L’a-ja resort Zürich, albergo ideale per sportivi e non

Cari sportivi e non solo, cercate un albergo su misura a Zurigo per un weekend di piacere o magari in vista della famosa maratona in agenda il prossimo 26 aprile 2020?

Io ne ho uno da consigliarvi ed è sicuramente l’a-ja Resort che si trova nel quartiere di Altstatten a 10 minuti di tram (e 5′ di treno) dalla stazione centrale.

Situato in un edificio dall’architettura futuristica molto particolare e suggestiva, è per numero di stanze il terzo albergo più grande di Zurigo. Fa parte di una catena alberghiera che ha altre strutture soprattutto in Germania.

L’albergo è un 4 stelle con tutti i comfort e, come detto, anche a misura di sportivo: in particolare le zone fitness e spa situate all’ultimo livello (la sauna è panoramica con grandi vetrate) sono un’attrattiva per chi vuole unire vacanze ad attività fisica e relax.

In questo senso l’albergo è ideale anche per chi viaggia per affari, ma non vuole perdere la tonicità muscolare. In più un ristorante di ottimo livello, il DELI Restaurant, permette di gustare prelibatezze di ogni sorta.

Come se non bastasse, annesso all’albergo si trova la Nivea House: qui è possibile farsi “coccolare” con dei massaggi a base della famosa crema idratante e protettiva, magari proprio dopo aver affrontato qualche sforzo fisico.

Da ultimo, ma non in ordine di importanza, i prezzi: assolutamente concorrenziali per ciascuna delle 318 camere doppie disponibili e tutte climatizzate. Insomma, un albergo di cui tenere conto per chi ha intenzione di passare qualche giorno nella splendida Città sulla Limmat.

Info: a-ja resort Zürich

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Bilancio di una bella esperienza nella Città sulla Limmat

Allora, la mia missione in questo weekend appena trascorso (13/15 dicembre 2019), era chiara: dovevo dimostrare che a Zurigo è possibile “sudare” anche in inverno, oltretutto e possibilmente divertendosi.

Una missione che ho definito “speciale”, proprio perché per il sottoscritto si è trattato di qualcosa di davvero insolito, insomma un’esperienza nuova e assolutamente piena di fascino e interesse anche perché mi ha permesso di vivere una città che ho sempre amato in una dimensione diversa e più profonda, più vicina, forse, al suo stesso essere.

In due parole il mio compito su mandato di Zurigo Turismo era questo: vivere alcune esperienze tra sport, buona cucina e relax a Zurigo e riportarne le relative impressioni sui miei blog e i vari social (Fb, Twitter, Instagram, Linkedin). Cosa che tra l’altro ho fatto puntualmente con una discreta per non dire buona rispondenza (circa 10 mila i contatti/reazioni in tre giorni).

Quindi ho dormito ad esempio in alberghi a misura di sportivo come l’Aja Resort e il Placid Hotel Design & Lifestyle. Due alberghi quattro stelle, non centralissimi, ma certamente di alto livello. Soprattutto pensati per gente sportiva: dalla dotazione di infrastrutture alla cura dei pasti, come pure, importantissima, alla garanzia della tranquillità e della quiete.

Aspetti, questi, molto importanti per chi il giorno seguente deve partecipare a una competizione sportiva, come può essere ad esempio la Maratona di Zurigo che si terrà il prossimo mese di aprile.

Ma Zurigo è anche divertimento e relax. Quindi già la prima sera non ho resistito a un drink in cima alla Prime Tower nell’esclusivo Clouds dalla vista straordinaria sulla Città. Da andarci assolutamente, magari pernottando nel vicino ristorante (sempre con vista favolosa) dove tra l’altro opera uno chef stellato.

Poi ho fatto tante altre cose, tra cui ovviamente partecipare alla Silvesterlauf, un evento sportivo che ha attirato circa 20 mila persone nel centro Città in un ambiente unico e straordinario, pieno di buona energia. Una corsa di 8,5 km che ho concluso in 35’33’’ alla media di circa 4’10’’ al chilometro, quindi a un passo più che dignitoso considerata anche l’età…

UNA ZURIGO DA VISITARE E DA CONOSCERE

Insomma, tante cose per una bella esperienza complessiva, che ha acquisito ancora maggiore fascino per via del periodo natalizio dove tutto il centro era illuminato da luci di ogni sorta e i mercatini sono uno spettacolo già di per sé.

