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Da Andermatt a Strasburgo lungo la ciclabile del Reno

PARTENZA DA ANDERMATT ??????

Questa mattina, una mattina calda di inizio estate, ho preparato le mie cose e sono partito da casa in bicicletta senza voltarmi indietro. Sono sceso alla stazione dove ho acquistato un biglietto di sola andata, insieme a un cappuccino e una brioche.La mia meta stava a nord, un nord così perfettamente astronomico che sarebbe bastata la bussola a raggiungerlo. Un nord al centro, più precisamente il cuore delle Alpi, alla sorgente del grande fiume Reno. Il mio sogno? Percorrere una parte della “Rheinradweg”, la famosa ciclabile del Reno, toccando Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Francia: dalla sorgente alpina, presso Andermatt fino a Strasburgo, capitale europea. Dal cuore della Svizzera, dunque, a quello simbolico dell’Europa con nel mezzo circa 650 km a combustione lenta, tanta storia e natura, come sempre tante annunciate emozioni… Ed ora eccomi qui: seduto su un muretto di fronte al “Könige & Post” di Andermatt guardo verso l’alto e il passo dell’Oberalp (2044 m) che affronterò tra poco. Lassù incontrerò la sorgente del giovane fiume Reno e lo saluterò come si saluta un bambino ricco di grandi promesse…

La partenza da Andermatt, prima di salire sui tornanti dell’Oberalp.

TAPPA 1: ANDERMATT-COIRA, 96 KM ??????

Paesaggi alpini, campanacci, chalet, grandi prati verdi, profumati e fioriti. E poi villaggi graziosi, gerani e fontane, paesi che diventano piccole città, montagne enormi, funivie, una lingua che cambia e si confonde, dal tedesco al romancio e viceversa. Grandi, infiniti prati verdi e pascoli che invadono le pendici delle montagne fino alla strada. La Surselva è un tripudio di colori, varietà ed emozioni. Percorrerla dalla cima fino qui, nella cittadina di Coira, la più antica della Svizzera con i suoi 5000 anni di storia, è un’esperienza più avvincente di un romanzo di successo.Un libro, la parola stessa, non sono in grado di esprimere tutte le emozioni che si provano nel pedalare rasoterra accanto e in compagnia del Reno che da piccolo fiume si è ormai fatto grandicello e maturo.Trovo una camera all’Hotel Stern un elegante 4 stelle con prezzi abbastanza abbordabili che scopro essere un albergo (anche) per ciclisti. Così, a cena, mi unisco nella bella “Stube” in legno a una allegra comitiva di olandesi, tutti biondi e con gli occhi azzurri, le facce tonde tonde e sorridenti.Oggi hanno affrontato la salita di Arosa e domani saliranno verso l’Albula. “Se vogliamo provare l’emozione della salita dobbiamo venire qui, perché da noi non se ne trovano neanche a pagarle”, mi dice ridendo uno di loro, sulla quarantina, già piuttosto alticcio. Annuisco, dicendo loro che il mio viaggio punta invece proprio verso le loro pianure. Ridiamo entrambi e poi brindiamo con un boccale di birra, augurandoci a vicenda nei prossimi giorni delle belle soddisfazioni nelle rispettive avventure ciclistiche.Intanto, a qualche centinaio di metri da qui, dove la campagna prende il sopravvento sugli ultimi residui di civiltà, il grande fiume Reno continua il suo lento cammino nel silenzio della notte.

Tante fontane con acqua fresca lungo la Surselva.

TAPPA 2: COIRA-COSTANZA, KM 150

Paesaggio sereno. Azzurro intenso. Orizzonti aperti. Il lago di Costanza, punteggiato da mille barchette a vela bianche, in questa luminosa giornata di fine giugno avrebbe potuto ispirare qualche valente pittore impressionista…Oggi tappa di 150 km tutti pianeggianti con solo qualche saliscendi. È il secondo giorno che pedalo e solo adesso mi rendo conto di essere veramente in viaggio, di avere staccato gli ormeggi dal porto… È tempo di lasciare le zavorre che ci portiamo addosso, abbandonare ogni preoccupazione e lasciare che la strada e tutto quanto l’ambiente ti avvolga nel suo abbraccio amichevole.Penso alla mia giornata di oggi e vedo una ruota che corre sull’asfalto piatto e liscio, come una tavola da biliardo. Adesso è invece la mano che scivola sullo schermo dello smartphone e che vorrebbe raccontare le emozioni di una tappa iniziata a Coira e terminata sulla splendida ciclabile del lago di Costanza, ben sapendo che sarà impossibile rendere anche parzialmente l’idea di ciò che si è vissuto. Allora meglio lasciare perdere e vivere il momento. All’albergo Schiff am See ritrovo gli amici incontrati poco prima nella bellissima città di Costanza, quando appena arrivati la bici ha frenato davanti a un vassoio di birra in mano a una bionda vestita da cameriera. Mangiamo insieme e discutiamo del più e del meno finché la sera scende lieve, stemperata all’orizzonte; concerti di rane, stelle, musica in lontananza. Alberto, un signore sull’ottantina mi racconta spezzoni della sua vita di imprenditore davanti all’ultimo drink preso al bancone, finché la nostra Luna non inonda le colline specchiandosi nella calme acque del lago.

