Il triathlon, lo sport più completo: ecco spiegato perché

Forse non tutti lo sanno, ma il triathlon è scientificamente ritenuto lo sport più salutare in assoluto. La conferma viene da uno studio condotto dall’Università di Vienna dove sono state messe a confronto 50 tra le discipline più diffuse  al mondo.

Ebbene, questa ricerca ha evidenziato come il triathlon è lo sport più salutare di tutti perché riesce a conciliare in modo ottimale la salute fisica e mentale con l’aspetto e ecologico e sociale.

Il fatto poi di praticare tre discipline rende questo sport variato e più stimolante; senza dimenticare i benefici derivanti dal cross-training (allenamento incrociato) che riduce gli infortuni.

Nella foto: Nicola Spirig, campionessa olimpica e grande ‘testimonial’ della triplice disciplina, sorridente al via del Triathlon di Locarno 2022, l’ultima gara alla quale ha preso parte prima del ritiro dalle competizioni (photo: N. Pfund).

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NON “BEN-AVERE” MA “BEN-ESSERE”… ECCO PERCHÉ

C’è un paradosso da sciogliere. È quello del benessere. La nostra è una società in cui ve ne sarebbe in abbondanza. Eppure la gente è (sovente) insoddisfatta. Non è forse vero?

Chiaro, quando parliamo di benessere ci riferiamo anzitutto a quello economico che viene misurato in termini di PIL (prodotto interno lordo).

Abbiamo più o meno tutto e a volte più di tutto: due auto, tre televisori, quanti computer? Mangiamo senza aver fame, beviamo senza aver sete. Rincorriamo il nostro tempo senza raggiungerlo mai.

Rispetto ai nostri “antenati”, anche delle generazioni vicine, siamo dei privilegiati. Le nostre vite si svolgono in un limbo dorato, soprattutto se paragonate alle ristrettezze del mondo contadino dove il vivere quotidiano era qualcosa di veramente diverso.

Il paradosso è che la nostra società ci ha affrancato dalla fatica, ci ha riempito di sicurezze, ma ci ha anche tolto il gusto della vita. L’aumento del PIL non ha prodotto automaticamente maggiore felicità, a volte ha aumentato solo, e in modo drammatico, l’inquinamento.

A fronte di ciò da tempo qualcuno ha proposto un nuovo e interessante concetto di benessere: il benessere interno lordo o BIL, che può essere considerato una sorta di indicatore che affianca il PIL.

Il BIL è la risultanza di alcuni fattori che prendono in esame ambiti diversi della vita quotidiana dei singoli e della comunità, andando al di là del dato meramente economico: condizioni di vita, di salute, di istruzione, di attività personali, di rapporti sociali, fino all’ambiente, variabile decisiva nel quadro del benessere di una collettività.

Per quanto sia difficile ridurre in numeri la vera felicità, questa apertura segna un importante passo avanti che in futuro potrà forse portare a un cambio di mentalità, poiché “sgancia” il concetto di felicità dal possedimento di soli beni materiali e di ricchezza.

È indubbio che una società che abbia un PIL in aumento stia meglio economicamente di una società con un PIL in diminuzione; ma detto questo, i teorici del BIL asseriscono che aumenti del PIL non comportino automaticamente aumenti del BIL e quindi ci possono essere luoghi e città i cui abitanti sono ricchi ma infelici.

Perché ciò avvenga, ovvero affinché vi sia un aumento del BIL, è necessario trovare un nuovo equilibrio tra sviluppo economico, abitudini di vita e salvaguardia dell’ambiente. E in questo ambito l’attività fisica e lo sport, soprattutto se praticati a contatto con la natura, rappresentano un veicolo importante per “far crescere il BIL”.

Come è stato ampiamente dimostrato, sempre più persone amano fare movimento all’aperto, attraverso la pratica di sport o anche semplici passeggiate. Quindi attività assolutamente tranquille che non richiedono un dispendio di soldi ma, se volgiamo, solo un po’ di allenamento e buona volontà.