A un bel viaggio, si dice di solito, dovrebbe corrispondere un bel ricordo. Ed è stato proprio così.

Nel mio caso questo bel ricordo lo terrò ben custodito. Sono dell’avviso che il nostro Paese è davvero qualcosa di straordinario. La Svizzera è bella ovunque. Ma in più c’è questo: le differenze tra le varie regioni e tra le stesse Città, ci avete mai fatto caso? Differenze che sorprendono sempre.

Un fatto che è legato alla storia del nostro paese che fa sì che convivano culture diverse in spazi neanche troppo estesi. Anche se è vero che la globalizzazione ha un po’ appiattito queste peculiarità, che un tempo erano più accentuate…

Malgrado ciò la sensazione è quella di avere fatto una vacanza arricchente. Quel tipo di vacanze che danno soddisfazione, insegnano, fanno magari anche riflettere. Perché è vero che, come ha detto qualcuno, ciò che si attende da un viaggio è “il differente”. E Zurigo è differente, ma in positivo. Non penso solo all’organizzazione, alle infrastrutture, ai trasporti, alla bellezza del lago e del paesaggio.

Penso alla gente, a una certa spensieratezza e voglia di vivere che in altre parti si è un po’ spenta. Una positività che contagia subito il visitatore e che crea quella irrefrenabile e silente nostalgia di ritornarci, in questa città cosmopolita e pulsante di vita, appena possibile.

Leggi anche: Come sudare a Zurigo nel periodo di NataleLa magia del Natale in un weekend “sportivo” a Zurigo; Alfred Escher, padre e fondatore della Gotthardbahn; La Silvesterlauf, una festa per 21 mila partecipanti

Vedi anche: Zurigo Turismo, info@zuerich.com, zuerich.com
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Alfred Escher padre e fondatore della Gotthardbahn

Zurigo è una città ricca di storie e non può che essere così vista l’importanza del suo passato. Quello che è interessante sapere è che molte di queste storie si intrecciano anche con il Ticino. Tante riguardano persone comuni come noi che in qualche modo o per qualche ragione hanno avuto a che fare con la Città sulla Limmat. Quanti, infatti, vi hanno lavorato o studiato? Non solo: i miei genitori, ad esempio, per una curiosa coincidenza si sono conosciuti proprio nella vecchia Halle della Stazione ferroviaria, poco prima di prendere un treno…

Storie comuni ma anche storie più importanti, come quella di Alfred Escher (1819-1882), il cui gigantesco monumento fa bella mostra di sé fuori dalla stazione centrale. Escher è considerato il padre della Gotthardbahn, è oggi un simbolo per Zurigo ma pensate è nel contempo anche cittadino onorario di Lugano! È stato un uomo di grande successo, attivo su tanti fronti, sebbene gli ultimi anni di vita non siano stati molto fortunati per lui. E ancora meno lo furono per la figlia Lydia, ai tempi, siamo alla fine dell’Ottocento, ritenuta la donna più ricca in Svizzera e che per una questione di cuore mise tragicamente fine ai suoi giorni… 

IL TRENO SFRECCIA VELOCE…

“Il treno sfreccia veloce dentro l’oscurità della valle. A dicembre la notte scende in fretta e in un attimo si passa dalla luce al buio più pesto. Si attraversano villaggi, poi ci si infila in qualche galleria per uscirne subito dopo. Non è mai noioso viaggiare in treno, neppure all’imbrunire. I paesaggi si rincorrono, si avvicinano, ruotano, si incrociano, poi si allontanano…

Mai poi, appunto, arriva la notte e il buio diventa tutto uguale. Ogni tanto le fioche luci tremolanti indicano la presenza di un villaggio con la chiesa illuminata e il bagliore dei prati innevati. Chi ci vive quassù, in mezzo alle montagne, nel freddo di questo inverno? Il treno continua la sua corsa e a poco a poco si inizia a sonnecchiare; a poco a poco il pensiero diventa sogno e segue il rollio ritmico del treno che ci trasporta e sembra di confondersi con l’ambiente.

