
“La vita è bella dal sellino di un’e-bike!” oggi su “ExtraSette”
LA VITA È TUTTA DIVERSA DAL SELLINO DI UN’E-BIKE!
“Qualcuno ha parlato di rivoluzione copernicana. Perché l’avvento delle e-bike, ovvero le biciclette a pedalata assistita, sta veramente cambiando la percezione della realtà. In Svizzera si stima che ne circolano non meno di 400’000 e l’incremento è stato massiccio soprattutto nell’ultimo decennio…”
Oggi su “ExtraSette” (supplemento del venerdì del “Corriere”) parlo di bici elettriche e dei tanti vantaggi che comportano: praticità, convenienza, rispetto ambiente, ecc. Buona lettura!
Leggi anche: Ricominciare con prudenza; Trovare tempo per se stessi; La corsa, che passione!; Turismo lento e sci di fondo; Dare sempre il meglio di sé; Se il corpo lo segnala è meglio rallentare; L’allenamento e i suoi principi; L’attività fisica aiuta lo studio; Correre da soli o in compagnia?; Il mio rapporto con lo sport; Quei chiletti di troppo… che ci rallentano nella corsa; I benefici del Nordic walking; In forma a ogni età; Le attività fisiche più salutari; Via dall’auto, intervista a Yuri Monaco; Ticino, terra di ciclismo; Dal Ceresio al San Grato; La resilienza risorsa interiore; StraLugano, energia positiva; Il movimento è medicina; Purificarsi sul Monte Bar; Le insidie dell’overtraining; Nell’antico cuore del Ticino; Alto il numero degli sportivi; Allenamenti strutturati, un miglior rendimento; Le proprietà benefiche del nuoto; Da Grono a Santa Maria in Val Calanca; Tremola libera per i cicloturisti; Perché praticare uno sport di resistenza?; La Verzasca in bicicletta; Tutta la vita in movimento; Per dimagrire una lunga corsa; Onsernone, una valle tante storie; Il giardino incantato del Klausen; Per migliorare corsa e velocità; La ciclabile del lago di Costanza; Il peso influenza la prestazione; Donne e sport: binomio vincente

Gabriele Nessi, professore di matematica in e-bike
RITRATTI DI BRAVI INSEGNANTI – GABRIELE NESSI
Prende avvio oggi sul mio blog una nuova rubrica che voglio dedicare alla figura di alcuni insegnanti con i quali ho condiviso giorni di scuola o qualche altra passione comune. Ritratti che di volta in volta mettono in evidenza qualche lato bello, curioso e interessante della persona: come è il caso di Gabriele Nessi, professore di matematica al Centro professionale Tecnico di Mendrisio, che dallo scorso anno affronta il tragitto casa-scuola in sella alla sua e-bike! Ecco nel suo racconto, che propongo qui di seguito, come ha vissuto questa nuova esperienza. Buona lettura!
AL LAVORO CON LA BICI ELETTRICA
Mi chiamo Gabriele Nessi, ho 48 anni, sono docente presso le scuole professionali di Mendrisio dove insegno matematica nel percorso di maturità professionale, sono sposato ed ho due figli (11 e 14 anni).
In questo breve scritto voglio condividere la mia esperienza di viaggio per andare al lavoro, fatta con una bicicletta elettrica (d’ora in poi E-bike) nell’arco dell’anno scolastico 2017/2018 appena concluso.
Breve storia personale: nel 1998 ho cominciato a lavorare in Ticino, a Lugano presso uno studio di Ingegneria civile, per 5 anni ho fatto il pendolare con l’auto, allora la tratta Chiasso-Lugano era ancora percorribile, gli accordi bilaterali erano lontani, i frontalieri erano 1/3 degli attuali; inoltre era sempre possibile trovare un posto auto gratutito per la giornata a Lugano (ora non più, tutti trasformati in posti blu oppure a pagamento!).
Nel 2002 mi è stata offerta la possibilità di insegnare al Centro Professionale Tecnico di Mendrisio, attività che ho svolto a metà tempo con lo studio di ingegneria di Lugano sino al 2012. Gli spostamenti (ed i km) con la macchina sono aumentati, nel frattempo il traffico è cominciato a crescere esponenzialmente, da lì la decisione di passare ai mezzi pubblici (treno, bus, battello…), l’obiettivo principale era ridurre il tempo di permanenza in auto ed il conseguente stress.
La presenza dell’auto “lavorativa” si è quasi azzerata, l’abbonamento Arcobaleno (grande idea, a portata di pendolare) mi ha permesso di godermi una decina di anni di viaggi fatti di camminate casa/lavoro stazione, di treni e bus per tutto il Sottoceneri.