Quindi ribadisco ciò che ho già avuto modo di dire e cioè che il progresso, lo sviluppo della tecnologia e l’alleviamento del peso dell’esistenza, ogni volta che ciò sia possibile, sono sicuramente da ricercare e da promuovere.

Ma per dare qualità alla vita non è probabilmente sufficiente la tecnologia e il denaro. Ci vuole qualcosa di più.

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IL MIO DECALOGO PER UNA VITA SANA E FELICE

Raggiunta ormai una certa (e veneranda) età ho forse acquisito qualche spicchio di saggezza in più? Bella domanda! Forse si o forse no. In ogni caso l’esperienza di vita che ho alle spalle mi porta a dire che, a mio avviso, sono dieci gli elementi che devono essere curati per vivere meglio il momento presente, per progettare il futuro...

Ma anche per fare fronte alle difficoltà della vita che, ormai lo sappiamo, non mancano mai. In una parola queste qualità vanno a costituire le nostre ancore di salvataggio anche per i momenti difficili, alimentando la nostra capacità di resilienza. Insomma, date un’occhiata e semmai ditemi cosa ne pensate: ogni critica, ovviamente, è ben accetta!

ALIMENTAZIONE-MOVIMENTO-ETICA-RIPOSO-AMBIENTE-LAVORO-AMICIZIE-DIVERTIMENTO-CULTURA-RELAZIONI

ALIMENTAZIONE

“Siamo quello che mangiamo” ha sentenziato il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach (1804-1872). Qualcuno nutre dubbi in tal senso? E malgrado ciò non abbiamo una vera cultura dell’alimentazione, del mangiare bene e sano. La scuola raramente se ne occupa, tante famiglie non se ne fanno un problema.

Così, spesso, ci nutriamo a casaccio e piuttosto male. I nostri organi più sensibili – fegato, pancreas, ecc. – allora gridano e ne soffrono e poi…, magari, si ammalano. Semplicemente per questo: perché non li abbiamo capiti e rispettati…

È importante curare sia la qualità (frutta, verdura ai primi posti), che la quantità (mantenere un bilancio calorico con quel che si consuma, per evitare di accumulare grassi) oltre alla assunzione: meglio cinque pasti al giorno che solo tre o, addirittura, due.

E infine non ci si scordi di questa semplice massima che ci viene da un detto popolare e che ci esorta, molto semplicemente, a fare “una colazione da re, un pranzo da principi e una cena da poveri”.

MOVIMENTO

Il concetto alla base è davvero semplice: siamo progettati per muoverci e non per restare fermi. Se stiamo fermi ci ammaliamo. È la nostra evoluzione di primati che ce lo dice, abituati fin dalla notte dei tempi a cacciare, saltare, rincorrere per sopravvivere.

Per vivere bene, gli esperti dicono che occorre fare movimento per almeno un’ora al giorno. Con un occhio di riguardo per quelle attività che sviluppano la resistenza aerobica, l’agilità e la forza. Quindi esercizi specifici e sport di resistenza, come escursionismo, corsa a piedi, bicicletta. Possibilmente senza esagerare, ma piuttosto a ritmo moderato.

L’attività sportiva praticata in contesti naturali ci permette anche di svolgere una sorta di meditazione in movimento, con grandi benefici per la psiche e la mente, staccandoci dai problemi della quotidianità per entrare in contatto con noi stessi.

ETICA

“Fai quello che devi, accadrà quello che può” ha detto il grande filosofo Immanuel Kant. A significare che è importante avere un comportamento etico corretto in ogni situazione – verso gli altri, il mondo, se stessi – a prescindere dal fatto che le nostre intenzioni abbiano poi un successo pratico o meno.