Usciti dal tunnel di Alptransit la fermata di Zugo non è lontana. Qui l’ambiente si riaccende, sale parecchia gente sorridente e il vagone si ravviva. Salgono famiglie intere, gente anziana, gruppi di ragazze e ragazzi che ridono e scherzano fra loro, tutti diretti verso la grande Città e il suo clima di Natale. 

L’ARRIVO ALLA STAZIONE DI ZURIGO

Quando arrivi a Zurigo la folla dentro il treno è in visibilio e in un attimo ti ritrovi catapultato sui binari che sembrano il set di un film hollywoodiano. Gente che corre, gente che si saluta… Tutto splende, sembra di essere in un film di Woody Allen.

Un bimbo piccolo guarda meravigliato il grande Swarovski, l’albero di Natale della stazione di Zurigo, alto ben 15 metri. I suoi occhi sono pieni di meraviglia come quelli della madre che lo tiene per mano e come lui guarda verso l’alto di questa meraviglia natalizia. La gente corre, i treni non aspettano, l’ultimo regalo, forse, neppure…

Oggi per fare la tratta Lugano-Zurigo si impiegano poco più di due ore. Le due città sono legate da tante storie, pensiamo solo ai giovani che studiano all’Università o al Politecnico, tra i più rinomati al mondo. Usciamo e come per l’albero di Natale vediamo gente che guarda all’insù, questa volta però verso la grande statua dedicata ad Alfred Escher, il padre della Gotthardbahn. L’ombra della sua imponente figura si riflette sulla monumentale parete della Stazione intrecciandosi, in uno spettacolare quanto suggestivo gioco di combinazioni, con i fili elettrici dei tram cittadini.

ALFRED ESCHER, PADRE DELLA GOTTHARDBAHN

Escher è stato uno degli uomini più influenti della seconda metà dell’Ottocento, attivo in molti campi della politica come dell’economia. Oltre ad aver promosso la Gotthardbahn, fu il fondatore del Credito Svizzero. Nel corso della sua vita ha ottenuto molti riconoscimenti e tra questi – in molti saranno ora sorpresi nel saperlo – pure quello di cittadino onorario della Città di Lugano!

Viveva nella sontuosa Villa Belvoir a Enge, dove visse anche gli ultimi anni della sua esistenza che non furono sempre facili. A causa del cattivo stato di salute, ad esempio, non poté partecipare all’inaugurazione della galleria ferroviaria del Gottardo nel 1882 di cui fu, appunto, il principale promotore. Morì di lì a poco.

La sua figura è legata anche alle vicende della figlia Lydia che ereditando il patrimonio del padre divenne la donna più ricca della Svizzera di quell’epoca. Il suo matrimonio con il figlio del Consigliere federale Friedrich Emil Welti finì tragicamente. L’idillio che la vide al fianco dell’artista Karl Stauffer fu di breve durata: Stauffer morì di una dose eccessiva di clorato e Lydia Welti-Escher aprì il rubinetto del gas il 12 dicembre 1891 nella sua casa di Champel presso Ginevra. Aveva solo 33 anni.

LA FONDAZIONE GOTTFRIED KELLER

Prima di morire, Welti-Escher destinò i milioni di franchi ereditati dal padre alla fondazione Gottfried Keller, che aveva istituito e il cui scopo consisteva nell’acquisizione di opere d’arte e che oggi è sotto la tutela della Confederazione.

Un soffio di vento spaventa un piccione appollaiato sulla mano rigida della statua di Escher e spicca il volo verso l’alto, tra le nebbie della sera e i colori delle luci variopinte di Natale. L’ambiente è magico e la voglia di vivere la città, seguendo l’onda del profumo di vin brulé e dei suoi affollati mercatini ti conquista subito, irresistibile come una Musa delle divinità greche”.

Testo: copyright N. Pfund

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