Arrivo a Costanza, nel punto in cui corre il confine tra CH e D.

PARTENZA DA COSTANZA ????

La macchina muscolare tiene…”?Questa mattina alle sei e mezzo mi sveglia una fame da lupi. Niente dolorini, tutto sembra a posto, gambe comprese, la macchina muscolare tiene. Devo riconoscere che in viaggio si vive meglio ma soprattutto ci si sente meglio che in mezzo alle scartoffie. La colazione in questo alberghetto è a misura di ciclista: salumi, uova, fichi, succhi, tè, yogurt, pane, brioche fresca e pure la grappa di prugno. Come sempre assaggio un po’ di tutto.Uscendo porto con me qualche fico. La signora in cucina mi dà un’occhiata di ammirazione quando le dico che sto percorrendo la ciclabile del Reno fino a Strasburgo. “Deve essere una splendida esperienza”, mi dice con un largo sorriso.Riempio la borraccia fino all’orlo di acqua fresca. La giornata è bella e si preannuncia ancora calda. Di prima mattina il verde intorno è cosparso di brume azzurre e io mi sento pronto per partire. Una buona giornata a tutti e a presto! ??????

Il porticciolo di Costanza di primo mattino.

TAPPA 3: COSTANZA-BASILEA, KM 175

La tappa per Basilea, ormai a un passo da Francia e Germania e il cui centro storico si sviluppa intorno alla bella piazza del mercato (Marktplatz), dominata dal municipio in mattoni rossi, comincia con un’aria leggera, gli uccelli che cantano e una voglia matta di pedalare. È così, viaggiando in bicicletta si ritorna un po’ bambini e una volta inforcata si è presi dall’euforia di viaggiare assaporando un senso di assoluta libertà.Per il resto l’itinerario di oggi è stato molto bello e appagante come da previsione sebbene la meteo sia stata un po’ “ballerina”: partito con tempo bello e asciutto, man mano si è rannuvolato con anche a tratti pioggia per finire di nuovo con il sole a splendere e rischiarare tutto quanto. Dopo alcuni chilometri di divertenti saliscendi raggiungo la bella e storica cittadina di Stein am Rhein (con le case dalle splendide facciate decorate) e poi le cascate del fiume Reno a Sciaffusa. Da lì ancora qualche decina di chilometri nella bella campagna costeggiando il fiume e accompagnando a tratti alcune barchette solitarie di pescatori. Quando arrivo nella città renana, animata all’inverosimile, sono le 16.00. Visto che ho già riservato una stanza in un alberghetto del centro ho tempo per girovagare un po’. Mi siedo su una panchina che si affaccia sul fiume e osservo divertito gli intrepidi bagnanti che si lasciano trascinare dalla corrente del fiume (23 gradi), ormai di vaste dimensioni e solcato dalle navi mercantili.Davanti a me un getto d’acqua che spruzza il suo fiotto a qualche metro d’altezza. Sconfitto finalmente dalla gravità, il getto ricade attraversando la foschia. Quest’acqua, penso tra me, farà per qualche chilometro il mio stesso tragitto dei prossimi due giorni.Domani lascio la Svizzera per la Francia entrando in Alsazia. Una regione che non conosco e che perciò sono curioso di scoprire. Ma intanto la domanda è: “Dove si va a mangiare stasera?” Al “Cardinal” due strade più sotto, mi dice senza esitazione un napoletano brillantinato che pedala per un breve tratto vicino a me su una bici traballante da donna nelle caotiche strade della città renana. “Li vai tranquillo”.??

Il fiume Reno da un ponte lungo l’itinerario.

PARTENZA DA BASILEA ??????