La svolta verso la E-bike: un’altra svolta della mia vita da pendolare c’è stata l’anno scorso, nel frattempo avevo lasciato lo Studio di Ingegneria e mi ero dedicato all’insegnamento a tempo pieno con attività a Mendrisio (CPT) e Lugano (Istituto Universitario di Formazione Professionale). Nel 2017 ho preso la decisione di lasciare la scuola di Lugano (esperienza sicuramente positiva) per stare nella mia scuola di Mendrisio “dove ho iniziato ed alla quale sono molto affezionato”. Sicuramente a questa “scelta di cuore”, ha contribuito anche l’idea, che negli anni è maturata ed è passata da sogno… a progetto… sino a realtà: quella di utilizzare per gli spostamenti lavorativi la E-bike. Pertanto da metà agosto 2017 ho iniziato ad utilizzare unicamente la E-bike per andare al lavoro a Mendrisio. Agosto è stato un mese di prova, i timori erano tanti, soprattutto legati al mio fisico ed al clima (pioggia, neve…), pertanto ho comperato una E-bike di basso costo (circa 800 CHF)… e basse prestazioni per vedere di non fare “il passo più lungo della gamba”.
La tratta: sono svizzero ma per varie vicissitudini della mia famiglia sono nato e cresciuto a Como (Italia), per la precisione a Sagnino, piccola frazione a ridosso del confine svizzero (distanza da Chiasso: circa 2 km). Nella foto in basso presento (in rosso) il tragitto che compio per andare a scuola. Cerco di evitare le vie principali di traffico; entrando a Chiasso seguo Viale San Gottardo (pedonale), poi a Balerna seguo le strade di paese (nei pressi del campo di calcio) e, giunto alla Chiesa di Sant’Antonio percorro la strada della Costa (possono transitare autoveicoli autorizzati) sino a Coldrerio, da lì faccio l’ultimo pezzo di Cantonale sino alla Scuola.
Qualche numero: nell’anno scolastico appena concluso (2017/18) ogni giorno ho percorso 9.6 x 2 = 19.2 km per circa 220 volte, quindi complessivamente ho percorso 19.2 x 220 = 4224 km!!!
È vero la E-bike ti dà un grande aiuto ma, per chi non la conosce, non si pensi faccia tutto lei! Il contributo del ciclista deve sempre esserci. Soprattutto in salita diventa importante, ne segue che “la gamba” devi averla anche con questo mezzo.
Clima, traffico…problemi vari: come detto all’inizio è stato un tentativo quello di passare alla E-bike, vedevo vari problemi che puntualmente si sono presentati, ma per forturna sono stati risolti:
- Il clima: l’annata, lo ammetto, è stata assai clemente dal punto di vista meteorologico, pochi giorni di pioggia, altrettanti di neve, pertanto ho avuto delle condizioni favorevoli per affrontare i miei viaggi al lavoro e ritorno. In ogni caso ho affrontato qualche giorno a -10°C e ho preso qualche bell’acquazzone. Nonostante ciò ben coperto e con una cerata di qualità ho affrontato senza grosse sofferenze questi giorni inclementi. Solo nei giorni con neve e ghiaccio sulle strade (5 in tutto) ho evitato di prendere la E-bike optando per auto o mezzi pubblici.
- Il traffico: nel limite del possibile ho sempre cercato di evitare le vie di traffico principali, il tragitto da Como a Chiasso, la cantonale da Chiasso a Coldrerio, pertanto ho fatto solo brevi tratti con auto e camion. Nonostante ciò 2/3 volte qualche rischio l’ho corso, soprattutto per svolte improvvise di auto nei giorni in cui percorrevo le strade con il buio (qui fondamentale le presenza di LUCI che garantiscono una buona visibilità sulla bici)
- La manutenzione della E-bike: lo ammetto, sono un pessimo manutentore, ma il fatto che la E-bike sia diventata il mio mezzo principale di locomozione mi ha spinto a badare maggiormente alla cura del mezzo, con controlli periodici (ogni 2 mesi) presso un negozio di biciclette ed attrezzatura curata (luci, specchietto retrovisore, casco, borse impermeabili…).
Quali vantaggi: i vantaggi che ho con la E-bike ritengo siano molti, per questo, da buon ingegnere, li descrivo per punti!
- Stress “azzerato”: una volta il pensiero di mettermi in auto e sorbirmi le code di Lugano Sud oppure in uscita alla Dogana, un po’ di angoscia la mettevano. Ora parto di frequente con il sorriso, so che il mio tragitto ha una durata fissa (circa 22 minuti) e sarà una bella passeggiata!
- Attività fisica: faccio giornalmente circa 45 minuti di bici, per complessive 160/180 ore annue (solo per andare al lavoro), mi sento in forma; quando faccio le mie passeggiate extra lavoro sono allenato e, se Dio vuole, attualmente problemi di salute non ne ho. Lo ammetto, nel mio piccolo sono sempre stato uno sportivo, ho giocato per anni a calcio senza tralasciare altri sport (bicicletta, nuoto, canoa…), sicuramente questo ha favorito la scelta della E-bike.
- In mezzo alla natura: lungo il percorso ho la possibilità, di godere e di apprezzare di luoghi incantevoli dal punto di vista paesaggistico.
