
Da Andermatt a Strasburgo lungo la ciclabile del Reno
PARTENZA DA ANDERMATT
Questa mattina, una mattina calda di inizio estate, ho preparato le mie cose e sono partito da casa in bicicletta senza voltarmi indietro. Sono sceso alla stazione dove ho acquistato un biglietto di sola andata, insieme a un cappuccino e una brioche.La mia meta stava a nord, un nord così perfettamente astronomico che sarebbe bastata la bussola a raggiungerlo. Un nord al centro, più precisamente il cuore delle Alpi, alla sorgente del grande fiume Reno. Il mio sogno? Percorrere una parte della “Rheinradweg”, la famosa ciclabile del Reno, toccando Svizzera, Liechtenstein, Austria, Germania e Francia: dalla sorgente alpina, presso Andermatt fino a Strasburgo, capitale europea. Dal cuore della Svizzera, dunque, a quello simbolico dell’Europa con nel mezzo circa 650 km a combustione lenta, tanta storia e natura, come sempre tante annunciate emozioni… Ed ora eccomi qui: seduto su un muretto di fronte al “Könige & Post” di Andermatt guardo verso l’alto e il passo dell’Oberalp (2044 m) che affronterò tra poco. Lassù incontrerò la sorgente del giovane fiume Reno e lo saluterò come si saluta un bambino ricco di grandi promesse…

TAPPA 1: ANDERMATT-COIRA, 96 KM
Paesaggi alpini, campanacci, chalet, grandi prati verdi, profumati e fioriti. E poi villaggi graziosi, gerani e fontane, paesi che diventano piccole città, montagne enormi, funivie, una lingua che cambia e si confonde, dal tedesco al romancio e viceversa. Grandi, infiniti prati verdi e pascoli che invadono le pendici delle montagne fino alla strada. La Surselva è un tripudio di colori, varietà ed emozioni. Percorrerla dalla cima fino qui, nella cittadina di Coira, la più antica della Svizzera con i suoi 5000 anni di storia, è un’esperienza più avvincente di un romanzo di successo.Un libro, la parola stessa, non sono in grado di esprimere tutte le emozioni che si provano nel pedalare rasoterra accanto e in compagnia del Reno che da piccolo fiume si è ormai fatto grandicello e maturo.Trovo una camera all’Hotel Stern un elegante 4 stelle con prezzi abbastanza abbordabili che scopro essere un albergo (anche) per ciclisti. Così, a cena, mi unisco nella bella “Stube” in legno a una allegra comitiva di olandesi, tutti biondi e con gli occhi azzurri, le facce tonde tonde e sorridenti.Oggi hanno affrontato la salita di Arosa e domani saliranno verso l’Albula. “Se vogliamo provare l’emozione della salita dobbiamo venire qui, perché da noi non se ne trovano neanche a pagarle”, mi dice ridendo uno di loro, sulla quarantina, già piuttosto alticcio. Annuisco, dicendo loro che il mio viaggio punta invece proprio verso le loro pianure. Ridiamo entrambi e poi brindiamo con un boccale di birra, augurandoci a vicenda nei prossimi giorni delle belle soddisfazioni nelle rispettive avventure ciclistiche.Intanto, a qualche centinaio di metri da qui, dove la campagna prende il sopravvento sugli ultimi residui di civiltà, il grande fiume Reno continua il suo lento cammino nel silenzio della notte.

TAPPA 2: COIRA-COSTANZA, KM 150
Paesaggio sereno. Azzurro intenso. Orizzonti aperti. Il lago di Costanza, punteggiato da mille barchette a vela bianche, in questa luminosa giornata di fine giugno avrebbe potuto ispirare qualche valente pittore impressionista…Oggi tappa di 150 km tutti pianeggianti con solo qualche saliscendi. È il secondo giorno che pedalo e solo adesso mi rendo conto di essere veramente in viaggio, di avere staccato gli ormeggi dal porto… È tempo di lasciare le zavorre che ci portiamo addosso, abbandonare ogni preoccupazione e lasciare che la strada e tutto quanto l’ambiente ti avvolga nel suo abbraccio amichevole.Penso alla mia giornata di oggi e vedo una ruota che corre sull’asfalto piatto e liscio, come una tavola da biliardo. Adesso è invece la mano che scivola sullo schermo dello smartphone e che vorrebbe raccontare le emozioni di una tappa iniziata a Coira e terminata sulla splendida ciclabile del lago di Costanza, ben sapendo che sarà impossibile rendere anche parzialmente l’idea di ciò che si è vissuto. Allora meglio lasciare perdere e vivere il momento. All’albergo Schiff am See ritrovo gli amici incontrati poco prima nella bellissima città di Costanza, quando appena arrivati la bici ha frenato davanti a un vassoio di birra in mano a una bionda vestita da cameriera. Mangiamo insieme e discutiamo del più e del meno finché la sera scende lieve, stemperata all’orizzonte; concerti di rane, stelle, musica in lontananza. Alberto, un signore sull’ottantina mi racconta spezzoni della sua vita di imprenditore davanti all’ultimo drink preso al bancone, finché la nostra Luna non inonda le colline specchiandosi nella calme acque del lago.

