Cerca
Close this search box.

La scomparsa di Dick Hoyt, papà dal cuore d’oro

Domani è la festa del papà e vorrei dedicare queste righe a una persona speciale, a un individuo che è stato un grande esempio di papà e che è venuto a mancare proprio ieri all’età di 80 anni.

Questa persona risponde al nome di Dick Hoyt. Un nome che forse non tutti avranno sentito ma le cui straordinarie imprese sportive, nel mondo degli sport di resistenza, sono sicuramente da ricordare.

Questo perché Dick Hoyt ha partecipato a migliaia di eventi sportivi sempre in compagnia di suo figlio Rick, che dalla nascita soffre di paralisi cerebrale infantile dopo che il suo cordone ombelicale gli si è avvolto al collo procurandogli un’asfissia cerebrale con conseguenti danni cerebrali.

A causa di questo danno i medici comunicarono ai genitori che probabilmente il figlio avrebbe condotto una vita in stato vegetativo; ma i genitori non si diedero per vinti, anche perché un altro medico li spronò subito a trattare Rick come se fosse un bambino normale come tutti gli altri.

Ciò che permise loro di scoprire presto che Rick, pur non parlando e non potendo muoversi, era intelligente. Grazie ad una speciale apparecchiatura apprese dapprima tutto l’alfabeto così da poter frequentare la scuola che negli anni lo portò fino alla laurea universitaria ottenuta alla Boston University.

Oltre allo studio Rick manifesta subito anche la sua grande passione sportiva. La prima frase che riuscì a dire grazie a un dispositivo speciale fu infatti “Go Bruins!”, riferita alla squadra di hockey su ghiaccio della NHL di Boston.

Ma il vero cambiamento avvenne quando un giorno padre e figlio parteciparono ad una corsa di beneficenza di 5 miglia per un compagno di classe di Rick che era rimasto paralizzato giocando a “lacrosse”, uno sport molto diffuso in America e simile al nostro hockey su ghiaccio.

Dopo la gara Rick disse al padre: “Papà quando corriamo insieme non mi sento più un disabile”. Era l’anno 1977. Dick, a quel tempo ufficiale della Guardia Nazionale degli Stati Uniti e che non aveva mai corso in vita sua, inizia ad allenarsi e poco dopo si forma il Team Hoyt che per tanti anni e fino al 2014 gareggerà in tutto il mondo.

Insieme completano più di 1000 competizioni sportive tra cui maratone, triathlon (6 dei quali competizioni Ironman) e duathlon. Inoltre, nel 1992, attraversano gli Stati Uniti d’America in 45 giorni, completando un totale 3735 miglia tra bicicletta e corsa.

Padre e figlio uniti nello sport. Un’immagine indelebile, soprattutto negli Ironman, con Rick che dapprima nuota trascinando il canotto sul quale si trova il figlio, poi pedala con il carrello attaccato e infine corre spingendo la carrozzina.

Semplicemente perché da allora Dick Hoyt ha voluto vivere i suoi momenti più belli e di grande felicità sportiva condividendoli sempre con il figlio, ispirando così milioni di altre persone in tutto il mondo con il loro motto: “Yes, you can”.

Grazie Dick per il coraggio, la forza e soprattutto il grande insegnamento che ci hai lasciato e… buona festa a tutti i papà!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

ti può interessare anche

LO SPORT PER TUTTA LA VITA: INVECCHIARE BENE E FELICI

“Invecchiare è ancora il solo mezzo che si sia trovato per vivere a lungo”, ci ricorda un’altra massima della ormai ricca letteratura dedicata ai consigli per la terza età. Vero. Importante, però, è riuscire ad invecchiare nel miglior modo possibile per godere pienamente un periodo della vita che può offrire ancora tante soddisfazioni.

leggi tutto »

Cosa vogliono i giovani per il loro tempo libero?

Una sparata in auto, una rissa, il consumo eccessivo di alcol… A volte sembra che dei giovani si parli solo in occasione di qualche problema e situazione negativa, di qualche eccesso…

Ma è proprio così? Negli anni Settanta e Ottanta i giovani erano spesso protagonisti, in senso positivo, perché più impegnati socialmente; oggi si ha come l’impressione che si nascondano, diventano come trasparenti…

leggi tutto »

Da Muottas Muragl alla Capanna Segantini

C’è un luogo, nella bella e luminosa Engadina, che soprattutto d’estate attira turisti provenienti da ogni parte del mondo. Gente comune ma più spesso escursionisti con qualche interesse per la cultura e in particolare il mondo dell’arte.

Quale luogo sarà mai è presto svelato, così come il perché del suo interesse culturale: si tratta semplicemente della Capanna Segantini (“Chamanna Segantini”, in romancio) che si trova ad un’altitudine di 2731 m, proprio sopra il bel villaggio di Pontresina.

leggi tutto »

La scalinata “monumentale” di Morcote

Bisogna aspettare che cali la sera e, senza fare rumore, andare lungo i viottoli, salire su per la grande scalinata, sedersi sul vecchio muretto e poi stare in silenzio a guardare l’acqua che dal lago riflette l’ultimo raggio di sole, e la si sente; non forte, solo in lontananza, ma la si sente ed è pregna di storia…

leggi tutto »