Ore 8.00. Cielo azzurro. Tempo asciutto. Il comandante Meier annuncia ai passeggeri del volo LX 017 New York-Zurigo che tra cinque minuti ci sarà l’atterraggio sula pista di Kloten. Nella campagna sciaffusana una famiglia di viticoltori termina di scaricare i secchi sul piccolo trattore. A Morcote, in Ticino, quattro amici pensionati si sono dati appuntamento al bar sul lago per una partita a carte.E il ciclista-itinerante? Seduto al tavolino di una buvette sotto la grossa facciata del municipio di Basilea in pietra arenaria rossastra beve un caffè in attesa del momento magico, quello in cui la città, forse, si rileva e si racconta. Un attimo intenso, bello che però svanisce subito lasciando spazio all’attesa per la giornata. Oggi si lascerà la Svizzera per entrare in Francia nella bella Alsazia. La conclusione di tappa sarà a Colmar. Buona giornata a tutti! ??

Colazione a Basilea prima della partenza.

Tappa 4: BASILEA??-COLMAR??, km 80 ????????

Il difficile di Basilea è uscirne, imboccare la giusta via che ti immette sulla ciclabile, la ormai famosa “Euro 15”. All’inizio tutto sembra facile e sembra funzionare a meraviglia, ma in un attimo si può perdere – per una distrazione, una fatalità o, più semplicemente, per un’assenza di segnaletica – la giusta direzione e ritrovarsi nei labirinti delle zone industrali del Reno. Come è successo a me… ?? Ne esco dopo aver visto cantieri enormi di ogni tipo ed essere stato sfiorato da giganteschi camion, finché finalmente trovo la via per la passerella che mi porta sulla sponda francese e… subito l’ambiente cambia. Da qui è una piacevole gita sulla ciclabile agli argini del fiume. Pedalo in solitudine pensando ai vantaggi che questa condizione può porre: non si dipende da nessuno, si chiacchiera e si ride con se stessi e in più si è più aperti nell’incontrare altre persone.Come oggi. Dopo una decina di chilometri, ho infatti incrociato forse il viaggiatore più incredibile su due ruote del pianeta: Yuri, un minatore in pensione. È polacco, ha 55 anni è quasi totalmente sdentato e ogni anno parte per un viaggio in bici. Ci incontriamo per caso in un punto di sosta e spontaneamente iniziamo a parlare un misto di francese e tedesco.Mi dice che ha attraversato diversi continenti e ora percorre la ciclabile del Reno in senso inverso. Dorme dove capita, alza la tenda in mezzo ai campi, si prepara un minestrone, dorme come una pietra, poi lo svegliano le greggi. Mi guarda con gli occhi tranquilli, color acqua, un sorriso disarmante. È chiaro, è lui il vero Kerouac della situazione! Proseguo senza fretta godendomi ogni colpo di pedale e ogni veduta nella bella campagna alsaziana e nell’ora in cui il sole comincia la sua parabola discendente mi appare Colmar, un tripudio di fiori e colori. La chiamano “Piccola Venezia” e ora capisco il perché. Qui il vino è molto buono, ne assaggio allora un bicchiere che mi viene consigliato da un gentile cameriere. Alle dieci di sera le strade sono quasi deserte. Un vento fresco ha dissipato le ultime tenue nuvole. Respiro l’aria che scende dalle colline. Le stelle brillano. Ho voglia di continuare e raggiungere domani la mia meta, Strasburgo. ????

Cartelli indicanti la via da seguire.

ARRIVO A STRASBURGO!!! ????? Fine del viaggio… ??????

Ci sono momenti nella nostra vita che rimangono impressi per più tempo nella mente. Momenti particolari perché sognati da diverso tempo. A me è successo oggi quando ho raggiunto il centro storico di Strasburgo con la sua imponente cattedrale. Un altro sogno nel cassetto si è realizzato, compiere il tratto di ciclabile del fiume Reno dalla sorgente, sul passo dell’Oberalp, fino alla capitale europea di Strasburgo. 650 km a percorrenza lenta che mi hanno permesso di ammirare paesaggi e luoghi di grande bellezza, così come di conoscere persone interessanti, a volte straordinarie. Ma anche di ritrovare quella leggerezza nelle cose della vita che solo esperienze di viaggio del genere ti possono regalare.In questi post ho raccontato la mia piccola storia di viaggio: un racconto di un itinerario a pedali che può servirvi da guida ma che mi piacerebbe pure servisse ad incitarvi a mollare gli ormeggi e andare, perché pedalare rischiara la mente, conforta il cuore e cura il corpo. Saluto ora il fiume Reno in un punto in cui ha ormai raggiunto una solida maturità. Gli restano ancora alcuni chilometri prima di terminare il suo viaggio e disperdersi nel grande mare. Laggiù troverà il suo punto d’arrivo ma noi sappiamo che su una montagna delle nostre Alpi, da un piccolo lago ad oltre duemila metri di quota, una nuova sorgente è pronta a fuoriuscire rinnovando la magia della vita.

Un abbraccio e a presto! ???????

L’arrivo a Strasburgo… fine del viaggio!

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