PARTENZA DA COSTANZA
La macchina muscolare tiene…”Questa mattina alle sei e mezzo mi sveglia una fame da lupi. Niente dolorini, tutto sembra a posto, gambe comprese, la macchina muscolare tiene. Devo riconoscere che in viaggio si vive meglio ma soprattutto ci si sente meglio che in mezzo alle scartoffie. La colazione in questo alberghetto è a misura di ciclista: salumi, uova, fichi, succhi, tè, yogurt, pane, brioche fresca e pure la grappa di prugno. Come sempre assaggio un po’ di tutto.Uscendo porto con me qualche fico. La signora in cucina mi dà un’occhiata di ammirazione quando le dico che sto percorrendo la ciclabile del Reno fino a Strasburgo. “Deve essere una splendida esperienza”, mi dice con un largo sorriso.Riempio la borraccia fino all’orlo di acqua fresca. La giornata è bella e si preannuncia ancora calda. Di prima mattina il verde intorno è cosparso di brume azzurre e io mi sento pronto per partire. Una buona giornata a tutti e a presto!

TAPPA 3: COSTANZA-BASILEA, KM 175
La tappa per Basilea, ormai a un passo da Francia e Germania e il cui centro storico si sviluppa intorno alla bella piazza del mercato (Marktplatz), dominata dal municipio in mattoni rossi, comincia con un’aria leggera, gli uccelli che cantano e una voglia matta di pedalare. È così, viaggiando in bicicletta si ritorna un po’ bambini e una volta inforcata si è presi dall’euforia di viaggiare assaporando un senso di assoluta libertà.Per il resto l’itinerario di oggi è stato molto bello e appagante come da previsione sebbene la meteo sia stata un po’ “ballerina”: partito con tempo bello e asciutto, man mano si è rannuvolato con anche a tratti pioggia per finire di nuovo con il sole a splendere e rischiarare tutto quanto. Dopo alcuni chilometri di divertenti saliscendi raggiungo la bella e storica cittadina di Stein am Rhein (con le case dalle splendide facciate decorate) e poi le cascate del fiume Reno a Sciaffusa. Da lì ancora qualche decina di chilometri nella bella campagna costeggiando il fiume e accompagnando a tratti alcune barchette solitarie di pescatori. Quando arrivo nella città renana, animata all’inverosimile, sono le 16.00. Visto che ho già riservato una stanza in un alberghetto del centro ho tempo per girovagare un po’. Mi siedo su una panchina che si affaccia sul fiume e osservo divertito gli intrepidi bagnanti che si lasciano trascinare dalla corrente del fiume (23 gradi), ormai di vaste dimensioni e solcato dalle navi mercantili.Davanti a me un getto d’acqua che spruzza il suo fiotto a qualche metro d’altezza. Sconfitto finalmente dalla gravità, il getto ricade attraversando la foschia. Quest’acqua, penso tra me, farà per qualche chilometro il mio stesso tragitto dei prossimi due giorni.Domani lascio la Svizzera per la Francia entrando in Alsazia. Una regione che non conosco e che perciò sono curioso di scoprire. Ma intanto la domanda è: “Dove si va a mangiare stasera?” Al “Cardinal” due strade più sotto, mi dice senza esitazione un napoletano brillantinato che pedala per un breve tratto vicino a me su una bici traballante da donna nelle caotiche strade della città renana. “Li vai tranquillo”.

PARTENZA DA BASILEA
Ore 8.00. Cielo azzurro. Tempo asciutto. Il comandante Meier annuncia ai passeggeri del volo LX 017 New York-Zurigo che tra cinque minuti ci sarà l’atterraggio sula pista di Kloten. Nella campagna sciaffusana una famiglia di viticoltori termina di scaricare i secchi sul piccolo trattore. A Morcote, in Ticino, quattro amici pensionati si sono dati appuntamento al bar sul lago per una partita a carte.E il ciclista-itinerante? Seduto al tavolino di una buvette sotto la grossa facciata del municipio di Basilea in pietra arenaria rossastra beve un caffè in attesa del momento magico, quello in cui la città, forse, si rileva e si racconta. Un attimo intenso, bello che però svanisce subito lasciando spazio all’attesa per la giornata. Oggi si lascerà la Svizzera per entrare in Francia nella bella Alsazia. La conclusione di tappa sarà a Colmar. Buona giornata a tutti!

Tappa 4: BASILEA-COLMAR
, km 80
Il difficile di Basilea è uscirne, imboccare la giusta via che ti immette sulla ciclabile, la ormai famosa “Euro 15”. All’inizio tutto sembra facile e sembra funzionare a meraviglia, ma in un attimo si può perdere – per una distrazione, una fatalità o, più semplicemente, per un’assenza di segnaletica – la giusta direzione e ritrovarsi nei labirinti delle zone industrali del Reno. Come è successo a me… Ne esco dopo aver visto cantieri enormi di ogni tipo ed essere stato sfiorato da giganteschi camion, finché finalmente trovo la via per la passerella che mi porta sulla sponda francese e… subito l’ambiente cambia. Da qui è una piacevole gita sulla ciclabile agli argini del fiume. Pedalo in solitudine pensando ai vantaggi che questa condizione può porre: non si dipende da nessuno, si chiacchiera e si ride con se stessi e in più si è più aperti nell’incontrare altre persone.Come oggi. Dopo una decina di chilometri, ho infatti incrociato forse il viaggiatore più incredibile su due ruote del pianeta: Yuri, un minatore in pensione. È polacco, ha 55 anni è quasi totalmente sdentato e ogni anno parte per un viaggio in bici. Ci incontriamo per caso in un punto di sosta e spontaneamente iniziamo a parlare un misto di francese e tedesco.Mi dice che ha attraversato diversi continenti e ora percorre la ciclabile del Reno in senso inverso. Dorme dove capita, alza la tenda in mezzo ai campi, si prepara un minestrone, dorme come una pietra, poi lo svegliano le greggi. Mi guarda con gli occhi tranquilli, color acqua, un sorriso disarmante. È chiaro, è lui il vero Kerouac della situazione! Proseguo senza fretta godendomi ogni colpo di pedale e ogni veduta nella bella campagna alsaziana e nell’ora in cui il sole comincia la sua parabola discendente mi appare Colmar, un tripudio di fiori e colori. La chiamano “Piccola Venezia” e ora capisco il perché. Qui il vino è molto buono, ne assaggio allora un bicchiere che mi viene consigliato da un gentile cameriere. Alle dieci di sera le strade sono quasi deserte. Un vento fresco ha dissipato le ultime tenue nuvole. Respiro l’aria che scende dalle colline. Le stelle brillano. Ho voglia di continuare e raggiungere domani la mia meta, Strasburgo.