Lo sappiamo: si può avere ragione in molte situazioni, ma non sempre è il bene, il giusto o la verità a spuntarla. Possiamo anche subire dei forti e oggettivi torti, a volte quasi insopportabili. Situazioni difficili a cui saremmo tentati di reagire vendicandoci, distruggendo, facendo subire ad altri quello che è toccato a noi. Ma così facendo commetteremmo un grave errore: quello di portarci al livello dell’altro e del torto. È questo ciò che vogliamo?

La nostra forza d’animo sta proprio nel non rispondere per forza “a tono” commettendo lo stesso errore di colui che ha torto. Rispondere sì, se possibile, ma in modo da risolvere costruttivamente la questione, che a volte significa semplicemente non dire o fare proprio nulla. Mantenendo la nostra dignità di persone e portando le proprie cicatrici con dignità. Dimostrando che malgrado la sofferenza si è ancora capaci di sorridere, che malgrado si sia stati maltrattati si è rimasti gentili.

Avere un comportamento eticamente corretto è una delle soddisfazioni più grandi. Che richiedono una capacità e una forza d’animo non indifferente. Resistere alla tentazione di diventare il peggio, alimentando il male nella società, non è da tutti ma solo delle persone davvero forti e sagge.

RIPOSO

Il riposo è altrettanto importante dell’attività. Ma spesso ce ne dimentichiamo. “Chi dorme non piglia pesci” recita peraltro un vecchio adagio. Parole che vanno bene in questa società che viaggia a mille all’ora e che sembra non voler concedere pause a nessuno.

Così succede che per restare al passo con tutti gli impegni che ci vengono chiesti ci si obbliga ad entrare in un “circolo vizioso” che si trasforma in un vortice incessante di cose e attività da svolgere.

Risultato? Si è impegnati per gran parte del nostro tempo su questioni che magari non ci interessano neppure molto sacrificando il nostro tempo a disposizione, ma anche il tempo – importantissimo – che dovrebbe essere dedicato al riposo.

Dormire e dormire bene è infatti fondamentale per il nostro equilibrio psicofisico. Perché ci consente di “metabolizzare” le nostre esperienze quotidiane, recuperando la fatica e lo sforzo. Sul numero di ore ideali da dedicare al sonno vi sono diverse versioni e pareri, anche se in genere si è concordi nel ritenere che otto ore siano l’ideale.

AMBIENTE

In molti non ci fanno caso, ma l’ambiente in cui passiamo le nostre ore influenza il nostro stato d’animo. La nostra abitazione, il luogo di lavoro, il paese in cui abitiamo con le sue caratteristiche fisiche e architettoniche. Inconsciamente ne assorbiamo sia i pregi che i lati negativi.

Ora, se alcuni contesti sono indubbiamente sani e positivi, altri sono viceversa particolarmente “tossici”. Pericolosi per la salute e l’equilibrio, quindi fonte di stress piuttosto che di benessere.

Chiaro, a volte non possiamo scegliere. Siamo costretti a vivere in un certo posto, a lavorare in una certa struttura o edificio. Con, aggiungeremmo, certe persone. Che anche loro a volte possono essere fonte di negatività e di tossicità.

È importante sapere individuare queste situazioni per noi potenzialmente pericolose. E cercare di conseguenza delle soluzioni, ovvero degli ambienti possibilmente più sani. Che sovente sono lontani dai luoghi in cui si abita e si lavora. E che spesso li troviamo nella natura incontaminata e nel silenzio dei grandi spazi.

E poi, come detto, ci sono anche le persone. Quegli individui con cui si deve convivere per qualche ragione o motivo. Da loro è fondamentale proteggersi e non assorbirne l’energia negativa. Allontaniamoci dunque dalle persone che ci… buttano giù.

Allontaniamoci da quei litigi che non troveranno mai soluzione. Smettiamola di cercare di piacere a quelle persone che non riconosceranno mai il nostro valore. Più ci allontaniamo da ciò che avvelena la nostra anima, meglio staremo.

