Cerca
Close this search box.

Quando lo sport aiuta lo studio

Penso che è bello avere un obiettivo sportivo, terminare una gara, ottenere un risultato, fare sport per il semplice piacere di farlo. Però ho anche maturato la convinzione che lo sport fine a se stesso sa di poco, serve a poco. Lo sport diventa veramente utile quando si colgono i collegamenti con la vita “reale”, lo studio, il lavoro, la famiglia. Quando  il suo esempio e il suo insegnamento ci aiutano a risolvere meglio altri problemi, a concludere progetti, a raggiungere obiettivi. Questa utilità dello sport l’ho messa in evidenza, ad esempio, in un manualetto per studenti. Dove ho sottolineando l’analogia che esiste tra sport e studio in particolare nello svolgimento delle ricerche scolastiche, una tappa obbligata, oggi, per qualsiasi studente in ordine di scuola, dalle elementari all’Università. Per spiegare questa analogia ho portato l’esempio del maratoneta. Ecco cosa scrivevo in proposito:

L’esempio del maratoneta: ovvero l’analogia tra sport e studio

“Qualcuno si dirà che cosa c’entra il maratoneta con il nostro discorso sul saper fare ricerca e in particolare riguardo i tempi e la pianificazione. Ebbene, l’esempio del maratoneta – ma avremmo potuto prendere qualsiasi altro sport – ci può forse essere d’aiuto per capire il senso più profondo di un’attività come quella della ricerca (soprattutto nel caso di quelle più lunghe e impegnative). Pensiamo per un attimo all’obiettivo del maratoneta: come ben sappiamo è quello di concludere al meglio delle proprie possibilità una prova sportiva, la maratona (km 42,195) appunto, che si sa essere particolarmente impegnativa. Chi si cimenta su queste distanze, ma anche su quelle più brevi, già con largo anticipo è consapevole del fatto che il successo della sua impresa dipenderà da alcuni fattori. Vediamone alcuni. Intanto dovrà far sua la disciplina dello sforzo e dell’impegno personale, presupposti indispensabili, senza i quali un progetto del genere è destinato all’insuccesso. Poi sarà necessario pianificare la preparazione, programmando gli allenamenti affinché il fisico venga preparato poco a poco a sostenere sforzi sempre più intensi. Infine dovrà autodisciplinarsi per non cedere nei momenti più duri, quando la fatica dei lunghi allenamenti comincerà a farsi sentire, dimostrando di avere sempre fiducia nelle proprie capacità. Non potremmo applicare, pari pari, lo stesso discorso anche a chi si cimenta nell’“avventura della ricerca”? Pensiamo di si: nello sport come nello studio il successo dipende spesso dai medesimi fattori. E fors’anche da una stessa convinzione di base, ovvero: si apprezza veramente ciò che è stato conquistato con il sudore della propria fronte e il coinvolgimento appassionato del proprio animo”.

Fonte: L’ABC del perfetto ricercatore: guida alle ricerche scolastiche e nel tempo libero

Articoli correlatiNello studio è questione di metodo

ti può interessare anche

I benefici dell’allenamento in altitudine

È risaputo che un campo di allenamento ad alta quota permette di migliorare la prestazione dell’atleta. Secondo alcuni studi questo miglioramento si situerebbe attorno all’1-3%: sembra poca cosa, tuttavia negli sport di punta anche qualche percento può decidere le sorti di una gara.

leggi tutto »

StraLugano 2024: un successo straordinario di partecipazione e di pubblico

La XVIII edizione della StraLugano ha segnato un traguardo speciale, diventando ufficialmente ‘maggiorenne’. Le condizioni meteorologiche favorevoli hanno contribuito a rendere questa edizione una delle più memorabili nella storia della StraLugano che registra il nuovo RECORD di podisti venuti a correre sulle rive del Ceresio: 5’830 iscritti proveniente da tutti i cantoni e anche da moltissimi paesi esteri.

leggi tutto »

QUANDO ANDARE IN MONTAGNA NON SEMPRE È… UNA PASSEGGIATA

In questi ultimi anni si è assistito a un vero e proprio boom di appassionati escursionisti. Secondo uno studio pubblicato nel 2020 dall’Ufficio federale dello sport, l’escursionismo, in Svizzera, è addirittura lo sport più praticato in assoluto. Il 56,9% della popolazione pratica questa disciplina, soprattutto nella fascia d’età attorno ai cinquant’anni. Questo incremento degli appassionati di escursioni, come detto in gran parte non più giovanissimi, se unito a una certa disinformazione e ad esempi sbagliati suggeriti soprattutto dai ‘social media’ ha portato a una crescita degli infortuni in montagna, anche in quelle escursioni fino ad oggi considerate alla portata di tutti.

leggi tutto »

Vacanze in Irlanda: Galway, Cliffs of Moher, Connemara National Park, Clifden, Sky Road…

Ci sono viaggi che lasciano un segno. Perché ci sembra, una volta tornati, che qualcosa dentro di noi sia cambiato. Siamo partiti con un’idea di noi stessi per rientrare, forse, con una nuova consapevolezza. Gli equilibri si sono adattati facendo tesoro di nuovi elementi e sensazioni.

Un’esperienza che ho vissuto durante una recente vacanza nelle verdi terre d’Irlanda. Un viaggio che da Zurigo mi ha portato dapprima a Dublino e da qui, dopo avere noleggiato un’auto, a Galway, nella costa occidentale dove ho potuto visitare alcune attrazioni che descriverò di seguito.

leggi tutto »