ARRIVO A STRASBURGO!!! Fine del viaggio…
Ci sono momenti nella nostra vita che rimangono impressi per più tempo nella mente. Momenti particolari perché sognati da diverso tempo. A me è successo oggi quando ho raggiunto il centro storico di Strasburgo con la sua imponente cattedrale. Un altro sogno nel cassetto si è realizzato, compiere il tratto di ciclabile del fiume Reno dalla sorgente, sul passo dell’Oberalp, fino alla capitale europea di Strasburgo. 650 km a percorrenza lenta che mi hanno permesso di ammirare paesaggi e luoghi di grande bellezza, così come di conoscere persone interessanti, a volte straordinarie. Ma anche di ritrovare quella leggerezza nelle cose della vita che solo esperienze di viaggio del genere ti possono regalare.In questi post ho raccontato la mia piccola storia di viaggio: un racconto di un itinerario a pedali che può servirvi da guida ma che mi piacerebbe pure servisse ad incitarvi a mollare gli ormeggi e andare, perché pedalare rischiara la mente, conforta il cuore e cura il corpo. Saluto ora il fiume Reno in un punto in cui ha ormai raggiunto una solida maturità. Gli restano ancora alcuni chilometri prima di terminare il suo viaggio e disperdersi nel grande mare. Laggiù troverà il suo punto d’arrivo ma noi sappiamo che su una montagna delle nostre Alpi, da un piccolo lago ad oltre duemila metri di quota, una nuova sorgente è pronta a fuoriuscire rinnovando la magia della vita.
Un abbraccio e a presto!


SUNSTAR HOTEL GRINDELWALD, IDEALE PER SPORTIVI
Al Sunstar Hotel Grindelwald ci sono stato di recente durante un mio soggiorno in questa splendida località nell’Oberland Bernese. Un soggiorno voluto per scoprire gli itinerari in bicicletta in una delle regioni più conosciute e rinomate della Svizzera.
Per un ciclista e un qualsiasi sportivo che intende programmare delle vacanze attive, in cui si muove e percorre parecchi chilometri al giorno, la scelta dell’albergo dove si soggiorna è un elemento fondamentale: perché ci permette di rilassarci e di assaporare a fondo le esperienze vissute in giornata.
Ebbene, devo dire che il Sunstar Hotel Grindelwald ha risposto pienamente alle mie aspettative dimostrandosi una struttura davvero all’altezza di ogni esigenza. Posizionato strategicamente con una vista eccezionale sulla mitica parete nord dell’Eiger che riflette la propria luce in lontananza, è punto di partenza per le più belle uscite ed escursioni.
Anzitutto verso il Grosse Scheidegg, vera attrazione per ogni ciclista che ha anche la possibilità di noleggiare se vuole, proprio di fronte all’albergo, delle comode e-bike per salire lungo i quasi dieci chilometri che portano ai 1962 metri del passo, un ampio altipiano posto sotto i 3692 m del Wetterhorn.
Altri itinerari sono possibili e direi quasi irrinunciabili: come una puntata verso le località di Wengen e di Lauterbrunnen, con la splendida valle scavata tra due pareti di montagne e dalle quali fuoriescono a tratti cascate davvero impressionanti. Oppure, per i ciclisti più allenati, affrontando il circuito che da Grindelwald scende a Interlaken per proseguire in direzione di Brienz e Meiringen e da qui affrontare la salita che dal versante opposto porta sempre sul Grosse Scheidegg.
Tanti chilometri sapendo che però la sera si è un po’ come coccolati dall’ambiente sereno e molto confortevole del Sunstar Hotel Grindelwald, dove la gentilezza e lo spirito d’accoglienza sono davvero un fiore all’occhiello. Così come altre particolarità: dal mangiare (un buffet della colazione ricchissimo e per ogni palato) alla zona fitness e spa molto accoglienti per finire alla bella piscina interna con vista imprendibile verso le montagne.
Che dire? Un grazie di cuore allo staff che mi ha permesso di vivere questi splendidi giorni a Grindelwald e in particolare al direttore Sven Briseid a cui va tutta la mia riconoscenza. Da parte mia una promessa: tornerò certamente in questa località e soggiornerò ancora al Sunstar, perché è mio desiderio tornare in bicicletta in questi splendidi luoghi della nostra amata Svizzera.


LE DONNE BRILLANO NEL TRIATHLON SVIZZERO
Invitato di recente a un live talks per parlare della storia del triathlon, non ho potuto non constatare nuovamente come la Svizzera sia stata e sia tuttora rappresentata (dimentichiamo per un attimo le limitazioni dovute alla pandemia) soprattutto dalle proprie atlete, in una misura che ha semplicemente dello straordinario.
