è avvenuta la svolta: ho provato quel piacere fine a se stesso di conoscere, di confrontarsi con il pensiero degli altri per costruire la propria verità e individuarsi meglio come persone. In quel momento, da ricettore passivo nell’ambito del sapere, sono diventato insaziabile fruitore di dati, notizie e aneddoti di ogni tipo. Prima attraverso i libri e le enciclopedie, poi sempre di più attraverso la Rete. Da questa esperienza è nato il desiderio di aiutare i ragazzi nei loro studi e così ho preparato un manuale di consigli su come svolgere le ricerche a scuola (Fare ricerca a scuola): un’attività, quella della ricerca, che può dare ai ragazzi grandi soddisfazioni e dare un senso al loro studio. In seguito ho scritto altri libri, tra cui quello storico sul mio quartiere di Breganzona, e poi libri dedicati allo sport, primo fra tutti quello sul triathlon. In seguito sono usciti i libri dei racconti e delle descrizioni dei miei tour in bicicletta attraverso la Svizzera e infine sono arrivati la Filosofia del Jogger e A-Z fitness, un prontuario su salute e benessere che punta ad apprezzare il movimento al di là dell’aspetto competitivo. Due anni fa ho iniziato anche a tenere un blog che mi sta dando grandi soddisfazioni.
FILOSOFO DEL BENESSERE
Mi hanno definito il “filosofo del benessere”: una definizione nella quale mi ci ritrovo. Ma il benessere per me non significa semplicemente agiatezza, o assenza di malattia. È anche questo, ma il concetto è molto più ampio e comprende lo sforzo, la capacità di mettersi in gioco, l’impegno per ottenere un obiettivo davvero voluto. Alla base del benessere c’è un percorso consapevole che mira a tirar fuori il meglio di sé, un po’ come, nell’antica Grecia, la coltivazione dell’areté: l’eccellenza umana. Il termine “areté” tradotto indica la “virtù”, ma il significato è più vicino a “essere il meglio che puoi”. In altre parole, promuovere l’areté significa che ognuno deve assumersi la responsabilità di essere il meglio di sé, di esprimere al massimo le proprie potenzialità. A mio parere questo concetto dovrebbe essere il punto di riferimento nei programmi scolastici e nello sport. Io cerco di promuovere questa idea di fondo nei miei libri, anzi, tutto il mio percorso esistenziale si è mosso in questa direzione.”
Testimonianza raccolta da Roberto Roveda
Fonte: Ticinosette, 31 ottobre 2014
Foto: copyright © Nicola Pfund