LAVORO

È una delle parti più importanti della nostra vita. Anzitutto in termini di tempo. Al lavoro dedichiamo mediamente otto ore al giorno e anche più, il tempo migliore della giornata, quello in cui siamo più freschi e produttivi.

Il lavoro ha una funzione fondamentale: noi siamo quello che facciamo. È quindi parte della nostra identità. Quando incontriamo una persona, tra le prime cose che chiediamo è proprio quale sia la sua attività lavorativa e per cosa abbia studiato.

Per queste ragioni bisognerebbe fare in modo che l’attività lavorativa sia di nostro gradimento e che ci permetta di realizzarci. Altrimenti diventa solo un obbligo che alla lunga può portare alla disaffezione e all’abbandono.

Il ruolo del lavoro è pregno di significato perché rappresenta il contributo concreto che noi diamo alla società. Infatti noi aiutiamo gli altri attraverso la nostra attività lavorativa e nel contempo ci rivolgiamo agli altri per quelle competenze di cui abbiamo bisogno, ma che da soli non sappiamo e possiamo realizzare.

Di più, guadagnando, il lavoro ci permette di vivere e di non pesare sugli altri. Un atteggiamento di sana responsabilità verso il prossimo. Dove ognuno, appunto, cerca di dare il proprio contributo e di fare la propria parte nella società in cui viviamo.

AMICIZIE

“Chi trova un amico trova un tesoro”: quanta verità! Gli amici veri sono pochi. Sono quelli che frequentiamo nei momenti spensierati, certo, ma che si vedono anche nei momenti difficili.

Anzi, soprattutto e proprio in queste occasioni, quando in genere, proprio a causa delle nostre difficoltà, siamo spesso lasciati a noi stessi. Gli amici veri invece no, non ci lasciano soli e anzi sono sempre disponibili ad ascolarci quando abbiamo bisogno di qualcuno con cui parlare e confidarci.

Da quanto detto è facile capire che l’amicizia senza interesse è quindi qualcosa di estremamente prezioso e che va coltivata giorno dopo giorno. E se le amicizie finiscono? Beh, vuol dire una cosa molto semplice: che probabilmente non sono mai state sincere.

DIVERTIMENTO

applausi

Guardiamo l’origine del termine. Divertimento deriva dal latino de allontanamento e vertere volgere. Quindi volgere altrove, deviare. Le attività che ci permettono di divertirci sono quindi quelle che escono dalla routine della quotidianità.

Possono quindi essere molteplici: cucinare può essere divertente, come leggere, guardare un film, ascoltare musica, fare sport, correre. Anche se in genere associamo il termine a qualcosa che è legato al divertimento e a certe modalità di evasione anche sfrenate.

Tutto va bene: importante è avere delle attività che ci distolgono per un certo tempo dalle occupazioni ordinarie. Che ci facciano stare bene e se possibile ritrovare la serenità e il sorriso.

CULTURA

Molte persone sono abituate a pensare alla cultura come a qualcosa di pesante e di noioso. Retaggio forse di un certo tipo di esperienza scolastica? L’insegnamento nozionistico e ripetitivo, poco entusiasta ed empatico, può fare grossi danni, nel senso che può portare molte persone a sviluppare una disaffezione per tutto ciò che ha il sapore di “culturale”.

Perdendo con ciò moltissimo, perché la vera cultura è nutrimento dello spirito. Prendiamo l’arte e i grandi pittori del passato e del presente, la musica, la letteratura… Nei libri buoni, ad esempio, quelli in cui risconosciamo qualche vago alone di noi stessi, possiamo trovare quegli stimoli per intravvedere nuove vie e soluzioni… che ci permettono di vivere una vita più piena e consapevole.

RELAZIONI

È il mondo degli affetti, quello con le persone che sentiamo più vicine e che possono essere la famiglia o il partner. È importante, come per le amicizie, coltivare questi rapporti, cercare di tenerli vivi e sani il più possibile.