Natasha Badmann e Daniela Ryf sono ormai considerate due leggende del triathlon. Due grandi primedonne sulla distanza Ironman conosciute e famose in tutto il mondo. La Badmann, che ha vissuto il suo periodo d’oro tra gli anni Novanta e il Duemila, si è imposta per ben sei volte all’Ironman delle Hawaii, mentre la Ryf è già a quota quattro, dopo le affermazioni dal 2015 al 2018, in questa occasione con tanto di record del percorso (8h26’16’’) .
Di che essere orgogliosi, dunque. La nostra nazione è sicuramente “patria” del triathlon, soprattutto al femminile se guardiamo i risultati fino a qui ottenuti. Possiamo vantare, oltre alle straordinarie affermazioni di queste due atlete nell’Ironman, quelle altrettanto prestigiose di Brigitte McMahon a Sydney 2000 e di Nicola Spirig alle Olimpiadi di Londra del 2012. Alle quali si aggiungono le medaglie di bronzo di Magali Messmer sempre ad Atene e l’argento ancora della Spirig di Rio 2016.
Come si può spiegare questa straordinaria presenza femminile svizzera nell’élite del triathlon mondiale? Difficile dirlo. Il triathlon richiede certo, oltre a una buona dose di talento, tanta determinazione, forza di volontà, capacità di organizzazione. Qualità che in Svizzera si ritrovano con una certa frequenza e abbondanza. A cui si possono aggiungere, sicuramente, quelle condizioni “quadro” ideali legate al contesto ambientale e alle infrastrutture per l’allenamento, che pure sono presenti e sono molto efficienti.
Badmann, Ryf e Spirig sono state elette più volte anche come “Sportive svizzere dell’anno” e soprattutto nella Svizzera interna godono di una vasta popolarità. Nella foto in alto sono ritratte Nicola Spirig e Daniela Ryf in occasione degli Sports Awards del 2018 in compagnia di Fabian Cancellara.
Vedi anche: Live Talks #5 – Nicola Pfund, Triathlon History

L’a-ja resort Zürich, albergo ideale per sportivi e non
Cari sportivi e non solo, cercate un albergo su misura a Zurigo per un weekend di piacere o magari in vista della famosa maratona in agenda il prossimo 26 aprile 2020?
Io ne ho uno da consigliarvi ed è sicuramente l’a-ja Resort che si trova nel quartiere di Altstatten a 10 minuti di tram (e 5′ di treno) dalla stazione centrale.
Situato in un edificio dall’architettura futuristica molto particolare e suggestiva, è per numero di stanze il terzo albergo più grande di Zurigo. Fa parte di una catena alberghiera che ha altre strutture soprattutto in Germania.
L’albergo è un 4 stelle con tutti i comfort e, come detto, anche a misura di sportivo: in particolare le zone fitness e spa situate all’ultimo livello (la sauna è panoramica con grandi vetrate) sono un’attrattiva per chi vuole unire vacanze ad attività fisica e relax.
In questo senso l’albergo è ideale anche per chi viaggia per affari, ma non vuole perdere la tonicità muscolare. In più un ristorante di ottimo livello, il DELI Restaurant, permette di gustare prelibatezze di ogni sorta.
Come se non bastasse, annesso all’albergo si trova la Nivea House: qui è possibile farsi “coccolare” con dei massaggi a base della famosa crema idratante e protettiva, magari proprio dopo aver affrontato qualche sforzo fisico.
Da ultimo, ma non in ordine di importanza, i prezzi: assolutamente concorrenziali per ciascuna delle 318 camere doppie disponibili e tutte climatizzate. Insomma, un albergo di cui tenere conto per chi ha intenzione di passare qualche giorno nella splendida Città sulla Limmat.
Info: a-ja resort Zürich
Vedi anche: Zurigo Turismo

Bilancio di una bella esperienza nella Città sulla Limmat
Allora, la mia missione in questo weekend appena trascorso (13/15 dicembre 2019), era chiara: dovevo dimostrare che a Zurigo è possibile “sudare” anche in inverno, oltretutto e possibilmente divertendosi.
Una missione che ho definito “speciale”, proprio perché per il sottoscritto si è trattato di qualcosa di davvero insolito, insomma un’esperienza nuova e assolutamente piena di fascino e interesse anche perché mi ha permesso di vivere una città che ho sempre amato in una dimensione diversa e più profonda, più vicina, forse, al suo stesso essere.
In due parole il mio compito su mandato di Zurigo Turismo era questo: vivere alcune esperienze tra sport, buona cucina e relax a Zurigo e riportarne le relative impressioni sui miei blog e i vari social (Fb, Twitter, Instagram, Linkedin). Cosa che tra l’altro ho fatto puntualmente con una discreta per non dire buona rispondenza (circa 10 mila i contatti/reazioni in tre giorni).
Quindi ho dormito ad esempio in alberghi a misura di sportivo come l’Aja Resort e il Placid Hotel Design & Lifestyle. Due alberghi quattro stelle, non centralissimi, ma certamente di alto livello. Soprattutto pensati per gente sportiva: dalla dotazione di infrastrutture alla cura dei pasti, come pure, importantissima, alla garanzia della tranquillità e della quiete.
Aspetti, questi, molto importanti per chi il giorno seguente deve partecipare a una competizione sportiva, come può essere ad esempio la Maratona di Zurigo che si terrà il prossimo mese di aprile.
Ma Zurigo è anche divertimento e relax. Quindi già la prima sera non ho resistito a un drink in cima alla Prime Tower nell’esclusivo Clouds dalla vista straordinaria sulla Città. Da andarci assolutamente, magari pernottando nel vicino ristorante (sempre con vista favolosa) dove tra l’altro opera uno chef stellato.
