In bici sulle tracce della vita contadina di un tempo raccontate dal viaggiatore bernese Karl Viktor Von Bonstetten.
Uno degli aspetti più sorprendenti del Ticino è certamente la varietà del suo territorio. Ogni regione si caratterizza per qualcosa di particolare, così come ogni valle ha ciascuna una propria “personalità”.
Ne consegue che la nostra regione, per chi la percorre in bicicletta, difficilmente non offre qualcosa di interessante da conoscere. Praticamente ogni posto conserva qualche storia, qualche aneddoto curioso ed è per questo che si consiglia sempre, prima di inforcare la bicicletta, di informarsi bene sui luoghi che verranno toccati.
Un esempio è l’itinerario che ci conduce alla scoperta della bella Valle di Muggio, meta prediletta dei tanti cicloturisti del Mendrisiotto. Una valle che ci riporta indietro nel tempo facendoci fare un tuffo nel passato, perché qui l’antica comunione tra uomo e natura è davvero rimasta intatta, offrendoci ancora oggi testimonianze della vita contadina di un tempo.
Lo sguardo del viaggiatore
Se pensiamo alla Valle di Muggio il primo pensiero va forse ai formaggini divenuti famosi (oggi hanno persino un loro marchio di qualità) e che certamente sono molto apprezzati, soprattutto nella stagione estiva, dai frequentatori dei grotti. Ma oggi rimane nella mente, e forse ancor di più nel cuore di chi l’ha conosciuta e attraversata, anche per quei suoi ambienti magici e quel territorio caratterizzato da luoghi di inalterata bellezza. Ecco come l’ha descritta nelle Lettere sopra i baliaggi italiani il bernese Karl Viktor Von Bonstetten: “Ciò che caratterizza in particolar modo questa valle è l’ubertà di tutti i suoi versanti, che scendono dall’alto in basso in modo tanto ripido che, in molti luoghi, non si può sbirciar giù senza orrore dal sentiero pianeggiante, fin sullo splendido tappeto fiorito e sulle volte meravigliose dei noci e dei castagni […]. La valle laterale di Muggio, da Morbio Inferiore fin sul Monte Generoso, è lunga circa 6 ore. In Isvizzera non c’è un’altra valle simile a questa […]. Tutto – gli alberi, stupendi, che, sotto i piedi e sopra il capo del viandante, danno dappertutto ombra alle montagne; i campi, i prati, i vigneti, e le case pittorescamente raggruppate in sei villaggi – tutto sembra ovunque come appeso nell’aria”. Questi appunti “estivi” del Bonstetten sono del 1796, ma oggi ci vien da dire che non è cambiato molto, le impressioni sono le stesse.
Esperienza emotiva e visiva
Pedalare lungo questo tragitto che da Mendrisio ci porta fin sotto le pendici del Monte Generoso, è dunque prima di tutto un’esperienza emotiva e visiva: salendo l’occhio scruta con interesse i ridenti villaggi che, da una parte all’altra della valle, sembrano dialogare tra loro, così come non passano inosservate le splendide distese di boschi e gli assolati pascoli nelle macchie verdi.
«Tutto – gli alberi, stupendi,
che, sotto i piedi e sopra
il capo del viandante,
danno dappertutto ombra
alle montagne»
Caneggio, Bruzella, Cabbio, Muggio, Scudellate, Roncapiano… sono i bei villaggi toccati risalendo la valle dal versante sinistro: nuclei intatti, ricchi di antiche testimonianze, come la bella chiesa di Caneggio con la lunga scalinata in acciottolato, oppure la fontana di Muggio, proprio accanto alla carreggiata, un tempo utilizzata sia per abbeverare gli animali che per lavare i panni…
Per il ciclista curioso, quello che ama prendersi il giusto tempo per assaporare il viaggio, vale la pena lasciare per un attimo la strada principale per entrare nei viottoli dei paesi e lasciarsi sorprendere ora dall’antico portico, ora dall’affresco votivo, ora dalla vecchia fontana che, con il suo ritmico zampillo, canta il passare del tempo.
Cominciando magari con l’affrontare la deviazione – breve, un paio di chilometri, poco sopra Morbio Superiore, quando la strada spiana -, che ci porta verso il nucleo di Sagno dove si scopre un villaggio molto caratteristico con anzitutto una vista imprendibile, ma anche paese natale di uno dei maggiori poeti ticinesi, ovvero Francesco Chiesa (1871-1973).
Due itinerari possibili
Il ciclista che affronta la Valle di Muggio ha generalmente due percorsi preferiti: il primo è quello che punta dritto verso l’ultimo villaggio, ovvero Roncapiano a 960 m di altitudine, affrontando un percorso che da Mendrisio è lungo circa 20 km con un dislivello complessivo di 632 metri.
Roncapiano si trova poco dopo Scudellate che ha la particolarità di essere “gemellato” con Erbonne, frazione di San Fedele, in provincia di Como, con cui ha condiviso il cimitero e altri servizi fino alla metà degli anni Cinquanta.
L’altra opzione prevede la salita fino al bivio di Cabbio dove all’altezza del Ristorante della Posta è possibile imboccare una strada che ci porta sulla sponda destra: all’inizio si scende in modo vertiginoso (il cartello indica un 25% di pendenza), per poi risalire e ritrovare il primo villaggio che è quello di Casima (618 m).
Da qui si procede pedalando in un ambiente sereno, ai margini del bosco su una strada poco trafficata per raggiungere dapprima Monte, poi Campora e infine Obino punto in cui ci congediamo, con un cuore carico di mille emozioni, da questa Valle che ormai ci ha catturato per il suo fascino discreto e alla quale torneremo, ormai ne siamo certi, non appena possibile.