Avere una famiglia alle spalle che ci sostiene è una delle fortune più grandi così come il suo contrario può rappresentare una fonte di difficoltà, anche non indifferente, e gli esempi sono tanti. Molte cause di disagio sociale nascono proprio da una costellazione familiare problematica.

Lo stesso riguarda il discorso che si può fare con il partner, il coniuge, il convivente. Può essere fonte di sofferenza ma anche di grande gioia, sicuramente tra le più belle e intense. Tanto che questo sentimento è stato cantato in modo unico e straordinario dai maggiori poeti di sempre.

E a me, questo universo tutto speciale che è l’amore tra due persone, piace proprio vederlo così!

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SE LO SPORT È UN SALVAGENTE PER LA VITA

Ho sempre detto di avere avuto un salvagente nella vita e quel salvagente me per me è lo sport. Non è l’unico, certo, ma ha un ruolo importante.

Un aiuto nelle situazioni più o meno complicate, quando la positività nei pensieri e nei sentimenti, per qualche recondita ragione, non fosse che per capire come va a volte questo strano mondo, vacilla e traballa un po’…

Che a ben guardare succede con estrema facilità: basta una giornata storta, un po’ frustrante, fatta più di obblighi che soddisfazioni, a chi non succede?

Per me è sempre bastato fare il “click”, ovvero arrivare a casa, cambiarmi ed uscire a correre o fare un bel giro in bici. Oppure, come avviene sempre più di recente, partire per una corsa o un’escursione in montagna.

Così rinasco e mi riconnetto con me stesso. Perché questo succede: che se prima il morale era un po’ bassino, dopo aver fatto movimento si sta subito meglio.

Qualcuno parla di endorfine e ha ragione. Ma non dite che è dipendenza cattiva, perché se uno ha uno stile di vita che gli permette di vivere bene e magari fino a 110 anni non è certo sulla strada sbagliata!

La dipendenza è altra cosa, è quella che intossica e uccide, spesso è anche sottile, anzi sottilissima, quasi invisibile neppure la vediamo nelle trame della nostra quotidianità che diamo per normale.

E permettetemi anche questo: c’è sport e sport. Lo sport agonistico, esasperato, è spesso una fonte pericolosissima di stress. Produce l’effetto contrario al buonsenso: al posto di rilassare, innervosisce. Come si spiegherebbero i tafferugli e gli atti di violenza al termine di certi eventi?

Guardate invece i volti di chi ha appena concluso una maratona: stanchi ma felici di un benessere profondo e autentico. Di chi, in questo caso, ha fatto davvero pace con se stesso e con la vita.

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I quattro pilastri del benessere: ecco quali sono

Sono quattro i pilastri del benessere:

. Il movimento

. L’alimentazione

. Il riposo

. L’amore

IL MOVIMENTO

Siamo progettati per muoverci. Qualcuno lo mette ancora in dubbio? Chi sta fermo rischia quindi di ammalarsi. Il movimento deve essere parte della nostra quotidianità. Possibilmente un movimento moderato e aerobico, più vicino ai nostri ritmi.

L’ALIMENTAZIONE

“Siamo quello che mangiamo”: è stato detto più volte, primo fra tutti dal grande Ippocrate. E non è difficile da intuire, poiché quello che ingeriamo diventa parte di noi stessi. Un’alimentazione sana è quindi alla base di ogni “stare bene”.  

IL RIPOSO

È fondamentale come l’attività stessa. Per vivere bene dobbiamo riposare, ma riposare nel modo giusto. 8-9 ore di sonno rigenerante permettono al nostro corpo e alla nostra mente di recuperare ogni fatica. Anzi, di essere oggi un po’ meglio di quello che eravamo ieri.