Poi ho fatto tante altre cose, tra cui ovviamente partecipare alla Silvesterlauf, un evento sportivo che ha attirato circa 20 mila persone nel centro Città in un ambiente unico e straordinario, pieno di buona energia. Una corsa di 8,5 km che ho concluso in 35’33’’ alla media di circa 4’10’’ al chilometro, quindi a un passo più che dignitoso considerata anche l’età…
UNA ZURIGO DA VISITARE E DA CONOSCERE
Insomma, tante cose per una bella esperienza complessiva, che ha acquisito ancora maggiore fascino per via del periodo natalizio dove tutto il centro era illuminato da luci di ogni sorta e i mercatini sono uno spettacolo già di per sé.
A un bel viaggio, si dice di solito, dovrebbe corrispondere un bel ricordo. Ed è stato proprio così.
Nel mio caso questo bel ricordo lo terrò ben custodito. Sono dell’avviso che il nostro Paese è davvero qualcosa di straordinario. La Svizzera è bella ovunque. Ma in più c’è questo: le differenze tra le varie regioni e tra le stesse Città, ci avete mai fatto caso? Differenze che sorprendono sempre.
Un fatto che è legato alla storia del nostro paese che fa sì che convivano culture diverse in spazi neanche troppo estesi. Anche se è vero che la globalizzazione ha un po’ appiattito queste peculiarità, che un tempo erano più accentuate…
Malgrado ciò la sensazione è quella di avere fatto una vacanza arricchente. Quel tipo di vacanze che danno soddisfazione, insegnano, fanno magari anche riflettere. Perché è vero che, come ha detto qualcuno, ciò che si attende da un viaggio è “il differente”. E Zurigo è differente, ma in positivo. Non penso solo all’organizzazione, alle infrastrutture, ai trasporti, alla bellezza del lago e del paesaggio.
Penso alla gente, a una certa spensieratezza e voglia di vivere che in altre parti si è un po’ spenta. Una positività che contagia subito il visitatore e che crea quella irrefrenabile e silente nostalgia di ritornarci, in questa città cosmopolita e pulsante di vita, appena possibile.
Leggi anche: Come sudare a Zurigo nel periodo di Natale; La magia del Natale in un weekend “sportivo” a Zurigo; Alfred Escher, padre e fondatore della Gotthardbahn; La Silvesterlauf, una festa per 21 mila partecipanti
Vedi anche: Zurigo Turismo, info@zuerich.com, zuerich.com
facebook.com/visitzurich; instagram.com/visitzurich; #visitzurich

Tadesse Abraham e Delia Sclabas firmano la 43. Silvesterlauf
Partiva con i favori del pronostico e non ha deluso le aspettative. Tadesse Abraham ha dominato la concorrenza nella gara riservata agli élite della Silvesterlauf di Zurigo, megaevento podistico andato in scena questo fine settimana e che ha attirato sulle rive della Limmat quasi 20 mila partecipanti.
Abraham, 37 anni e tante vittorie in carriera (è recordman svizzero sulla maratona è anche Campione europeo in carica nella “mezza”), ha controllato la corsa sin dalle prime battute mantenendo il controllo della gara, anche perché la formula, molto spettacolare, era ad eliminazione sul circuito di 330 metri disegnato attorno alla Fraumünster e la Stadthaus.
Poi da circa metà gara si è involato lasciando la compagnia degli avversari, tra cui l’elvetico Eric Rüttimann e il keniota Bernard Matheka che giungeranno nell’ordine sulla linea del traguardo alle spalle del fuoriclasse eritreo naturalizzato svizzero. “Oggi le sensazioni erano buone”, ha affermato il vincitore subito dopo “e quindi ho voluto offrire uno spettacolo al pubblico presente”.
Tra le donne cavalcata solitaria della ventenne Delia Sclabas che come per Abraham ha subito preso la testa della prova senza che nessuno riuscisse a tenere il suo passo. “Ho mantenuto un ritmo molto alto per tutta la gara senza accusare cedimenti”, dirà la bernese sorridente al termine della gara.
Alle sue spalle hanno chiuso nell’ordine la keniota Gladys Jemaiyo e l’elvetica Selina Büchel specialista delle corte distanze. Quarto posto per la triatleta Nicola Spirig non abituata ai ritmi sostenuti: “Per me è stata una bella sfida che mi ha permesso di tenere sempre un passo molto veloce come non sono solita fare in questo periodo durante i miei allenamenti”, ha detto la campionessa olimpica ai Giochi di Londra 2012.
Elite Uomini – 5,28 km
1. Tadesse Abraham (SUI) 14:59.2
2. Eric Rüttimann (SUI) 15:03.4
3. Bernard Matheka (KEN) 15:07.9
Elite Donne – 3,96 km
1. Delia Sclabas (SUI) 12:13.7
1. Gladys Jemaiyo (KEN) 12:28.6
3. Selina Büchel (SUI) 12:42.4
Vedi anche: Silvesterlauf2019/risultati
Fonte: Triathlon che passione!

La Silvesterlauf, una festa per 21 mila partecipanti
Una festa, molto semplicemente. La Silvesterlauf mi viene da definirla così. Una festa, prima di ogni altra cosa. Soprattutto non una competizione tout court. Perché sì, la voglia di gareggiare c’è certamente in molti, ma non è l’aspetto prevalente.
Ciò che ha attirato nelle vie della vecchia città di Zurigo questa domenica 15 dicembre oltre 20 mila appassionati della corsa a piedi è soprattutto la voglia di divertirsi, di stare insieme, di vivere la città di Zurigo in una forma diversa.