- Il salvadanaio: se sommo la cifra per l’acquisto della E-bike e le altre spese sostenute (manutenzione, accessori) arriverò al massimo a 1000 CHF annui. Solo per i costi della benzina e del posto auto a scuola quest’anno avrei speso circa 1400 CHF. La E-bike me la sono già ripagata! Se tutto va come deve andare quest’anno le mie spese di trasporto si aggireranno attorno ai 150/200 CHF!
Per concludere: per ora posso dire che la scelta di passare alla E-bike ha avuto solo riscontri positivi, è vero il test è durato solo un anno, ma ad oggi non vedo problemi tali da impedirmi di proseguire con questa soluzione, anzi in prospettiva vorrei passare ad una E-bike più performante… e mi sto già guardando in giro.
In un periodo dove il Sottoceneri è diventato invivibile dal punto di vista del traffico e si cercano alternative per ridurre il traffico motorizzato (mezzi pubblici, car pooling, tasse sui parcheggi…) mi sento di consigliare anche la mia scelta di utilizzo della E-bike come mezzo alternativo per recarsi al lavoro. È vero, è una scelta percorribile se il tragitto è ridotto (stimo sino ad un massimo di 20 km dal posto di lavoro…ovviamente in base anche alla capacità del ciclista) ma come già scritto i vantaggi possono essere innumerevoli.
Con l’augurio di vederci in giro per il Cantone con una E-bike un caro saluto a tutti… Gabriele


“Via dall’auto”, intervista a Yuri Monaco
Oggi su “ExtraSette”, supplemento del venerdì del “Corriere del Ticino”, l’intervista a Yuri Monaco, giovane cicloviaggiatore di Vaglio che da gennaio ha lasciato l’auto per spostarsi solo ed esclusivamente in… bicicletta!
Buona lettura e buon w.e. a tutti!
Leggi anche: Ricominciare con prudenza; Trovare tempo per se stessi; La corsa, che passione!; Turismo lento e sci di fondo; Dare sempre il meglio di sé; Se il corpo lo segnala è meglio rallentare; L’allenamento e i suoi principi; L’attività fisica aiuta lo studio; Correre da soli o in compagnia?; Il mio rapporto con lo sport; Quei chiletti di troppo… che ci rallentano nella corsa; I benefici del Nordic walking; In forma a ogni età; Le attività fisiche più salutari


Uno sport a contatto con la natura
Scegliere e amare il triathlon significa stare nella natura, imparare a conoscere le correnti di un lago o di un tratto di mare, ascoltare lo sforzo dei muscoli nel sole di una salita ed il vento leggero in discesa, cogliere attraverso la sensibilità dei nostri piedi le diverse risposte della piccola strada sterrata o del lungo viale alberato. Significa conoscere il caldo e l’umidità, il temporale ed il variare delle stagioni e dei climi. – Cit. F. Confalonieri
Uno sport a contatto con la natura
La triplice disciplina, nata in uno dei luoghi più incantevoli e suggestivi del pianeta, le isole Hawaii, si caratterizza da sempre per essere uno sport a stretto contatto con la natura. L’ambiente è infatti sempre stato un fattore importante, decisivo nel triathlon. Al punto che sovente il confronto dell’atleta si esprime altrettanto intensamente rispetto agli elementi naturali che con gli avversari medesimi.
Un confronto leale e corretto che si realizza all’interno di scenari spesso grandiosi in cui l’uomo, rinnovando la sfida che sempre ha contraddistinto la sua evoluzione con le componenti naturali cerca di spuntarla, una volta ancora e malgrado la sua apparente fragilità, sulle avversità grazie alle sue risorse interiori, fisiche, mentali e spirituali.
È quindi difficile immaginare questo sport facendo astrazione dall’ambiente naturale i cui viene praticato. Anzi, più il contesto è bello e spettacolare, maggiormente questo sport esalta le sue qualità e acquista fascino. Il triathlon ci consente, attraverso i nostri sensi, di “respirare” e “sentire” la natura: il sapore dell’acqua, il vento, il caldo, la pioggia, gli odori della vegetazione.
Muovendoci nella natura giungiamo piano piano a sentirci parte di essa, a percepirne l’energia: allora osserviamo il paesaggio con occhi diversi, copro e mente diventano un tutt’uno e si fondono con l’ambiente circostante. Nel contempo, possiamo sperimentare il contatto con la forza vitale che c’è in noi e scoprirne il legame con la natura, e attraverso questa scoperta impariamo ad averne rispetto. Il triathlon ci permette di vivere queste sensazioni poiché, prima di ogni altra cosa, è uno sport che affonda le sue radici proprio nell’amore per l’ambiente naturale in cui il gesto atletico si esprime.
È difficile, ancora una volta, immaginare il triathlon stretto e mortificato in ambienti degradati dal profilo ambientale, tra cemento, motori e aria putrida e inquinata. Così, paradossalmente, questo sport crescerà e avrà successo di pari passo non soltanto con una accresciuta consapevolezza dell’importanza di praticare uno sport salutare, ma probabilmente anche con una più diffusa coscienza ecologica.
Fonte: Triathleta per passione, p. 36
Foto: Getty Images (Triathlon, che passione!)