L’AMORE

Amare ed essere amati, che bello! Non solo tra persone: amare anche quello che si fa e quello che ci sta attorno, sottoforma di natura e tutto quanto di bello al mondo ci può essere.

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IL FUTURO SORRIDERÀ AGLI SPORT “OUTDOOR”

Non è certo un bel momento per il mondo dello sport in generale, dove ogni attività è “congelata” a causa dell’urgenza sanitaria legata alla diffusione del coronavirus. Non sono quindi periodi facili neppure per gli appassionati degli sport all’aperto abituati alla loro uscita, spesso giornaliera, in bicicletta o a corsa.

Non vorrei però parlare di sacrifici, il termine mi sembra davvero troppo forte e fuori luogo. Rinunciare ad allenarsi oppure a correre è forse oggi uno degli ultimi problemi e certe lamentele da parte di alcuni solo perché privati della loro corsa quotidiana non trovano francamente nessuna giustificazione e anzi sembrano piuttosto ridicole.

Anche se in Svizzera, a differenza di altri paesi, l’attività motoria esterna non è ancora stata vietata – malgrado vi sia stato da parte delle autorità l’invito ad essere molto prudenti per evitare incidenti che potrebbero pesare sul sistema sanitario già sotto pressione -, si registra tuttavia un rallentamento da parte di molti atleti amatori.

Tanti appassionati, dando prova di grande responsabilità hanno addirittura rinunciato ad uscire, prevedendo allenamenti casalinghi sui rulli o sessioni di ginnastica indoor. Una buona soluzione per non andare in “astinenza” di esercizio fisico e mantenere un minimo di condizione, ritenuto che un po’ di movimento dovrebbe essere fatto da tutti, non fosse che per mantenere un buon equilibrio psicofisico.

Tuttavia, guardando avanti, non si può che essere positivi, almeno da parte degli appassionati di sport all’aperto che escono di regola singolarmente. Perché il futuro ci dice che saranno queste le attività che molto probabilmente non saranno a rischio, almeno finché non sarà trovato il vaccino per sconfiggere la malattia.  

Viceversa tutte quelle attività che prevedono assembramenti di persone allo stato attuale sono decisamente molto più in pericolo, proprio per i rischi di diffusione del contagio qualora dovesse ripresentarsi in avvenire un focolaio della malattia e fintanto che non sarà possibile farvi fronte attraverso delle cure efficaci.

Quindi come appassionati di sport di resistenza teniamo duro che il futuro non tarderà a sorriderci di nuovo. E magari pensiamo ora, che abbiamo peraltro molto più tempo a disposizione, a qualche bel progetto, come potrebbe essere – perché no? – anche un viaggio in bicicletta…

Copyright photo: N. Pfund

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Il bilancio finale di un bel viaggio, oggi su “ExtraSette”

Oggi su ExtraSette il mio ultimo contributo per la rubrica “Il benessere dello sport”. Una rubrica iniziata due anni fa e che settimana dopo settimana mi ha permesso di parlare di tanti argomenti che mi stanno a cuore. Un’esperienza bella di cui serberò un bellissimo ricordo.