Da cosa lo si capisce? Anzitutto dalle espressioni della gente, sempre sorridente. I volti contratti e concentrati tipici di chi gareggia con un occhio al cronometro sono stati la netta minoranza sul circuito disegnato nelle vicinanze e attorno alla Fraumünster.
E tra i ventimila stavolta c’ero anch’io. Per me è stata una prima. Mi ero già iscritto un paio di altre volte, ma per una ragione o per l’altra vi ho sempre rinunciato (a malincuore). Questa volta non potevo però venire meno al mio “impegno” di sudare a Zurigo.
L’obiettivo era di rimanere sotto i 40 minuti, ed è stato raggiunto. Sono partito piano, nella pancia del gruppo. Ho tenuto il mio passo per due giri e mezzo dei tre in programma per aumentare il ritmo negli ultimi 500 metri… fino al sospirato traguardo.
Già, perché la gara non è stata facile. Con una certa sorpresa devo dire. Sapevo che c’erano dei saliscendi, ma non mi aspettavo degli strappi così secchi. Il che non significa che sia negativo. Semplicemente bisogna arrivare ben preparati e con i muscoli forti, proprio per non cedere su queste salite.
Alla fine mi sembra comunque di avere portato a termine il mio compito. Senza esagerare troppo, mantenendo quindi i battiti ancora abbastanza lontani dalla soglia e quindi di miei limiti. Come detto volevo restare sotto i 40′ e ho terminato in 35’33”.
So che è un tempo che posso migliorare. Ci penserò l’anno prossimo quando oltretutto farò il… salto di categoria. Ma intanto lasciatemi concludere con questa bella impressione: la Silvesterlauf è davvero un corsa splendida, che regala grosse emozioni, disegnata dentro le vie della vecchia città, tra la Limmat e la Bahnhofstrasse.
Splendida come percorso, ma soprattutto come ambiente e atmosfera di gara. Come dicevo all’inizio, una festa dove l’energia positiva sembra davvero scorrere a grandi quantità facendo concorrenza alle placide acque della Limmat che dal loro alveo, in questa giornata quasi tiepida di dicembre, hanno osservato silenziose e con pacata discrezione la grande kermesse.
Risultati: datasport.com/silvesterlauf2019
Leggi anche: La Silvesterlauf e quella voglia di vivere; 43. Silvesterlauf con tanti campioni al via; Come “sudare” a Zurigo nel periodo di Natale

Alfred Escher padre e fondatore della Gotthardbahn
Zurigo è una città ricca di storie e non può che essere così vista l’importanza del suo passato. Quello che è interessante sapere è che molte di queste storie si intrecciano anche con il Ticino. Tante riguardano persone comuni come noi che in qualche modo o per qualche ragione hanno avuto a che fare con la Città sulla Limmat. Quanti, infatti, vi hanno lavorato o studiato? Non solo: i miei genitori, ad esempio, per una curiosa coincidenza si sono conosciuti proprio nella vecchia Halle della Stazione ferroviaria, poco prima di prendere un treno…
Storie comuni ma anche storie più importanti, come quella di Alfred Escher (1819-1882), il cui gigantesco monumento fa bella mostra di sé fuori dalla stazione centrale. Escher è considerato il padre della Gotthardbahn, è oggi un simbolo per Zurigo ma pensate è nel contempo anche cittadino onorario di Lugano! È stato un uomo di grande successo, attivo su tanti fronti, sebbene gli ultimi anni di vita non siano stati molto fortunati per lui. E ancora meno lo furono per la figlia Lydia, ai tempi, siamo alla fine dell’Ottocento, ritenuta la donna più ricca in Svizzera e che per una questione di cuore mise tragicamente fine ai suoi giorni…
IL TRENO SFRECCIA VELOCE…
“Il treno sfreccia veloce dentro l’oscurità della valle. A dicembre la notte scende in fretta e in un attimo si passa dalla luce al buio più pesto. Si attraversano villaggi, poi ci si infila in qualche galleria per uscirne subito dopo. Non è mai noioso viaggiare in treno, neppure all’imbrunire. I paesaggi si rincorrono, si avvicinano, ruotano, si incrociano, poi si allontanano…
Mai poi, appunto, arriva la notte e il buio diventa tutto uguale. Ogni tanto le fioche luci tremolanti indicano la presenza di un villaggio con la chiesa illuminata e il bagliore dei prati innevati. Chi ci vive quassù, in mezzo alle montagne, nel freddo di questo inverno? Il treno continua la sua corsa e a poco a poco si inizia a sonnecchiare; a poco a poco il pensiero diventa sogno e segue il rollio ritmico del treno che ci trasporta e sembra di confondersi con l’ambiente.
Usciti dal tunnel di Alptransit la fermata di Zugo non è lontana. Qui l’ambiente si riaccende, sale parecchia gente sorridente e il vagone si ravviva. Salgono famiglie intere, gente anziana, gruppi di ragazze e ragazzi che ridono e scherzano fra loro, tutti diretti verso la grande Città e il suo clima di Natale.
L’ARRIVO ALLA STAZIONE DI ZURIGO
Quando arrivi a Zurigo la folla dentro il treno è in visibilio e in un attimo ti ritrovi catapultato sui binari che sembrano il set di un film hollywoodiano. Gente che corre, gente che si saluta… Tutto splende, sembra di essere in un film di Woody Allen.
