Salita al Monte Ferraro: boschi di betulle, faggio e castagno fanno da cornice al tracciato che esalta i colori del Malcantone.
È una passeggiata non troppo difficile che ci impegna mezza giornata, quindi adatta anche a chi la domenica non è abituato a… svegliarsi troppo presto. Una passeggiata che ci porta però in una delle regioni più belle del Ticino con la possibilità di raggiungere una cima, quella del Monte Ferraro che svetta a 1494 m, da cui si gode un panorama magnifico.
Il baricentro del Sottoceneri
A vederlo da lontano appare come un cucuzzolo neanche troppo bello e forse pure insignificante che emerge dai boschi del Malcantone, così che a volte non se ne fa una meta ambita. Tutto cambia, però, quando si raggiunge per la prima volta la sua cima: allora ci si accorge che da quel punto la vista è davvero straordinaria e unica.
Il Monte Ferraro (il cui nome deriva forse dal latino ferraria, che significa ‘miniera di ferro’) si trova infatti in una posizione centrale dalla quale si possono ammirare, ruotando a 360 gradi, tutte le vette più importanti del Sottoceneri: dal Camoghè al Bar e Gazzirola, per scendere verso i Denti della Vecchia, il Boglia e il Monte Brè; da qui, in lontananza, la Sighignola e il Generoso; poi, più vicini, il San Salvatore e il San Giorgio per proseguire verso il Lema, il Poncione di Breno e, infine, dopo aver seguito tutta la cresta, il Monte Tamaro dove spunta l’antenna.
Luoghi romantici e incontaminati
Ci troviamo dunque nel Malcantone, a pochi chilometri da Lugano, un’area pregiata e conosciuta per i suoi angoli pittoreschi, la sua natura incontaminata e la possibilità di respirare ambienti tranquilli e di pace. Una regione che guarda verso sud e che è priva dei forti contrasti, delle vette inaccessibili, delle emozioni violente. Semmai è un luogo pieno di bellezza e poesia, di paesaggi su cui riposare lo sguardo.
A vederlo da lontano appare come un cucuzzolo neanche troppo bello e forse pure insignificante che emerge dai boschi del Malcantone, così che a volte non se ne fa una meta ambita. Tutto cambia, però, quando si raggiunge per la prima volta la sua cima: allora ci si accorge che da quel punto la vista è davvero straordinaria e unica.
Il punto di partenza dell’escursione è il villaggio di Arosio (867 m) raggiungibile in auto (dopo aver percorso gli arditi tornanti della Penudria che si stacca da Gravesano) oppure con l’autopostale. “Arosio è il comune più alto del Malcantone e, forse, il più romantico non solo del Malcantone ma dell’intera plaga luganese. Il villaggio è adagiato sulla costiera che separa la valle del Vedeggio dalla valle della Magliasina, in una depressione tra il Ferraro ed il Cervello, ed è circondato da una bella distesa di prati e di pasture”: così nella “Guida del Malcantone e della bassa valle del Vedeggio” di Antonio Galli e Angelo Tamburini (1911).
L’itinerario fino alla cima
Il luogo di avvio può essere il villaggio, nella zona bassa, così come nei pressi della chiesa dove ci sono dei posteggi. Oppure, si può risalire dalla stradina seguendo l’indicazione “Ai Monti” che ci conduce un po’ più in alto dove troviamo una piccola area per il parcheggio nelle vicinanze di una barriera.
Da qui si sale lungo la strada asfaltata fino alla deviazione con i cartelli gialli che ci indicano la direzione del sentiero che in 1h50’ porta alla vetta. Per la salita consigliamo questo itinerario “laterale” che offre splendidi panorami verso il Monte Lema, il Poncione di Breno, il Monte Magno e i Gradiccioli con i vari alpeggi.
Il sentiero sale a tratti piuttosto ripido e si svolge tra boschi di betulle, faggio e castagno: in particolare nel tratto ricco di foglie di faggio il selciato può risultare scivoloso, ragione per cui si consiglia una certa prudenza nel percorrerlo.
Arrivati in zona “La Bassa” occorre imboccare il sentiero che sale nel bosco lambendo all’inizio i prati: da qui, in circa una mezz’oretta, si giunge ai piedi del “cucuzzolo”, un prato erboso che si risale con l’occhio sempre attratto dall’immenso panorama.
Qualche foto e poi… la discesa
Un panorama che si deve godere dalla cima dove accanto all’omone di pietra è stata collocata di recente una grande panchina. Dopo le foto di rito si parte per la discesa dove il nostro consiglio è quello di raggiungere di nuovo la località “La Bassa” per poi imboccare il sentiero che ruota dalla parte opposta rispetto all’itinerario scelto per la salita.
Un tracciato che viene percorso anche dagli amanti della mountain bike, poiché più ampio e facilmente percorribile, così come da chi durante l’inverno desidera salire con le racchette ai piedi. In questi periodi, però, la neve non c’è ancora così che si può godere della passeggiata nei toni tipicamente tardo autunnali.
Toni caldi con le foglie che danzano nel vento prima di posarsi al suolo, dove il verde degli alberi si è trasformato in sfumature di rosso, arancione e giallo.
Scendendo lungo il sentiero il suono dei passi si mescola al fruscio delle foglie secche, con i raggi del sole che filtrano attraverso le chiome degli alberi, creando giochi di luce e ombra. È un’esperienza avvolgente, dove la natura si veste di colori vibranti prima di cedere all’ormai imminente riposo invernale.
Un tracciato che viene percorso anche dagli amanti della mountain bike, poiché più ampio e facilmente percorribile, così come da chi durante l’inverno desidera salire con le racchette ai piedi. In questi periodi, però, la neve non c’è ancora così che si può godere della passeggiata nei toni tipicamente tardo autunnali.
La discesa si svolge in questo ambiente suggestivo e in poco più di un’ora si giunge di nuovo alla strada sterrata dei Monti che poi si trasforma in strada asfaltata. Ed è vero: “Nessuna regione del Cantone offre tanta quiete e tanta romantica solitudine quanto il Malcantone” (Galli-Tamburini).