Leggi ancheRicominciare con prudenzaTrovare tempo per se stessiLa corsa, che passione!Turismo lento e sci di fondoDare sempre il meglio di séSe il corpo lo segnala è meglio rallentareL’allenamento e i suoi principiL’attività fisica aiuta lo studioCorrere da soli o in compagnia?Il mio rapporto con lo sportQuei chiletti di troppo… che ci rallentano nella corsaI benefici del Nordic walkingIn forma a ogni etàLe attività fisiche più salutariVia dall’auto, intervista a Yuri MonacoTicino, terra di ciclismoDal Ceresio al San GratoLa resilienza risorsa interioreStraLugano, energia positivaIl movimento è medicinaPurificarsi sul Monte BarLe insidie dell’overtrainingNell’antico cuore del TicinoAlto il numero degli sportiviAllenamenti strutturati, un miglior rendimentoLe proprietà benefiche del nuotoDa Grono a Santa Maria in Val CalancaTremola libera per i cicloturistiPerché praticare uno sport di resistenza?La Verzasca in biciclettaTutta la vita in movimentoPer dimagrire una lunga corsaOnsernone, una valle tante storieIl giardino incantato del KlausenPer migliorare corsa e velocitàLa ciclabile del lago di CostanzaIl peso influenza la prestazioneDonne e sport: binomio vincenteLa vita è bella dal sellino di un’e-bike!; La Maratona della Grande MelaLa Penudria in biciclettaElogio dello sforzo, se non eccessivoLa preparazione piramidaleIn forma col test ConconiLa palestra per tuttiSalire sul Brè al tramontoUna bicicletta per NataleLo sport oggi è dappertuttoLa Silvesterlauf e quella voglia di vivereUn anno di sport per cambiare vitaIl proposito di inizio annoFondamentale la preparazioneIl pesante monito di Jim FixxPedalando verso SagnoAttività fisica, notti placideCorrere quando nevicaPer i boschi di Breganzona; La semplice gioia di fare sport; La sera di corsa al Monte Boglia; I consigli per iniziare a fare sport; Bisogna bere prima della seteIn bici al casolare di Serpiano; Corsa mattutina per dimagrire; Pedalare a filo dell’acqua; Concretizzare il cambiamento; Voti migliori grazie allo sport; Camminare per la città; Una scalinata con vista sul blu; Da Zurigo a Rapperswil; A Verdabbio in bicicletta; StraLugano, bella la città; L’insegnamento del dr. Arcelli; Monti di Ronco, vista sul lago; L’importanza dello stretching; La Sighignola e il suo balcone; Anche il tempo richiede qualità; Il giro del lago di Neuchâtel; Acqua tonica; Il giro del lago di Lucerna; Senza piacere si fallisce; Mont Ventoux, dio del maleL’importanza del recuperoSulla sommità dei passi alpiniL’allenamento nel solleoneProgettati per muoversiDove Annibale valicò le AlpiPerseveranza e disciplinaUna gita in LeventinaLa “ViaRhôna” in biciclettaAttimi intensi di vitaL’anima della Val BavonaIl coraggio dell’umiltàProfumi e colori dell’autunnoNon ben-avere ma ben-essereL’infortunio dietro l’angolo; Cicloturismo viaggio giusto

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L’infortunio dietro l’angolo, oggi su “ExtraSette”

È lo spauracchio di ogni sportivo. Mi riferisco ovviamente all’infortunio che ci obbliga a fermarci. Già, ma come comportarsi quando ci si infortuna, cioè immediatamente dopo? C’è un protocollo da seguire, il protocollo RICE che comprende: riposo, ghiaccio, compressione ed elevazione. Ne parlo oggi su “ExtraSette”. Buona lettura!

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Non ben-avere ma ben-essere, oggi su “ExtraSette”

“C’è un paradosso da sciogliere. È quello del benessere. La nostra è una società in cui ve ne sarebbe in abbondanza. Eppure la gente è spesso insoddisfatta”. Oggi su “ExtraSette”. Buona lettura!

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Il coraggio dell’umiltà, oggi sulla rivista “ExtraSette”

“Invitato di recente a una trasmissione radiofonica, mi è stato chiesto di parlare dei “limiti” nello sport. Ovvero: quando il superamento dei limiti è sensato e quando può essere considerato pericoloso? Tema interessante e certamente d’attualità. Interessante perché la sfida al limite è parte integrante del concetto di sport. D’attualità, in quanto proprio in questi ultimi anni si è assistito a un proliferare di gare “estreme” (nel campo del running, ad esempio, le cosiddette “ultra”: ultra trail, ultramaratone, ecc.) dove i partecipanti, soprattutto atleti amatori, si cimentano in competizioni molto esigenti”.

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