Un bimbo piccolo guarda meravigliato il grande Swarovski, l’albero di Natale della stazione di Zurigo, alto ben 15 metri. I suoi occhi sono pieni di meraviglia come quelli della madre che lo tiene per mano e come lui guarda verso l’alto di questa meraviglia natalizia. La gente corre, i treni non aspettano, l’ultimo regalo, forse, neppure…
Oggi per fare la tratta Lugano-Zurigo si impiegano poco più di due ore. Le due città sono legate da tante storie, pensiamo solo ai giovani che studiano all’Università o al Politecnico, tra i più rinomati al mondo. Usciamo e come per l’albero di Natale vediamo gente che guarda all’insù, questa volta però verso la grande statua dedicata ad Alfred Escher, il padre della Gotthardbahn. L’ombra della sua imponente figura si riflette sulla monumentale parete della Stazione intrecciandosi, in uno spettacolare quanto suggestivo gioco di combinazioni, con i fili elettrici dei tram cittadini.
ALFRED ESCHER, PADRE DELLA GOTTHARDBAHN
Escher è stato uno degli uomini più influenti della seconda metà dell’Ottocento, attivo in molti campi della politica come dell’economia. Oltre ad aver promosso la Gotthardbahn, fu il fondatore del Credito Svizzero. Nel corso della sua vita ha ottenuto molti riconoscimenti e tra questi – in molti saranno ora sorpresi nel saperlo – pure quello di cittadino onorario della Città di Lugano!
Viveva nella sontuosa Villa Belvoir a Enge, dove visse anche gli ultimi anni della sua esistenza che non furono sempre facili. A causa del cattivo stato di salute, ad esempio, non poté partecipare all’inaugurazione della galleria ferroviaria del Gottardo nel 1882 di cui fu, appunto, il principale promotore. Morì di lì a poco.
La sua figura è legata anche alle vicende della figlia Lydia che ereditando il patrimonio del padre divenne la donna più ricca della Svizzera di quell’epoca. Il suo matrimonio con il figlio del Consigliere federale Friedrich Emil Welti finì tragicamente. L’idillio che la vide al fianco dell’artista Karl Stauffer fu di breve durata: Stauffer morì di una dose eccessiva di clorato e Lydia Welti-Escher aprì il rubinetto del gas il 12 dicembre 1891 nella sua casa di Champel presso Ginevra. Aveva solo 33 anni.
LA FONDAZIONE GOTTFRIED KELLER
Prima di morire, Welti-Escher destinò i milioni di franchi ereditati dal padre alla fondazione Gottfried Keller, che aveva istituito e il cui scopo consisteva nell’acquisizione di opere d’arte e che oggi è sotto la tutela della Confederazione.
Un soffio di vento spaventa un piccione appollaiato sulla mano rigida della statua di Escher e spicca il volo verso l’alto, tra le nebbie della sera e i colori delle luci variopinte di Natale. L’ambiente è magico e la voglia di vivere la città, seguendo l’onda del profumo di vin brulé e dei suoi affollati mercatini ti conquista subito, irresistibile come una Musa delle divinità greche”.
Testo: copyright N. Pfund
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La magia del Natale in un weekend “sportivo” a Zurigo
ZURIGO TRA MERCATINI E SILVESTERLAUF
Allora ve ne avevo già accennato. Tra poco più di una settimana sarò a Zurigo per vivere un weekend speciale. Invitato da Zurigo Turismo, dovrò “testare” la città nelle sue offerte natalizie, ma anche in veste di sportivo…
E di questo, renderne conto attraverso i miei ‘social’ (e blog). Sarò quindi coinvolto in molte attività: cene e pranzi in ristoranti a misura di sportivo, alberghi a misura di sportivo, massaggi vari e altre attività sempre… a misura di sportivo.
Dovrò mangiare in Ristoranti in cui la qualità del cibo è prioritaria su tutto il resto, dormire in alberghi che offrono spazi appositamente studiati per una clientela sportiva…
Poi, naturalmente, mi toccherà anche sudare un po’: partecipando alla celebre Silvesterlauf di domenica, ad esempio, oppure facendo la sauna alla Badi Enge con tuffo nel lago.
Nel primo caso dovrei più o meno essere pronto, nel secondo spero di… sopravvivere alle gelide acque del lago di Zurigo.
Insomma, che dire? Sono curioso di vivere questa esperienza che si prospetta molto particolare. Il turismo sportivo è un segmento importante a Zurigo, così come lo è divenuto, sempre di più in questi ultimi anni, in ogni grande città.
Ma la città sulla Limmat, qui, mi sembra davvero un passo avanti rispetto agli altri. Chi ci vuole andare per partecipare ad un evento sportivo, ha la possibilità di beneficiare di un contesto favorevolissimo. E questo non solo a Natale ma sull’arco di tutto l’anno.
Sarà allora l’occasione per stupirsi, ma certamente anche quella per imparare qualcosa di nuovo…
I MERCATINI DI NATALE
Durante il periodo dell’Avvento l’intera città è pervasa da una calda luce, ovunque aleggiano i profumi della cannella e del vin brûlé, la brezza diffonde le melodie dei concerti natalizi lungo il fiume Limmat.
Nei tradizionali Mercatini di Natale e nei negozi zurighesi, abitanti del posto e visitatori traggono ispirazione per i propri regali e si deliziano con prelibatezze culinarie. Gli spettacoli circensi e la Magia del Capodanno, con i leggendari fuochi d’artificio dell’Associazione albergatori zurighesi, sono tra gli eventi più attesi del periodo.
Le luminarie della Bahnhofstrasse, lo shopping serale e le aperture domenicali completano la già ricchissima offerta zurighese per le feste natalizie.
