Il Tribunale dello sport svizzero ha condannato un medico svizzero, residente nel Canton Berna, a una sospensione di 14 anni e a un’ammenda di 14 mila franchi per avere infranto a più riprese lo Statuto concernente il doping. La notizia è stata data negli scorsi giorni e pone fine a un caso reso pubblico nel gennaio 2018.
Della vicenda ce ne eravamo occupati in un post, in quanto il medico era noto e attivo nel mondo del triathlon con la partecipazione anche a gare su distanza Ironman. Nello scritto la nostra speranza era che le accuse nei confronti del medico fossero infondate anche per il bene di una disciplina tanto bella come il triathlon. Ora sappiamo di esserci sbagliati.
https://www.sportintegrity.ch/fr/news/un-medecin-suisse-suspendu-14-ans-pour-dopage
Sospeso anche un triatleta amatoriale
Purtroppo, sempre in questi giorni, apprendiamo che lo stesso Tribunale ha prolungato di otto anni la sospensione di un triatleta amatoriale, poiché “l’atleta ha comandato a più riprese delle sostanze proibite malgrado una sospensione per doping in corso”.
https://www.sportintegrity.ch/fr/news/suspension-dun-triathlete-de-groupe-dage-prolongee-de-huit-ans
Senza parole…
Difficile trovare spiegazioni a queste notizie che lasciano senza parole. Si sa – per lo meno il sospetto c’è – che l’uso di sostanze proibite è diffuso a tutti i livelli, per qualcuno forse più tra i cosiddetti “amatori” che in altri ambiti, poiché qui i controlli sono più rari.
Ci vorrebbe qualche bravo psicologo o sociologo per spiegare il fenomeno. Da parte nostra ci limitiamo a dire che sport come il triathlon, troppo bello e affascinante, non meritano queste notizie. E che la salute, prima ancora di qualsiasi risultato, è la cosa più importante in assoluto.