A Zurigo ci sono diversi Mercatini di Natale. C’è quello nella Stazione Centrale, lo Zürcher Christkindlimarkt, che con 150 chalet e il gigantesco albero di Natale alto 15 metri e decorato con più di 7’000 gioielli Swarovski è uno dei mercatini al coperto più grandi d’Europa.
Il più antico di Zurigo si trova nel centro storico nel quartiere di Niederdorf, tra Hirschenplatz e Rosenhof: qui artigiani da tutto il mondo mettono in vendita i loro manufatti. E i negozianti offrono cioccolatini ai passanti appendendoli a piccoli alberelli di Natale posti accanto agli ingressi.
A pochi passi dalla Bahnhofstrasse, la via dello shopping zurighese griffato, c’è il mercatino sulla Werdmühleplatz con solo 10 casette ma con l’originale e suggestivo Singing Christmas Tree: ogni giorno dalle 17h30 alle 18h30 i bambini di Zurigo si esibiscono con un repertorio di canti natalizi.
Nella cornice del Teatro dell’Opera e a due passi dal Lago di Zurigo, sulla Sechseläutenplatz ha luogo uno dei mercatini di Natale più grandi di Zurigo, il “Wienachtsdorf” che tradotto significa il villaggio natalizio. Lì, divertimento assicurato sia per grandi che piccini grazie alla pista di pattinaggio.
Fonte: Svizzera Turismo
Leggi anche: Come “sudare” a Zurigo nel periodo di Natale
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Come “sudare” a Zurigo nel periodo di Natale
NATALE A ZURIGO
Allora, la (bella) novità è questa. Nel weekend dal 13 al 15 dicembre sarò in missione speciale a Zurigo. Per cosa? Per parlarvi della magia di questa splendida città durante i famosi mercatini di Natale (belli davvero, su questo non c’è dubbio!). Certo parlarne in una forma e in un coinvolgimento un po’… particolare di cui vi dirò tra poco.
Zurigo, ormai lo sappiamo, è una delle città più belle e coinvolgenti, non solo della Svizzera, ma di tutta Europa. Ogni volta che ci vado, non so perché, mi riempio di buona energia e di ottimismo; quell’energia che forse un po’ è venuta a mancare dalle nostre parti, ed è un vero peccato. Quindi andarci con un occhio attento può essere utile, per capire quali sono gli ingredienti giusti e magari per… rubare qualche segreto da applicare anche da noi.
E uno di questi “segreti”, lasciatemelo dire subito, oltre alla capacità di vivere, è l’altissima sensibilità sportiva degli zurighesi: nella città sono davvero numerosi gli eventi nel corso dell’anno, soprattutto riguardanti gli sport di resistenza. E uno di questi si celebrerà proprio nel weekend in cui sarò nella città sulla Limmat, ovvero la celebre “Silvesterlauf” con migliaia di partecipanti.
L’INVITO DI ZURIGO TURISMO
Ma veniamo al… dunque. L’invito mi è arrivato da Zurigo Turismo: cercavano uno sportivo disposto a parlarne sui suoi blog. Ovvio, come sportivo di resistenza la mia missione sarà particolare e… su misura: infatti il “motto” di tutto questo sarà… “come sudare a Zurigo nel periodo Natalizio”. Quindi mi toccherà giocoforza fare tutta una serie di attività, girare tutti i mercatini e – pensate – frequentare i migliori ritrovi della Città, come il Bar Clouds sulla Prime Tower (il nuovo e spettacolare grattacielo della città dove si accede però solo in giacca e cravatta), oltre che allo Sprüngli sulla Bahnhofstrasse, dove dovrei invece assaggiare le famose torte di cioccolato. Che sacrificio, che tortura!
SFIDE SPORTIVE, MA NON SOLO…
Vi dirò se ne vale la pena, ma penso già di conoscere la risposta. Scherzi a parte durante questo weekend dovrò effettivamente “sudare” e sudare forte con tre attività particolari. La prima sarà al Freitag, famosissimo marchio di moda, dove dovrò costruire una delle celebri borse partendo dal nulla o quasi: e visto che nei lavori di ritaglio e di cucitura sono particolarmente imbranato, prevedo qui di sudare davvero moltissimo, ma in questa circostanza sarò aiutato (per mia fortuna!) da mia figlia.
Poi mi toccherà ovviamente partecipare domenica alla famosissima “Silvesterlauf” (8 km e 550 metri di saliscendi) e sarò uno dei ventimila del biscione variopinto che correranno nelle vie storiche della città, ma per questo sono contento, ci mancherebbe! Infine mi toccherà ancora “sudare”, e qui sudare davvero forte, nella sauna alla Badi Enge dove è previsto anche il tuffo nel lago, mi dicono che adesso è appena sopra lo zero, spero quindi di sopravvivere allo shock termico, vista anche l’età…
MA AL TERMINE MI ASPETTA UNA BELLA… FONDUE
Insomma, belle sfide, bel sacrificio! Vabbè, comunque al termine mi aspetta una fondue di quelle toste in uno dei tanti locali della vecchia città, con il vino bianco delle colline zurighesi, suderò anche qui, ma certamente con il sorriso. Sarò accompagnato da alcune persone e certamente da ticinesi che saranno al via della Silvesterlauf.
Ecco, per farla breve, di tutto questo, per cui certamente ci sarà molto da ridere e divertirsi, vi darò testimonianza attraverso facebook e gli altri ‘social’ fra un mesetto circa. Tenetevi pronti e seguitemi! Stay Tuned!
Vedi anche: Zurigo Turismo; Silvesterlauf
Photo: copyright Zurigo Turismo